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18.7.05

John Naughton l'apocalittico

In questo articolo apparso su The Guardian John Naughton si dice perplesso e scandalizzato dalle reazioni degli astanti la tragedia di Londra che sono poi confluite in quello che è stato definito in maniera sicuramente affrettata, parte del fenomeno citizen journalism, cioè la tendenza dei singoli a sostituirsi ai reporter, sia tramite i blog che tramite la registrazione video/fotografica delle immagini della tragedia (in questo caso o degli eventi più in generale) con dispositivi vari (per lo più smartphones).
Nelle sue parole:
"I find it astonishing - not to say macabre - that virtually the first thing a lay person would do after escaping injury in an explosion in which dozens of other human beings are killed or maimed is to film or photograph the scene and then relay it to a broadcasting organisation."
Io non trovo tutto ciò stupefacente o macambro ma estremamente naturale. Ci sono cose che la società moderna ha scelto di occultare al pubblico (malattie con gli ospedali, malati di mente con i manicomi, morte con cimiteri e camere mortuarie, parto ancora con ospedali ecc. ecc.) e quando questi eventi ci compaiono sotto gli occhi, per di più in maniera così eclatante, è normale che molte persone sentano l'istinto di documentare, anche per il solo timore di dimenticare, è normale che vogliano avere "un pezzo di muro di Berlino", una copia personale di un evento incredibile al quale hanno partecipato. Poi chiaramente una volta in possesso di questo materiale proporlo ai media per farci due soldi non credo sia "speculazione sul dolore delle vittime", perchè io a Roma voglio vedere che è successo e non solo sapere, non mi bastano i racconti (che già potrebbero essere una forma di speculazione), voglio vedere perchè ne abbiamo i mezzi e soprattutto perchè anche quella è una forma pratica della memoria.

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