Uno dei pochissimi (ma issimi proprio) casi in cui il titolo italiano è più bello dell'originale. Primo film americano di Hitchcock e unico Oscar a lui assegnato. Questi i dati.
Rebecca inizia come una commediola romantica, una bella commediola romantica spensierata, nella quale tutto sembra andare per il verso giusto, e tira avanti così per circa una quarantina di minnuti. Dopodichè molto gradualmente comincia a trasformarsi in un incubo thriller, per culminare nel più puro hitchcockismo.
Il grande maestro alla prima prova americana non si fa prendere dal desiderio di mostrare tutto il suo stile anzi lo dosa, lo centellina, lascia tantissimo spazio a Joan Fontaine (bravissima!) e lascia che lo spettatore venga avvinto dal suo incredibile amore per il ricco milionario che sposa e dal suo desiderio, forse di lì a realizzarsi, di una vita felice. Ma è proprio quando non ti spieghi che gli sia preso ad Hitchcock che arriva la suspense, come una botta tra capo e collo, all'arrivo a Manderlay (la residenza dove vivranno insieme i due sposini) cominciano ad affiorare gli incubi della prima moglie e fanno la sua comparsa i personaggi ed i luoghi sinistri.
Carrelli e piani sequenza a iosa, dissolvenze impagabili ed una fotografia al limite (ma proprio al limite) dell'espressionismo tutta tesa ad esaltare le emozioni contrastanti di Joan Fontaine.
Rebecca inizia come una commediola romantica, una bella commediola romantica spensierata, nella quale tutto sembra andare per il verso giusto, e tira avanti così per circa una quarantina di minnuti. Dopodichè molto gradualmente comincia a trasformarsi in un incubo thriller, per culminare nel più puro hitchcockismo.
Il grande maestro alla prima prova americana non si fa prendere dal desiderio di mostrare tutto il suo stile anzi lo dosa, lo centellina, lascia tantissimo spazio a Joan Fontaine (bravissima!) e lascia che lo spettatore venga avvinto dal suo incredibile amore per il ricco milionario che sposa e dal suo desiderio, forse di lì a realizzarsi, di una vita felice. Ma è proprio quando non ti spieghi che gli sia preso ad Hitchcock che arriva la suspense, come una botta tra capo e collo, all'arrivo a Manderlay (la residenza dove vivranno insieme i due sposini) cominciano ad affiorare gli incubi della prima moglie e fanno la sua comparsa i personaggi ed i luoghi sinistri.
Carrelli e piani sequenza a iosa, dissolvenze impagabili ed una fotografia al limite (ma proprio al limite) dell'espressionismo tutta tesa ad esaltare le emozioni contrastanti di Joan Fontaine.
Il mio film preferito
RispondiEliminaIl migliore di Hitchcock.
RispondiEliminati rendi conto di quanto siano scarsi i contenuti della tua recensione? é vero che adesso tutto é facilmente fruibile (guardare un film ha lo stesso costo di un pacchetto di patatine). Ma esiste un estetica, un'icongrafia, un lavoro di ricerca dietro ogni frame di quella che tu consideri una "commedia romantica spensierata". Mi dilungherei se fossi convinto di raggiungere un qualasiasi risultato. Ma non credo sia questo il caso. Ti saluto.
RispondiEliminaSono un autentico "digger" col recupero di queste recensioni antidiluviane.
RispondiEliminaOrmai sto esaurendo Hitchcock, e ogni volta sono convinto che belli non ce ne siano più. E invece con Marnie e Rebecca (La prima moglie, hai ragione, bellissimo titolo) ho goduto di altri due bellissimi film.
Questo in particolare è un film di grandissimo fascino. Forse è solo un po' troppo spezzettato (troppi "stacchi", cambi di atmosfera/luce/mood), per quanto le singole scene siano molto belle e con una splendida fotografia.
L'intro con il sogno poi è perfetta. Riesce immediatamente a conferire al castello l'aura di luogo speciale, amato, senza "impaccare" allo spettatore emozioni gratuite.
L'ombra del dubbio l'hai già visto?
RispondiEliminaNon ancora. Sto passando in rassegna quelli che mi hai elencato tu tempo fa... ne ho visti una decina.
RispondiEliminaL'ombra del dubbio avevi detto che era un tuo preferito. Vedrò certamente anche quello.
Tra l'altro io (per scelta) li vedo senza sapere assolutamente nulla prima. Un gusto che difficilmente si può sperimentare andando al cinema ad assistere a film nuovi.
ottima decisione
RispondiEliminacomunque anche una volta era così.
Hitchcock in Gli uccelli sapeva benissimo che gli spettatori sarebbero arrivati sapendo tutto del film (che ci sono gli uccelli che attaccano) e appositamente ritarda quel momento costellando la prima parte di uccelli premonitori.
Idem per Psycho dovette lottare come un pazzo per evitare che si sapesse di che parlava il film.
Visto anche l'Ombra del dubbio. :)
RispondiEliminaPurtroppo è un film penalizzato da un cattivo doppiaggio e così dopo una quindicina di minuti ho dovuto rassegnarmi (si fa per dire, in teoria sarebbe sempre meglio) a vederlo in originale, con un po' di fatica.
Certamente è uno dei film belli, anche se alcune cose mi hanno lasciato un po' perplesso: la componente di romance non ha molta forza e sembra fungere solo da ingrediente narrativo (il detective innamorato della ragazza le risparmerà l'arresto dello zio in casa sua, prolungando la pericolosa convivenza), e anche la lunga coda con i tentativi di omicidio forse non funziona molto (io mi aspettavo un altro twist!).
Ma naturalmente a fronte di questo c'è tutta la parte giocata sul sospetto, sugli indizi, sui comportamenti strani, sugli oggetti che diventano importanti per la storia (l'anello, il giornale), che è superlativa come sempre.
E gli esilaranti comprimari: i bambini, entrambi piccoli geni ma già di orientamento diverso ("Non si parla male del governo!"), e i siparietti dei due appassionati di libri gialli sui metodi di omicidio. :D
Sì, sicuramente un bel film. Però Vertigo continua ad essere il mio preferito.
Mi ricordo quella fenomenale parte dell'arrivo dello "zio Carlo" alla stazione con il fumo nero del treno. Un mito...
RispondiEliminaMa sai che la cosa del treno non l'avevo notata, non coscientemente, e me l'ha fatta osservare il making of?
RispondiEliminaPerché il fumaccio nero della locomotiva che è così denso da fare ombra è una cosa decisamente fuori dalla mia esperienza... io nemmeno lo sapevo che poteva succedere.
Comunque la sensazione di inquietudine e di minaccia la scena la trasmette a prescindere.
Il making of racconta anche del rimaneggiamento della sceneggiatura per quanto riguarda le scene con Charlie e il detective, che a giudizio di Teresa Wright erano troppo spensierate in relazione alla situazione.
Io l'avevo un po' detto che la parte romantica funzionava a metà...
però, parti romantiche a parte, ricordo che il fascino dell'intreccio era superiore alla media.
RispondiEliminaSicuramente è una delle situazioni più intriganti di questi suoi film. Poi non è girato su un set, ci sono parecchie esterne (vere) e sembra tutto così vero, con il "male" rappresentato dallo zio che arriva ad inquinare questa piccola cittadina.
RispondiEliminaRiguardo al doppiaggio ho letto sulla wikipedia che il gruppo di doppiaggio italiano rimase bloccato in Spagna per motivi politici all'epoca del lavoro. I bambini sono doppiati da bimbi spagnoli e presumo che anche alcuni comprimari siano doppiati da non-attori.
Dico io, ridoppiano di tutto e non ridoppiano questo, realizzato in condizioni così precarie.
Esatto. Ridoppiano Indiana Jones....
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