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29.3.06

In lode del beta forever

La politica del forever Beta (quelle applicazioni (solitamente web 2.0) che vengono tenute in uno stato di beta costante tipo Gmail) sarebbe bene che gettasse la maschera e si trasformasse inun modo diverso di distribuire le applicazioni, una concezione proprio diversa possibile solo con le connessioni flat a banda larga.
E' il momento (finalmente) di chiudere con il sistema dell'upgrade per il quale io mi scarico un programma e poi gli aggiornamenti e di cominciare a concepire le applicazioni in divenire, senza le versioni (1.0, 1.5, 2.0 ecc. ecc.) ma semplicemente con il loro nome. E come stanno dimostrando le applicazioni web 2.0 costantemente in uno stato di beta nel quale vengono modificate, migliorate, aggiornate seguendo l'uso che ne fanno i tester, bisogna allargare questo tipo di ditribuzione a tutte le applicazioni dimenticando il concetto stesso di beta e concependo un software come sempre perfettibile e sempre modificabile in ogni parte grazie al contributo degli utenti.
Se l'open source per ogni applicazione è chiedere tutto uno stato di beta forever nel quale i programmatori ufficiali seguono le tendenze, le richieste e l'uso degli utenti mi sembra una soluzione oltre che accettabile, anche ottimale.

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