Ho rivisto oggi per la seconda volta Addio Mia Concubina, la prima era stata almeno 2 anni fa e ricordavo veramente poco, solo che mi era piaciuto moltissimo (e non era difficile, amo incredibilmente i melodrammi). Quello che non ricordavo era l'incredibile splendore del film di Chen Kaige, il fatto che entri del vivo delle emozioni già dopo i primi 5 minuti con la scena del taglio del 6° dito, la lunga sequenza dell'addestramento con più di un momento di commozione... Cazzo l'avevo dimenticato, è stato quasi come rivederlo per la prima volta. Che fortuna.
E' la storia di due bambini che frequentano l'accademia dell'Opera di Pechino, che praticamente funziona come l'addestramento dei marine in Full Metal Jacket, i quali ben presto si mettono in luce nei ruoli del Re e della Concubina nel celebre dramma popolare Addio Mia Concubina. Uno dei due già ha delle tendenze omosessuali che con l'addestramento repressivo e l'immedesimazione nel personaggio femminile non possono che sfociare nell'amore per l'altro protagonista, il quale però sposa un prostituta (e ti credo è Gong Li!!) di cui la concubina è chiaramente gelosissimo. Le vicissitudini del paese (invasione giapponese, rivoluzione comunista e rivoluzione culturale) li segneranno ed infine li divideranno fino al tragico finale.
Addio Mia Concubina, ha vinto la palma d'oro nell'edizione del 1993 del festival di Cannes ed a tutt'oggi è l'unico film veramente valido di Chen Kaige (il cinese trapiantato a New York che fa film come gli occidentali).
Kaige è ruffianissimo (e questo me lo ricordavo), cerca la lacrima a tutti i costi e non ha assolutamente paura di ricorrere agli espedienti più bassi per riuscirci, ma questo, che solitamente è un grosso limite oltre che un terribile difetto, in Addio Mia Concubina diventano cifra stilistica che convince, qui si ricrea un atmosfera che era tipica dei melodrammi anni '30 in cui tutto era accettato ed accettabile (morti subitanee, reazioni inconsulte, svenimenti, agnizioni...). E' la magia che si manifesta anche nei film di Almodòvar dove la modernità, l'evoluzione della forma del melodramma sembra non influire più (invece influisce! e come se influisce) e si riescono a fare film "come una volta". Il ruffianissimo Kaige mi compra subito, dalla prima lacrima che scorre sul viso della concubina in erba per il sacrificio del futuro Re, già mi ha dalla sua parte.
L'unica grande pecca del film è che verso tre quarti subisce un momento di stasi, la narrazione della venuta del comunismo e dei germi della rivoluzione culturale procede a rilento e si soffre, ma si risolleva alla grande nel fiammeggiante finale dove finisce il racconto storico e parte l'epica con il confronto a tre, le emozioni che escono incontrollate, il sovvertimento dell'apparente quiete che era sopravvenuta tra le due amanti in lotta per il medesimo uomo e le lacrime scorrono a fiumi.
Ma il film riesce ad andare oltre a tutto ed è una bellissima riflessione (oltre che sul regime comunista, la violenza della rivoluzione e bla bla bla bla...) sull'immortalità dell'arte e la passione e la dedizione di una vita condizionata da questo. I protagonisti, da quando sono piccoli e per tutta la vita, interpretano i medesimi personaggi nella medesima recita, in quello sono i milgiori, sono amati e venerati dal pubblico per la perfezione e la bravura che riescono ad esprimere e così è anche per gli imprenditori e gli stranieri, fino almeno alla rivoluzione culturale, studiano e si esercitano in maniera massacrante, si piegano alla violenza, ai soprusi ed alle privazioni di un'infanzia dolorosa solo per l'arte, e tutto quel dolore e quella sofferenza alla fine paga. Non tanto in termini di fama, ma in termini di risultato, chiunque li veda recitare rimane folgorato, commosso e toccato nel profondo da una rappresentazione che in fondo per i cinesi è un classico visto e rivisto, come per noi le nostre opere classiche. Affascinante.
Impagabili Gong Li (più bella che mai), che tanto si sapeva che una come lei è difficile che torni e soprattutto il grandissimo Leslie Cheung più femminile, più stronza, più vipera della stessa Gong Li, dolce e delicato, leggero ed aggraziato. Bellissimo nei panni della concubina, in ogni momento anche nel tragico finale.
Sono rimasto di nuovo folgorato da questo film.
P.S. Chen Kaige era studente ai tempi della rivoluzione culturale e fu costretto a denunciare il padre che era regista di film dell'Opera. Qualcosa comincia a tornare....
E' la storia di due bambini che frequentano l'accademia dell'Opera di Pechino, che praticamente funziona come l'addestramento dei marine in Full Metal Jacket, i quali ben presto si mettono in luce nei ruoli del Re e della Concubina nel celebre dramma popolare Addio Mia Concubina. Uno dei due già ha delle tendenze omosessuali che con l'addestramento repressivo e l'immedesimazione nel personaggio femminile non possono che sfociare nell'amore per l'altro protagonista, il quale però sposa un prostituta (e ti credo è Gong Li!!) di cui la concubina è chiaramente gelosissimo. Le vicissitudini del paese (invasione giapponese, rivoluzione comunista e rivoluzione culturale) li segneranno ed infine li divideranno fino al tragico finale.
Addio Mia Concubina, ha vinto la palma d'oro nell'edizione del 1993 del festival di Cannes ed a tutt'oggi è l'unico film veramente valido di Chen Kaige (il cinese trapiantato a New York che fa film come gli occidentali).
Kaige è ruffianissimo (e questo me lo ricordavo), cerca la lacrima a tutti i costi e non ha assolutamente paura di ricorrere agli espedienti più bassi per riuscirci, ma questo, che solitamente è un grosso limite oltre che un terribile difetto, in Addio Mia Concubina diventano cifra stilistica che convince, qui si ricrea un atmosfera che era tipica dei melodrammi anni '30 in cui tutto era accettato ed accettabile (morti subitanee, reazioni inconsulte, svenimenti, agnizioni...). E' la magia che si manifesta anche nei film di Almodòvar dove la modernità, l'evoluzione della forma del melodramma sembra non influire più (invece influisce! e come se influisce) e si riescono a fare film "come una volta". Il ruffianissimo Kaige mi compra subito, dalla prima lacrima che scorre sul viso della concubina in erba per il sacrificio del futuro Re, già mi ha dalla sua parte.
L'unica grande pecca del film è che verso tre quarti subisce un momento di stasi, la narrazione della venuta del comunismo e dei germi della rivoluzione culturale procede a rilento e si soffre, ma si risolleva alla grande nel fiammeggiante finale dove finisce il racconto storico e parte l'epica con il confronto a tre, le emozioni che escono incontrollate, il sovvertimento dell'apparente quiete che era sopravvenuta tra le due amanti in lotta per il medesimo uomo e le lacrime scorrono a fiumi.
Ma il film riesce ad andare oltre a tutto ed è una bellissima riflessione (oltre che sul regime comunista, la violenza della rivoluzione e bla bla bla bla...) sull'immortalità dell'arte e la passione e la dedizione di una vita condizionata da questo. I protagonisti, da quando sono piccoli e per tutta la vita, interpretano i medesimi personaggi nella medesima recita, in quello sono i milgiori, sono amati e venerati dal pubblico per la perfezione e la bravura che riescono ad esprimere e così è anche per gli imprenditori e gli stranieri, fino almeno alla rivoluzione culturale, studiano e si esercitano in maniera massacrante, si piegano alla violenza, ai soprusi ed alle privazioni di un'infanzia dolorosa solo per l'arte, e tutto quel dolore e quella sofferenza alla fine paga. Non tanto in termini di fama, ma in termini di risultato, chiunque li veda recitare rimane folgorato, commosso e toccato nel profondo da una rappresentazione che in fondo per i cinesi è un classico visto e rivisto, come per noi le nostre opere classiche. Affascinante.
Impagabili Gong Li (più bella che mai), che tanto si sapeva che una come lei è difficile che torni e soprattutto il grandissimo Leslie Cheung più femminile, più stronza, più vipera della stessa Gong Li, dolce e delicato, leggero ed aggraziato. Bellissimo nei panni della concubina, in ogni momento anche nel tragico finale.
Sono rimasto di nuovo folgorato da questo film.
P.S. Chen Kaige era studente ai tempi della rivoluzione culturale e fu costretto a denunciare il padre che era regista di film dell'Opera. Qualcosa comincia a tornare....
Anche io una volta ho visto un film giapponese.... Il bambino d' oro... bellissimo. La fotografia è splendida....
RispondiEliminaIl bambino d' oro? Si chiama così anche un grandissimo film d' azione degli anni 80 con Eddie Murphy...
RispondiEliminaSorvolando su nazionalità e qualità della fotografia del Bambino D'Oro (non mi trascini in queste trappole), preciso solo che Addio Mia Concubina è cinese. I giapponesi non potrebbero mai concepire un simile barocchismo nei costumi, per non dire nella messa in scena.....
RispondiEliminaTrappole? IO??? Non so che dire, adesso per la vergogna mi vedrò pure io Addio Mia Concubina....
RispondiEliminaHai ragione scusa, ho dimenticato di aggiungere un particolare importante (non mi trascini in queste trappole Andy Versus).
RispondiEliminaChiedo venia.
Curiosità Chen Kaige è quello che qalche anno fa diresse un film con Heather Graham e Joseph Fiennes, un mezzo thriller? Che film ha girato negli States? Il bambino d' oro di cui parlate è quello a cui mi riferisco anch' io?
RispondiEliminaSi è lui, ma come ho detto, dopo Addio Mia Concubina il nulla.... Per i film precedenti devo vedere. Non credo abbia fatto altro in america.
RispondiEliminaSi è lo stesso. Il Ra mi ha provocato insinuando non solo che è un film giapponese (benchè sappia bene che è americano ed ambientato in Tibet, che è cinese come Addio Mia Concubina), ma anche ironizzando sui commenti alla fotografia dei film...
Li facessero ancora film d' azione come il Bambino d' Oro..... O come Grosso Guaio a Chinatown
RispondiEliminaGrande Frankie.... tu sì che ci capisci... non come quel testone di cazzo di gparker! Il Bambino d' Oro e Grosso Guaio a Chinatown... il grande cinema della rinascita giapponese....
RispondiEliminasiete pazzi. addio mia concubina è un film meraviglioso,film come grosso guaio a chinatown o il bambino d'oro non possono essere messi a confronto, sono intrattenimento puro (e belli per questo), mentre il film di chen Kaige è drammatico,ma io direi anche tragico,sono emozioni diverse. Addio mia concubina è poetico,nelle immagini, nei vestiti, nei dialoghi, nella storia (originalissima)e nell'interpretazione immensa di Leslie cheung...sicuramente più incisiva di una risata di Eddie Murphy, o di una battuta di Kurt Russel, che divertono,intrattengono,ti gasano pure ma secondo me non emozionano( perchè se vi emozionate a guardare Kurt Russel o il negretto murphy vuol dire che i camionisti incazzati o gli sbirri di los angeles sono quello che fa per voi.) Bisogna dire che Addio mia concubina è un film delicato e raffinato...io l'ho visto che avrò avuto 15-16 anni e me lo ricordo ancora, grosso guiao a chinatown ( che ripeto è un gran film) l'ho rivisto poco tempo fa perchè non me lo ricordavo più...chissà perchè.
RispondiEliminaAmen fratello!
RispondiEliminaAh bello: "perchè se vi emozionate a guardare Kurt Russel o il negretto murphy vuol dire che i camionisti incazzati o gli sbirri di los angeles sono quello che fa per voi"... Lo sai che ste cose non dovresti mai tirarle fuori davanti a me... Ne hai di scheletri nell' armadio.... E poi io non ho fatto nessun paragone... Io manco l' ho visto sto film... E visto che lo volete sapè manco ci tengo... Mo me spizzo "La Cosa" artro che concubine....
RispondiEliminaValerio ha ragione. Grosso Guaio a Chinatown o il Bambino D'Oro sono ottimi film (a dire il vero solo Grosso Guaio a Chinatown lo è), perchè raggiungono ciò che si prefiggono (e non è facile per niente). Addio Mia Concubina pure raggiunge ciò che si prefigge, ma si prefigge obiettivi più alti.
RispondiEliminaCiò che è deprecabile è il non aver raggiunto ciò che ci si è prefissi, l'aver puntato troppo in alto, è mille volte meglio fare qualcosa di diverso ma centrare l'obiettivo. Groso Guaio a Chinatown sarebbe stato terribile se avesse voluto arrivare là dove arriva Addio Mia Concubina.
Non sono d' accordo. Non volevo entrare in polemiche di questo genere anche perchè il film non l' ho visto, ma ormai sono costretto. Innanzitutto "obiettivi più alti" non vuol dire nulla, soprattutto nel paragonare 2 film. Primo, perchè paragonare obiettivi diversi così come sono diversi i film non ha senso, secondo perchè chi determina gli obiettivi non siamo noi ma chi lo ha realizzato il film. Noi interpretiamo quello che leggiamo e vediamo su di un determinato film o regista.
RispondiEliminaTuttavia anche accettando l' ottica degli obiettivi mi trovo in disaccordo quando dici: "Grosso Guaio a Chinatown sarebbe stato terribile se avesse voluto arrivare là dove arriva Addio Mia Concubina.", in questo caso non so però a cosa ti vuoi riferire, parli del film e basta, o ritieni che un qualunque tipo di film di genere fantastico(in letteratura viene chiamata paraletteratura la letteratura di genere fantastico che comprende fantasy fantascienza horror e diramazioni) non possa raggiungere "obiettivi più alti"(voglio sperare che non sia questo il caso a cui ti riferisci....)? Se parli solo del film, sono abbastanza d' accordo con te, tuttavia non è un esempio esaustivo e ritorniamo sempre al discorso sugli obiettivi...
Inoltre voglio aggiungere, ma questa è una mia pura illazione personale, che nessun artista cerca l' arte, secondo me, bensì un modo per esprimere qualcosa che prova. E la gente dall' esterno che etichetta poi quello che viene fuori.... E questa secondo me è una distinzione importante, John Carpenter e affini sono completamente estranei a questo tipo di discorso. Si tratta di professionisti il cui compito è quello di fare dei buoni prodotti per il mercato dell' entertainment (è un po la differenza fra artisti e artigiani se vuoi...). Per questo, ancora una volta un paragone con Kaige è assolutamente inadeguato.
Concludo dicendo la solita frescaccia relativista che essendo una questione di gusti e di opinioni se ne può parlare quanto si vuole, e che uno in finale in un film ci può vedere quello che vuole... Per esempio, secondo me Takeshi Kitano è terribilmente sopravvalutato, tuttavia sono l' unico a pensarla in questo modo (e poi Zatoichi mi è piaciuto)...
Inoltre secondo me un autore come Charles M. Schultz, ovvero l' ideatore dei Peanuts è uno dei + grandi poeti degli ultimi 50 anni, ma tutti l' hanno resegato a semplice autore per bambini....
Sono daccordo su quello che dici (trnne che amo gran parte di Kitano), amo Schulz e amo gli artigiani del cinema, perchè ritengo che dalla tecnica e dalla specializzazione sui generi possano scaturire le indagini sui personaggi e sulle storie che danno un senso ad un film. Addio Mia Concubina è altra cosa perchè si prefigge obiettivi più alti nel senso che vuole parlare di cose di cui è più difficile parlare, vuole esprimere concetti più complessi, e questo non lo dico io a posteriori ma è evidente dal film. Cioè, Full Metal Jacket non è come Black Hawk Down perchè? Tra le altre cose anche perchè si pone obiettivi più alti e questo è evidente, Full Metal Jacket parla di guerra, degli uomini che combattono, dei soldati, degli ufficiali e poi va oltre, parla di filosofia, di Jung, del condizionamento, della natura dell'uomo e chissà che altro. E' chiaro ognuno ci vede qualcosa di diverso, ma è innegabile quando un film ha obiettivi alti.
RispondiEliminaIl genere fantastico (come tutti i generi) non ha valutazioni in sè, dipende l'uso che se ne fa. In sè è un contenitore vuoto a seconda di chi lo riempie e con cosa cambia il giudizio.
Grosso Guaio a Chinatown è l'opera di un grandissimo artigiano, è un film girato e narrato veramente da paura e la sua grandezza sta nel raggiungere l'obiettivo che si è proposto nel senso di fare quello che deve fare fatto bene, senza strafare. Io non lo volevo paragonare ad Addio Mia Concubina, proprio perchè quest'ultimo si propone cose molto più difficili e complesse.
E' come se io faccio un gruppo cover dei Nirvana o un gruppo cover di Malmsteen. Il secondo si pone obiettivi molto più difficili del primo e se riesci a fare il secondo (a prescindere dai gusti) hai fatto qualcosa di migliore indubbiamente, ma se lo fai male tanto vale fare bene un gruppo cover dei Nirvana che per l'appuinto se viene bene è da paura.
Evidentemente ti ho frainteso, tu con "obiettivi" parlavi di scelte + concrete, come quelle proprio legate al film in se (tecniche o sui contenuti), mentre io pensavo facessi un discorso di stampo filo-artistico (il primo è un opera d' arte l' altro no...). Quello che dici è tremendamente giusto, e il paragone tra Black Hawk Down (che a me tralaltro è piaciuto un botto se non altro per la grandissima regia, tu hai visto Hannibal? Piaciuto? O fai parte dell' enorme schiera che dice che è orrendo?) e Full Metal Jacket è correttissimo (però questi si possono paragonare, ma Grosso Guaio a Chinatown CHE CAZZO C'ENTRA con Addio Mia Concubina che continuo a dire io non ho visto??!?), è quell' "obiettivi" che mi ha tratto in inganno....
RispondiEliminaNo Hannibal mi manca.... E rosico.
RispondiEliminaecco, a me non è piaciuto.gusti personali. non c'è polemica. però se lo deovessi paragonare a il silenzio degli innocenti trovo che il personaggio di Lecter interpretato sempre da Hopkins perda un pò della sua cupezza in Hanibal, dove addiritura si vede un lato poetico-filosofico. Ma va bene. scelte e gusti personali.modi diversi di interpretare un personaggio ormai leggendario. io lo preferivo ambiguo e misterioso, affascinante perchè inteligente e letale nel silenzio degli innocenti, dove aveva un ruolo geniale (non il protagonista,non l'antagonista, ma quello che dalla cella capisce tutto quello che gli accade intorno). Infatti a Hannibal preferisco il Lecter di Red Dragon, proprio perchè torna ad essere quello che era un pò nel silenzio degli innocenti: il personaggio più bello,più carisamtico dell'eroe e più affascinante del cattivo....
RispondiEliminaA me Red Dragon non è piaciuto... Hannibal l' ho trovato geniale... Uno dei pochi seguiti degni secondo me..... Anche lì poi, una grandissima regia.... Due cosette: "il personaggio più bello,più carisamtico dell'eroe e più affascinante del cattivo" lo fa anche in Hannibal, ed è inutile dire di no. E ancora: "il personaggio di Lecter interpretato sempre da Hopkins perda un pò della sua cupezza in Hanibal, dove addiritura si vede un lato poetico-filosofico". Sulla cupezza non direi proprio, è il modo di rappresentarla nei due film che cambia (una delle cose che per me rendono il secondo film valido). Per quanto riguarda il lato "poetico filosofico", faccio presente che nel Silenzio degli Innocenti Lecter stava rinchiuso in una cella e disegnava a memoria alcuni palazzi di Firenze.... Cmq questo film è piaciuto solo a me....
RispondiEliminaOgni volta che si tira in ballo Re Dragon mi sento in dovere di intervenire io e citare il bellissimo Manhunter (divino) di Michael Mann, che è Red Dragon (cioè tratto dal medesimo libro) girato prima del silenzio degli innocenti. Meraviglioso. Unica peccaLecter non è Anthony Hopkins.
RispondiEliminaIo adoro la cinematografia, la letteratura, l'arte e la cultura cinese. E questo film, che anch'io ho recensito e di cui domani posterò l'articolo, è uno dei più belli in assoluto che abbia mai visto! Ciao e complimenti per il post.
RispondiEliminaVado a ripescare questo post per non essere OT e chiederti una cosa su L'imperatore e l'assassino - sempre che te lo ricordi sufficientemente bene - : ma il film è montato di merda o è una cosa voluta? Gente che sta seduta e all'improvviso è in piedi, lontana/vicina, alla destra/sinistra di un personaggio.
RispondiEliminaE sto sorvolando su alcuni cambi di scena un po' stravaganti (di quelli con l'audio della nuova scena che si mescola al video della parte finale della vecchia).
Insomma, secondo me questo film poteva venire fuori molto meglio.
purtroppo non l'ho visto e non posso esserti utile.
RispondiEliminaTuttavia se non vuoi essere OT puoi sempre usare qualche post da zero commenti che sta in home page...
Ohoh... sopresa. Pensavo l'avessi visto.
RispondiEliminaTuttavia se non vuoi essere OT puoi sempre usare qualche post da zero commenti che sta in home page...
La prossima volta userò uno di quegli articoli sulle serie per il web.