Non ho mai amato il cinema di Sidney Lumet, mi ha sempre deluso in una maniera o nell'altra, così mi sono visto La Parola Ai Giurati senza alcuna aspettativa e mi sono dovuto parzialmente ricredere.
Oltre ad un'ottima scrittura (la vera caratteristica vincente del film) ad opera di Reginald Rose, il film è anche diretto con una maestria che raramente si vede. Pur essendo il film ambientato tutto in una stanza (con la sola eccezione di una sequenza all'inizio, una alla fine e una nel bagno) Lumet riesce ad essere incredibilmente vario. Non solo l'ambientazione sempre uguale a se stessa ma anche la struttura, abbastanza ripetitiva (votazioni, conversioni, litigi e votazioni di nuovo), creano non pochi problemi a chi deve mantenere sempre viva l'attenzione e inventare sempre punti di vista diversi e maniere diverse di mettere in scena una situazione che è già accaduta. Eppure Lumet riesce a trovare semre prospettive diverse e punti di vista particolari senza ricorrere a soluzioni estreme (telecamere piazzate sul soffitto o sottoterra).
In certi punti, alcuni primi piani molto stretti e inquadrati leggermente dal basso mi ricordavano La Passione di Giovanna D'Arco di Dreyer, anch'esso in fondo un film su un processo per condanna a morte.
Fantastico film di Lumet a mio modesto parere, con un Henry Fonda fenomenale. Molto allegro e piacevole
RispondiEliminaAppena visto "Riflessi in uno specchio scuro", sempre di Lumet, un altro film a forte impianto teatrale. Imperfetto ma molto affascinante, con un gigantesco Sean Connery. Così, per dire.
RispondiEliminaQuesto fombidabile film l'ho visto solo oggi. Chiunque abbia pensato di rifarlo è un pazzo.
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