Non mi ha mai sfiorato nemmeno il dubbio che la tecnologia, anzi il progresso tecnologico, corrispondesse ad un regresso romantico, o anche solo ad un aumento della mole di lavoro.
Lo dico perchè ho letto quest'articolo di Wired nel quale l'autorevole direttore della sezione News, sostiene che non solo le tecnologie hanno inaridito la vita (fa anche la classica contrapposizione tra i "meravigliosi" tempi d'attesa spasmodica di una lettera tradizionale contro la fredda immediatezza dell'email), ma la contrazione temporale di molte operazioni, il fatto cioè che si possano fare le medesime cose in minor tempo, ci avrebbe anche portato moli di lavoro maggiori. Ci ritroveremmo così asfissiati da moli di lavoro storicamente improponibili da eseguire con freddi macchinari.
Premetto che ho letto anche io "Ironies in the household" il testo di Ruth Schwarz Cowan in cui viene dimostrato come il progresso tecnologico abbia portato sempre più lavoro e problemi per la casalinga spostando di fatto l'asse produttivo sempre più verso la casa (prima la casalinga era solo il terminale di un lungo processo di produzione che culminava con la vendita del prodotto finito), e rendendo contemporaneamente la donna di casa solo un anello di un sistema del quale non sempre comprende o conosce il funzionamento, così che se una sua parte subisce un intoppo non è in grado di fare nulla. Ma il discorso qui mi sembra diverso.
Non solo se penso ai lavori che si facevano nell'800 (per non andare più indietro), mi sembrano cento volte più faticosi e meno poetici (gente addetta alla manutenzione del tornio, spegnimento e accensione delle luci pubbliche ecc.ecc.), ma soprattutto mi sembra che oggi, proprio in virtù della contrazione dei tempi di comunicazione si abbia la possibilità di portare la nostra vita sul posto di lavoro. In primis con il telefono, con il quale posso sentire "i miei cari" dal lavoro, fino ai sistemi di messagistica istantanea, con i quali posso stare in contatto con molte più persone contemporaneamente mentre lavoro. E proprio questi sistemi come l'SMS hanno dimostrato come la fredda tecnologia sia in realtà un vettore di emozioni e sentimenti.
Riguardo poi la storia delle moli di lavoro trovo (e chiaramente non sono certo l'unico nè tantomeno il primo) che l'aumentare dell'uso di tecnologie nel lavoro svincoli progressivamente l'uomo dai compiti monotoni e ripetitivi lasciando campo libero alla creatività.
Insomma trovo indubitabilmente vero che la tecnologia migliori la qualità della vita, sotto tutti i punti di vista.
Lo dico perchè ho letto quest'articolo di Wired nel quale l'autorevole direttore della sezione News, sostiene che non solo le tecnologie hanno inaridito la vita (fa anche la classica contrapposizione tra i "meravigliosi" tempi d'attesa spasmodica di una lettera tradizionale contro la fredda immediatezza dell'email), ma la contrazione temporale di molte operazioni, il fatto cioè che si possano fare le medesime cose in minor tempo, ci avrebbe anche portato moli di lavoro maggiori. Ci ritroveremmo così asfissiati da moli di lavoro storicamente improponibili da eseguire con freddi macchinari.
Premetto che ho letto anche io "Ironies in the household" il testo di Ruth Schwarz Cowan in cui viene dimostrato come il progresso tecnologico abbia portato sempre più lavoro e problemi per la casalinga spostando di fatto l'asse produttivo sempre più verso la casa (prima la casalinga era solo il terminale di un lungo processo di produzione che culminava con la vendita del prodotto finito), e rendendo contemporaneamente la donna di casa solo un anello di un sistema del quale non sempre comprende o conosce il funzionamento, così che se una sua parte subisce un intoppo non è in grado di fare nulla. Ma il discorso qui mi sembra diverso.
Non solo se penso ai lavori che si facevano nell'800 (per non andare più indietro), mi sembrano cento volte più faticosi e meno poetici (gente addetta alla manutenzione del tornio, spegnimento e accensione delle luci pubbliche ecc.ecc.), ma soprattutto mi sembra che oggi, proprio in virtù della contrazione dei tempi di comunicazione si abbia la possibilità di portare la nostra vita sul posto di lavoro. In primis con il telefono, con il quale posso sentire "i miei cari" dal lavoro, fino ai sistemi di messagistica istantanea, con i quali posso stare in contatto con molte più persone contemporaneamente mentre lavoro. E proprio questi sistemi come l'SMS hanno dimostrato come la fredda tecnologia sia in realtà un vettore di emozioni e sentimenti.
Riguardo poi la storia delle moli di lavoro trovo (e chiaramente non sono certo l'unico nè tantomeno il primo) che l'aumentare dell'uso di tecnologie nel lavoro svincoli progressivamente l'uomo dai compiti monotoni e ripetitivi lasciando campo libero alla creatività.
Insomma trovo indubitabilmente vero che la tecnologia migliori la qualità della vita, sotto tutti i punti di vista.
a nome dei lavoratori nel settore informatico, ringrazio per il post a sostegno del duro lavoro che ogni giorno portiamo a termine... Verrà presto ripagato... Darò lassativi al pesca il giorno prima del torneo...
RispondiEliminaNe gioveremo tutti.
RispondiEliminai bookmakers lo danno 10 a 1 caro mio... Anche il Sane ha quote molto alte... I + bassi sono Valerio e Gulla...
RispondiEliminase penso ai lavori che si facevano nell'800 [...] mi sembrano cento volte più faticosi e meno poetici ([...]spegnimento e accensione delle luci pubbliche ecc.ecc.)
RispondiEliminaperchè non hai letto il piccolo principe...
:)
L'ho letto il piccolo principe e giusto una favola può rendere poetico il lavoro di spegnere le luci dei lampioni.......
RispondiElimina:D
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