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11.10.05

La Fabbrica di Cioccolato (Charlie And the Chocolate Factory, 2005)
di Tim Burton

Parte benissimo La Fabbrica di Cioccolato, recuprenado in un pugno di immagini tutto quello che Burton aveva costruito negli anni in termini di esperienza visiva. E' subito ravvisabile il suo stile al suo meglio, i colori di Batman, gli interni di Edward Mani di Forbice e l'espressionismo spinto di Beetlejuice. Tutto accompagnato da uno score di Danny Elfman (il fedele collaboratore di sempre) che molto ricorda quello di Batman.
Commovente quasi la prima parte, con il piccolo Charlie dickensianamente povero ed umile che vive in una stamberga ai limiti del reale, fotografata con un espressionismo che va ben oltre Il Gabinetto del Dottor Caligari, dove paradossalmente la sua stanza è priva di finestre e sotto un tetto bucato da cui filtra la neve. Commovente ed appassionante si diceva tutta la lunga sequenza che dall'inizio passa attraverso la narrazione della ascesa e chiusura della fabbrica di cioccolato di Willy Wonka e culmina con l'assegnazione dei biglietti dorati.
Decisamente più calligrafica la seconda parte, quella della gita nella fabbrica, dove tutto gira come un orologio. Le immagini sono burtoniane più che mai, colorate e sfarzose, dove ogni elemento nasconde l'inquietudine. Impagabile Johnny Depp, che nel ruolo di Willy Wonka si prodiga in una mimica inedita e lontana anche dal già inedito pirata dei caraibi interpretato in La Maledizione Della Prima Luna. Citazioni sfrenate nelle canzoni degli Oompa Loompa, dai Bee Gees ai Genesis, affiancate da balletti che cercano la distanza da quelli del precedente film e che forse (ma solo forse) un po' peccano di eccessivo modernismo.
Scontato il finale buonista (la favola quella è), al quale però Burton riesce ad aggiungere un po' di poesia e di magia con quella bellissima ultima immagine della neve sparsa come fosse sale (o zucchero) sulla casa di Charlie.
Ma allora perchè non è un capolavoro? Perchè è freddo, terribilmente freddo. Passata l'emozione per la (prevista) scoperta del biglietto d'oro nell'ultima tavoletta comprata da Charlie, il resto del film è tutto in discesa. Le uniche emozioni sono di carattere tecnico (su tutte le ironiche citazioni di 2001:Odissea Nello Spazio).






4 commenti:

  1. Anonimo10:37 PM

    Ehi ma non commenta nessuno???? Avanti cine bloggers 'mbè??? Che è sto post vuoto...!!!!

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  2. Siamo arrivati in ritardo.

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  3. Anonimo10:36 PM

    ci dobbiamo rifare...

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  4. Anonimo6:05 PM

    ma con citazioni di 2001 quali intendi?

    grazie

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