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11.7.05

Sedotta e abbandonata (1963)
di Pietro Germi

Subito dopo il clamoroso (e meritato) successo di Divorzio all'italiana, Germi dirige Sedotta e abbandonata, un film molto simile al precedente per interpreti, impostazione e finalità ma con un piglio radicalmente differente.
La sottile ironia di Divorzio all'italiana lascia il posto ad un grottesco molto più marcato ed in alcuni casi a considerazioni decisamente più pesanti (come quelle del comandante dei carabinieri). Sicuramente Sedotta e abbandonata è meno riuscito di Divorzio all'italiana, benchè sia comunque un gran film, scritto benissimo e diretto con una maestria tecnica, una cura ed una voglia di sperimentare rare per quegli anni. Tuttavia sembra permeato da un livore che a me è parso sinceramente eccessivo, specialmente nel momento in cui si decide di mostrare un aspetto della questione.
La Sicilia dipinta da Germi in Divorzio all'italiana costituiva un quadretto comico, fatto di macchiette e personaggi tipici ben diverso dall'inferno di Sedotta e abbandonata, qui la Sicilia è un vero e proprio luogo maledetto da Dio in cui nemmeno gli stessi siciliani si trovano bene. E proprio la sottolineatura di quest'infernale condizione è forse la causa principale della miglior riuscita del film precedente, che nella sua leggerezza riesce a veicolare con maggiore efficacia quello che ha da dire....
Rimane un'abilità nel narrare, nel delineare psicologie e sentimenti unica... Veramente incredibile il modo in cui il film riesca a parlare di più argomenti contemporaneamente solo attraverso la macchietta comica, il grottesco e la derisione dei costumi. Incredibile come riesca a far comprendere con immediatezza il senso della paesanità, quel sentire comune che fa dell'onore una ragione di vita.





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