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Crimen Perfecto (Crimen Ferpecto, 2004)
di Alex De la Iglesia

Mica male De la Iglesia! Devo ammettere colpevolmente di non conoscerlo molto, ammirai a suo tempo nei cinema La Comunidad e non trovo Azione Mutante nonostante mille ricerche, ho addirittura mancato al cinema Crimen Perfecto, recuperato prontamente sul satellite.
E meno male che l'ho recuperato. Crimen Perfecto va ancora più in là di La Comunidad come umorismo nero (più divertente e più nero) e anche e soprattutto come tecnica. Alex De la Iglesia è uno dei pochi registi contemporanei di commedie che ponga moltissima attenzione alla tecnica della messa in scena (c'è un carrello all'indietro attraverso due automobili che è da urlo!), non a caso ha molti punti in comune (non solo produttivi) con Almodòvar, fa un uso funzionale e molto intelligente degli effetti speciali (solo il magazzino che va a fuoco era un po' una pacchianata) e gioca con le regole della regia come un tempo faceva Billy Wilder.
E come Billy Wilder anche lui pone un'attenzione maniacale al dialogo, sempre grazie a Jorge Guerricaechevarrìa.
Profondo conoscitore del cinema (si vede proprio) questa volta De la Iglesia ci va pesante e gira una commedia con omicidio dove l'angoscia è data non tanto dal timore che il protagonista venga scoperto ma più che altro dal fatto che si sposi, lui, il simbolo dell'eleganza single, dell'uomo che non deve chiedere mai è costretto da una testimone scomoda (e brutta) a mille nefandezze ineleganti, popolari e mediocri. Impossibile non provare pena e nostalgia per l'esibito charme con cui inizia il film (bei vestiti, soldi, donne, successo...) e il bello è che la commedia va così fino in fondo.
Come Trainspotting, anche Crimen Perfecto mostra cosa ci sia di bello nel brutto, nel condannabile (o condannato), in questo caso nella selettività in base all'estetica. Tutte le famiglie del film sono prigioni d'infelicità, tutte le donne brutte sono sadiche torturatrici e tutte le belle sono disponibili dispensatrici di piacere per l'uomo che le sappia prendere, tutti gli uomini brutti sono stupidi e mediocri e il protagonista è bello e intelligente (lo stratagemma finale è geniale).
Purtroppo la chiusura del film dà un colpo al cerchio ed uno alla botte, mentre io avrei voluto veder trionfare il mio cowboy, bello e perfetto, vederlo uscire indenne al 100% dalle sue peripezie. Peccato.
Incommentabile la stupidità dei traduttori italiani.



4 commenti:

Anonimo ha detto...

ma il titolo originale "crimen FerPecto" è vero o stai perdendo colpi?!


gparker ha detto...

Qui sei tu che perdi colpi. Non hai letto la recensione, al fondo della quale mi lamento della stupida traduzione italiana.


Lui ha detto...

Sì non solo stupidi, ma anche dei perfetti dementi che con quella traduzione perdono il senso del film, richiamato anche da una scena al suo interno.
Insomma, al massimo tradurlo in un "crimine quasi perfetto"... no dai scherzo. :P


gparker ha detto...

Quello lo sto cercando...


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