"Cosa sarebbe successo se i realizzatori che lavoravano ad Hollywood nel 1945 avessero avuto la stessa libertà creativa che abbiamo oggi? Se non ci fosse stato il codice Hayes e avessero potuto come noi girare scene di violenza e sesso?" questa domanda se la pone Steven Soderbergh, ed è alla base del progetto di Intrigo a Berlino, un film che sia moderno ma che cerchi di recuperare le atmosfere e il modo di fare cinema degli anni '40.
Estetica, etica, narratività, recitazione e musica, tutto cerca di confluire verso il noir americano e contemporaneamente cerca di essere aggiornato là dove Soderbergh ritiene opportuno. A livello più evidente si vede come i dialoghi e il modo di mostrare sesso e violenza sono dei giorni nostri e quella rimane forse la cosa più azzeccata.
Perchè per il resto Intrigo a Berlino è un'operazione che è agli antipodi rispoetto al lavoro di Tarantino (per dire), il quale cita, cita, cita e cita finchè non modernizza contenuti vecchi. Qui si invecchiano contenuti nuovi. Perchè la storia di Intrigo a Berlino è fortemente moderna, non tanto come tematica (il soggetto potrebbe essere alla base di un qualsiasi film di quegli anni) quanto come narrazione. Una narrazione dinamica, intricata, complessa che guarda ai personaggi più che alla storia. Uno stile insomma moderno che si vede che ha risentito di tutta la rivoluzione francese degli anni '60 e oltre.
Tutto il contrario delle narrazioni basilari, semplici e asciutte di quegli anni. Non che fossero necessariamente migliori, solo profondamente diverse. Clooney fa Cary Grant e Cate Blanchett fa Marlene Dietrich, ma non ci sono quei titanici personaggi che hanno fatto il noir, non ci sono quelle figure disperate, quei vortici di perdizione che erano l'essenza del genere. Perchè negli anni sono cambiati i personaggi archetipi e l'eroe moderno (così come la sua antitesi e il mondo in cui si batte) non è più come l'eroe anni '40 e si vede.
Tecnicamente il discorso è più o meno lo stesso: anche le inqudrature solitamente partono anni '40 e diventano moderne, punti di vista non ortodossi simili a Welles che poi diventano carrelli mobili molto moderni, un bianco e nero a forte contrasto che però è sovraesposto in digitale con un risultato abbastanza straniante e delle composizioni d'immagine vecchio stile. Pure questo un po' mi ha infastidito, checchè se ne dica il film non è girato esattamente come negli anni '40 ma più come Sin City.
Ci sono poi le immagini di repertorio girate da Wyler e Wilder ai tempi della pacificazione e un uso d'altri tempi delle trasparenze.
Eppure ciò che viene meglio sono le parti più moderne come la scena nel rifugio del Good German.
A questo punto ha più senso Psycho di Gus Van Sant che dati certi elementi (la sceneggiatura) cerca di stabilire le caratteristiche della narrazione moderna.
Nello specifico posso dire che il casablanchismo finale (di cui due foto qua sotto) è inguardabile mentre è credibile e molto ben fatto il montaggio parallelo da Hitchcock della fuga (la foto al centro), solo che siccome anche questo è inevitabilmente moderno più che Hitchcock mi sembra De Palma che fa Hitchcock...
Per chi se ne frega di tutto questo, dell'operazione ricordo, delle tecniche anni '40 ecc. ecc. e vuole solo vedere il film, a costoro mi sento di dire che secondo me è un po' intricato e alla fine non ha molti motivi di interesse...
Estetica, etica, narratività, recitazione e musica, tutto cerca di confluire verso il noir americano e contemporaneamente cerca di essere aggiornato là dove Soderbergh ritiene opportuno. A livello più evidente si vede come i dialoghi e il modo di mostrare sesso e violenza sono dei giorni nostri e quella rimane forse la cosa più azzeccata.
Perchè per il resto Intrigo a Berlino è un'operazione che è agli antipodi rispoetto al lavoro di Tarantino (per dire), il quale cita, cita, cita e cita finchè non modernizza contenuti vecchi. Qui si invecchiano contenuti nuovi. Perchè la storia di Intrigo a Berlino è fortemente moderna, non tanto come tematica (il soggetto potrebbe essere alla base di un qualsiasi film di quegli anni) quanto come narrazione. Una narrazione dinamica, intricata, complessa che guarda ai personaggi più che alla storia. Uno stile insomma moderno che si vede che ha risentito di tutta la rivoluzione francese degli anni '60 e oltre.
Tutto il contrario delle narrazioni basilari, semplici e asciutte di quegli anni. Non che fossero necessariamente migliori, solo profondamente diverse. Clooney fa Cary Grant e Cate Blanchett fa Marlene Dietrich, ma non ci sono quei titanici personaggi che hanno fatto il noir, non ci sono quelle figure disperate, quei vortici di perdizione che erano l'essenza del genere. Perchè negli anni sono cambiati i personaggi archetipi e l'eroe moderno (così come la sua antitesi e il mondo in cui si batte) non è più come l'eroe anni '40 e si vede.
Tecnicamente il discorso è più o meno lo stesso: anche le inqudrature solitamente partono anni '40 e diventano moderne, punti di vista non ortodossi simili a Welles che poi diventano carrelli mobili molto moderni, un bianco e nero a forte contrasto che però è sovraesposto in digitale con un risultato abbastanza straniante e delle composizioni d'immagine vecchio stile. Pure questo un po' mi ha infastidito, checchè se ne dica il film non è girato esattamente come negli anni '40 ma più come Sin City.
Ci sono poi le immagini di repertorio girate da Wyler e Wilder ai tempi della pacificazione e un uso d'altri tempi delle trasparenze.
Eppure ciò che viene meglio sono le parti più moderne come la scena nel rifugio del Good German.
A questo punto ha più senso Psycho di Gus Van Sant che dati certi elementi (la sceneggiatura) cerca di stabilire le caratteristiche della narrazione moderna.
Nello specifico posso dire che il casablanchismo finale (di cui due foto qua sotto) è inguardabile mentre è credibile e molto ben fatto il montaggio parallelo da Hitchcock della fuga (la foto al centro), solo che siccome anche questo è inevitabilmente moderno più che Hitchcock mi sembra De Palma che fa Hitchcock...
Per chi se ne frega di tutto questo, dell'operazione ricordo, delle tecniche anni '40 ecc. ecc. e vuole solo vedere il film, a costoro mi sento di dire che secondo me è un po' intricato e alla fine non ha molti motivi di interesse...
Non capisco, ma vale la pena andarlo a guardare oppure no?
RispondiEliminaSecondo me alla fine è un filmetto dalla trama un po' complessa che poteva avere come unico appeal il rassomigliare ad un film anni '40, o quantomeno innovarne i sistemi di messa in scena, ma alla fine non ci riesce.
RispondiEliminaSecondo me allo spettatore medio non piace...
ma soderbergh oramai lavora solo con clooney?
RispondiEliminaChe ti devo dire... Sono amiconi... Hanno anche una società di produzione insieme.
RispondiEliminaA me dispiace + per Clooney, Soderbergh mi sta sul cazzo...
RispondiEliminaMa Clooney ha fatto Dal Tramonto All' Alba. Si è guadagnato il mio amore sempiterno.
be, dal tramonto all alba è stato per me una delle mie più belle sorprese....non avevo idea della differenza fra prima e seconda parte....veramente una bella serata
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