Eppure era facile. Era davvero facile. Voglio dire, una qualsiasi puntata di Sfide incentrata su Maradona mostra come la vita, le partite e le storie legate al pibe de oro siano cinematografiche già da sole. Che ci voleva a fare un film decente? Non dico un capolavoro (quello non è MAI facile, nemmeno se ti scrive la sceneggiatura Almodovar), ma un film minimamente carino...
E invece no.
Invece Marco Risi si è dovuto concentrare sulla vita di Maradona, il Maradona uomo. Così di calcio quasi non si parla e se lo spettatore non sapesse già chi è Maradona non capirebbe che si tratta del più forte giocatore della storia ma penserebbe si tratti di un campione come altri. Ci sono pochissime immagini sui campi e alcuni capitoli della vita calcistica sono totalmente saltati (come nel caso del secondo scudetto del Napoli o di Italia '90) e quelle poche immagini di calcio ti fanno desiderare di vederne ancora meno. Basti dire che il gol in solitaria contro l'Inghilterra a Messico '86 è addirittura tagliato nel mezzo. Proprio senza rispetto, ma non per Maradona, per me che guardo! Perchè mi devi fare questo? Perchè mi devi mostrare effetti speciali da incapaci? Cos'è? I soldi ve li siete intascati? C'è stato un problema di tangenti? Perchè sono fatti così male? Perchè bisogna fare posto alla storia d'amore tra Maradona e la moglie? Ma qui bisognerebbe ricominciare con la requisitoria contro i biopic che non si sa perchè devono sempre parlare della vita privata invece di mostrare perchè le figure titaniche che ritraggono sono state titaniche, che innovazioni hanno portato, dov'era la loro bravura, cosa li rendeva migliori degli altri nel loro ambiente...
Ma Maradona - La Mano di Dio è ancora peggio, è a livello delle peggiori fiction televisive. Dotato di dialoghi scritti da un bambino bocciato all'esame di terza media, con frasi banali e scontate più tutti gli stereotipi immaginabili si trascina per due ore contando solo sulla forza del "già visto". Ci sono molti momenti nel film in cui ci si vergogna di assistere a simili scene davanti ad altra gente. Senza contare la totale mancanza di rispetto per lo spettatore, che non solo è costretto a sorbirsi un film mal recitato (Marco Leonardi sembra Pino Insegno con la parrucca di Maradona e sicuramente il più bravo di tutti è Pietro Taricone, veramente in parte) e con un pessimo audio non in presa diretta (e si sente!), ma deve anche vedersi preso in giro e trattato come una casalinga 60enne di Cosenza in scene come quella in cui una donna (chiaramente di malaffare (perchè invece Maradona...)) propone a Diego per la prima volta la cocaina e Diego (che ha già più di vent'anni) quando la vede risponde: "Ma non è proibito?". Questo è il tono del film.
Per non parlare delle scelte di regia (?), ci sono tutte le trovate più facili, banalizzate e sfruttate da pubblicità e pessimi film degli ultimi dieci anni (le velocizzazioni e la sovraesposizione luminosa quando Diego tira la coca, giusto per dirne una), più alcuni espedienti narrativi da quattro soldi (tutto il film è contrappuntato dal piccolo Diego che rischia di annegare in un pozzo). Roba che hanno più fantasia registica Hannah e Barbera in un qualsiasi episodio di I Flinstones.
Tuttavia la cosa più stupefacente rimane come (spero di essere il primo a dirlo perchè sono sicuro che lo diranno un po' tutti) ci sia molto (ma MOLTO) più cinema nelle sequenze televisive originali dei gol di Maradona che in una qualsiasi immagine del film. Tanto che, anche se "sembra una cosa presa da YouTube" (cit. da Frankie666), la sequenza dei gol di Maradona a Napoli con sotto Je So' Pazzo di Pino Daniele non riesce a non coinvolgere. Ma è merito solo di Diego (e un po' anche di Pino). Perchè quella è arte per davvero, e da sola, anche sottomessa ad una regia che la mortifica, emerge da sola.
Tuttavia la cosa più stupefacente rimane come (spero di essere il primo a dirlo perchè sono sicuro che lo diranno un po' tutti) ci sia molto (ma MOLTO) più cinema nelle sequenze televisive originali dei gol di Maradona che in una qualsiasi immagine del film. Tanto che, anche se "sembra una cosa presa da YouTube" (cit. da Frankie666), la sequenza dei gol di Maradona a Napoli con sotto Je So' Pazzo di Pino Daniele non riesce a non coinvolgere. Ma è merito solo di Diego (e un po' anche di Pino). Perchè quella è arte per davvero, e da sola, anche sottomessa ad una regia che la mortifica, emerge da sola.
E alla fine il momento più emozionante del film è quando si rivedono i vecchi taxi di colore giallo (lì una lacrima può scappare).
Non mi ha fatto bella impressione la presentazione di questo film. Ora leggo che te confermi che si tratta di poca cosa.
RispondiEliminaMa (sacrilegio...) devo leggere qui, e non solo qui, che Maradona è il più grande giocatore della storia.
Io dico che è così: Maradona è il primo dei "fenomeni". Ma basta guardare dieci minuti di quel signore brasiliano sulla sessantina, che vediamo spesso sorridere nelle occasioni ufficiali, per rendersi conto che lì c'è il maestro, la perfezione a cui qualunque ragazzino ambisce quando comincia a giocare a pallone. Tutti i segreti del gioco del calcio racchiusi in una sola persona.
Pelé per un amante del calcio è come se fosse la Bibbia, e sia il personaggio che il calciatore è ciò di più straordinariamente magnetico e potente mai apparso su un campo di calcio. Peccato che non lo racconta nessuno...
Scusate, ma è un dovere morale per me ristabilire sempre questa cosa.
Ah... e le puntate di SFIDE sono quanto di più retorico, deprimente e anche irritante si possa trovare in tv. Il manifesto di un paese che il vero sport lo disconosce.
RispondiEliminaPerdonate il trasporto, eh? Sono un fondamentalista del calcio...
RispondiEliminafabio, il più forte giocatore della storia è Totti.
RispondiEliminaSi certo, sfide è molto retorico, crea mito e romanticismo intorno a qualsiasi evento con gli espedienti più banali ("Un bambino... Il suo pallone...), ma in fondo, come un romanzetto rosa o un fumettaccio di quarto genere spesso appassiona.
RispondiEliminaQuanto a Maradona/Pelè secondo me non c'è proprio questione. Perchè a quel livello è impossibile dare valutazioni oggettive soprattutto per la diversità di calcio a cui hanno giocato in epoche diverse e la diversità di avversari (Pelè ha giocato solo in brasile, non ha giocato mai in un campionato vero con schemi veri e difese vere), inevitabilmente quando si parla del più grande di tutti i tempi non è necessario per forza far entrare elementi "paralleli" al calcio e la storia di Maradona, di quest'uomo orrendo (perchè è orrendo) con un fisico negato per lo sport, irascibile e sregolato che tuttavia compie delle vere magie, un uomo disperato come pochi, è per forza la storia del numero 1.
Poi per carità Pelè è Pelè, anch'esso un titano assoluto, ma non arriva all'arte perchè è perfetto e freddo, i gol di Maradona erano sbruffoni e arroganti, tutti disperati dal primo all'ultimo.
E poi davvero basta solo il fatto della mano di Dio a fugare ogni dubbio. Un giocatore del genere, così bravo che fa una cosa così incredibile (perchè quel gol è comunque stranissimo) e poi dice che è la mano di Dio. E' il figlio cattivo ribelle e geniale del calcio. Un uomo che non ci doveva arrivare in serie A o ai mondiali ma che ha vinto due scudetti più un mondiale da solo. Da solo.
Se si conoscesse meglio Pelé non ci sarebbe la diffusa convinzione di un giocatore freddo e "accademico". Anche i gol di Pelè sono geniali e "sbruffoni", per usare la tua stessa parola che mi pare calzante, solo che sono immersi in un contesto di perfezione tecnica e atletica. Io dico che quello è un luogo comune.
RispondiEliminaInoltre Pelè ha giocato in un epoca di splendore del gioco del calcio, a differenza della successiva (quella degli anni '80) che ha visto a mio avviso una regressione (vedere la famosa Italia-Brasile 3-2 per addormentarsi).
Naturalmente qui sto avendo la presunzione di poter dare giudizi di valore assoluto. E va bè, mi voglio sbilanciare.
Infine ricordo che ai tempi di Pelè non c'erano i cartellini gialli e rossi: le difese non erano così perforabili come si crede.
Io invito a cercare qualche video di Pelè: appena ci si accorge che si viene emozionati da un semplice controllo, un semplice tiro, da giocate dove apparentemente non c'è genialità, ci si rende conto che c'è un qualcosa di inarrivabile e misterioso in questo giocatore.
Non che io disconosca la grandezza di Pelè, figuriamoci. Credo di conoscerlo abbastanza (certo non sono un malato di Pelè, ma insomma non è nemmeno che ho visto 4 gol + Fuga Per La Vittoria ecco!).
RispondiEliminaTuttavia Maradona è proprio di più, non tanto nel senso atletico quanto in quello artistico, nel modo in cui la sua vita calcistica si è mischiata con la società (ma come è stato possibile che uno così sia finito proprio a Napoli!!) e con la politica (la storia dell'Inghilterra e delle Falklands è veramente romantica). L'amore è il trasporto che lo circondano anche non ha nulla di lontanamente normale (a Napoli i santini con la sua faccia hanno ancora sotto i fiori freschi. Ancora adesso), roba che tocca il fanatismo, roba con cui lui ha convissuto e che non può non essere considerata nel momento in cui si fa un discorso globale.
Mi sembra giusto che per la storia del calcio, per come è questo sport e per il peso che ha nella società e nelle vite individuali, il più grande sia uno come Maradona.
Sì, capisco che vuoi fare un discorso che trascende il semplice valore sportivo o tecnico. Eppure io seguendo il tuo stesso punto di vista direi che proprio uno così non possa essere "il primo", non è fatto per essere il primo. Ci vuole uno più istituzionale.
RispondiEliminaComunque, tornando al lato tecnico, se mi chiedessero "nella tua squadra ci vuoi Pelè o Maradona" sceglierei senza esitazione il primo, convinto che mi farebbe vincere.
Dimenticavo una cosa: mi chiedevo se tu avessi mai visto questo film-documentario.
RispondiElimina(linko un mio post perché unisce copertina ed estratto video...)
Ah ho capito cos'è, ne vidi qualche spezzone una volta in Rai ma ero piccolo.
RispondiEliminaMi ricordo tuttavia il faccione di pelè in un campo di calcio deserto che con calma spiegava come si colpisce di testa: "Bocca chiusa, occhi aperti. La palla si colpisce sulla fronte."
Se capitasse me lo vedrei proprio volentieri.
Esatto, è lui: "fronte, occhi aperti, bocca chiusa".
RispondiEliminaBellissimo documentario, dura un'ora, e oltre agli insegnamenti tecnici contiene molto altro. E poi ha la musica... e uno speaker che lo carica di suggestione, e non di retorica.
Si trova in inglese, venduto come video in alcuni store on-line.
Potrei anche fare una follia e comprarlo.
RispondiEliminaDa Napoletano ne sto ben lontano da questo film qua; uno perché secondo me portare al cinema una figura come quella di Maradona (complessa, contraddittoria, anche profondamente "negativa" e insalvabile per certi versi, un Raging Bull argentino) è qualcosa di difficilissimo; due perchè a dirigere c'è Marco Risi, regista col panettone nel cervello, autore di alcune delle cose più immonde e raffazzonate e involontariamente ironiche del cinema italiano.
RispondiEliminaNoodles, non ci andare. Non hai idea come Napoli viene presentata in questo film... I peggiori stereotipi per fare felici i vari leghisti italiani... Inoltre sembra che se a Maradona casca il mondo addosso è colpa di Napoli e dei tifosi del Napoli... Terribile. Forse la cosa che perdono di meno al film.
RispondiEliminaragazzi, il cinema italiano è morto...ed è morto come certi vecchi soli e abbandonati nell'ospizio che vengono sepolti dopo cinque giorni dalla morte perchè cominciavano a puzzare e nessuno se ne era accorto. questa è la realtà.
RispondiEliminaValerio: Semplicemente no.
RispondiEliminaNon lo è. Quello che tu vedi, la superficie, è poco valida, segno che c'è un livello medio di produzione che è molto molto basso. Ma il cinema italiano non è morto, esistono molti film, opere prime, film indipendenti ecc. ecc. Che sono assolutamente validi.
Certo non c'è nessuna personalità di spicco vera e nemmeno qualcuno che ci si avvicini. Ma non è morto. Dorme.
se esistono eccezioni ai film orrendi che propone il nostro cinema nazionale, tuttavia non possiamo che prenderli come felici eccezzioni, magari solo sfortunate per colpa di un sistema che non investe su di loro; ma quello che manca è proprio un fermento artistico generale, cioè un cinema che parli di qualcosa, non esiste, esistono eccezioni, ma quello che non và è tutto un sistema culturale che non produce/investe/crea assolutamente NIENTE. Io dico che il cinema italiano è morto perchè in passato c'è stato: c'è stata un'epoca socio-cultural-artistica che ha saputo lasciare un segno, il problema è che non ci sono eredi! Non esistono una serie di nomi di registi ( magari minori o di nicchia) che però si vede che hanno preso strada precisa. Questo non c'è. ecco perchè rifiuto il termine dormire, di fatto non vedo nessun dormiente...
RispondiEliminaSe il cinema italiano di questi anni è morto, quello del periodo 1985-2000 cos'era? ritengo che oggi siamo in una fase positiva per molteplici motivi che sarebbe lungo spiegare qui. Valerio probabilemte non va avedere cinema italiano o è troppo schiavo di pregiudizi.
RispondiEliminaSu maradona-pelè dico: Pelè tutta la vita !!!Che peccato che il film di Risi è uscito così male
io vado a vedere il cinema italiano e dico che è bello che morto e non mi ritengo schiavo di pregiudizi.
RispondiEliminaPertanto quoto Valerio tutta la vita.
Però la metafora sul vecchio morto nell' ospizio che comincia a puzzare la trovo terribile. Come al solito nessun rispetto per la vecchiaia...
A parte che "Maradona è meglio 'e Pelè e ci hamme fatte 'o mazzo tanto pe' ll'ave'", il cinema italiano non è morto, semplicemente è un po' dissociato. DIfficile da definire un cinema italiano, inteso come una tendenza, un filone, un programma comune dei cineasti nati e residenti nel paese. Esistono diversi autori che fanno cose diverse, alcune bruttissime altre pregevoli. Credo che oggi, quando parliamo di cinema italiano, vorremmo vedere in esso la continuazione del cinema che fu di Monicelli, De Sica, Comencini etc. Probabilmente dovremmo cercarlo in gente come Virzì, Soldini e qualche giovane non ancora premiato dalla produzione.
RispondiEliminagparker, la tua recensione è grandiosa.
Cinema italiano stramorto.
RispondiEliminaPelè, come regista, è più forte di Maradona e di Risi.
Eran questi i termini della polemica, giusto?
"Io appoggio qualunque pregiudizio possibile." (cit)
RispondiEliminaNon sono daccordo con la definizione di morto per il cinema italiano, perchè il morto per definizione non si risveglia, mentre il dormiente si.
RispondiEliminaE considerare questo momento storico (privo di un qualsiasi rappresentante davvero di spicco per il nostro cinema) come una tendenza destinata a durare mi sempre molto miope.
Specialmente considerando come le correnti cinematografiche siano soggetti a flussi e riflussi.
Chi l'avrebbe mai detto che la Corea avrebbe avuto un'esplosione cinematografica? O la Danimarca?
eminente kinemaZone io Virzì e Soldini non li posso vedere...
RispondiEliminaE se il cinema Italiano non è morto è in coma profondo.
Detto questo la mia stima va come al solito a fabio e tony, che ormai reputo miei fratelli blogghici o bloggosi se preferite...
riguardo Soldini e Virzì mi sento di dire che Virzì ha fatto in passato cose buone, ma nulla di eccezionale, mentre Soldini è decisamente forte.
RispondiEliminaFrankie sospetto che come già in passato tu stia parlando senza aver visto nemmeno un film degli autori in causa....
Di Virzì ho visto ovosodo, di Soldini Pane e Tulipani. Fanno scopa un con l'altro.
RispondiElimina"Il morto per definizione non si risveglia", è precisamente quanto stavamo insinuando.
E per l'appunto è una prospettiva miope che presuppone che il futuro sarà come il presente, un immobilismo che non ha ragione d'essere nè ha precedenti.
RispondiEliminaEsempi come quello della Spagna (la cui filmografia è stata trascurabile per decenni fino ai tempi recenti), della Corea del Sud (in questo momento dotati di grandissimi autori), della Cina degli anni '80 e inizio '90 e della Danimarca di metà anni '90 sono abbastanza emblematici del fatto che ci siano delle contingenze culturali positive che vanno e vengono e da noi ci sono state per così tanto tempo (in maniera inarrestata dal 1945 alla fine degli anni '60) che un riflusso negativo era facilmente prevedibile.
Ma da qui a dire che da questo non se ne esca più non c'è alcuna connessione logica.
Ovosodo è molto carino, Pane E Tulipani proprio bello.
ho visto N - Io E Napoleone... Direi che mi basta.
RispondiEliminaCosì come In Memoria Di Me è bastato...
Ormai mi conosci vecchio mio, io non giudico, CONDANNO.
Non posso che prendere atto ... ma io questo film me l'aggia verè a forza.
RispondiEliminaIn tutto questo mica l'avevo capito che sei napoletano pure tu ;-)
Un saluto.
Rob.
Da cosa intuisci che sono napoletano?
RispondiEliminaPerchè in realtà sono romanissimo, di genitori nati e cresciuti a Roma. Ma i miei nonni sono napoletani emigrati in età da figli a Roma.
attenzione, non perdiamoci nelle metafore, oppure facciamolo e allora vi rispondo che SPERO di vedere risorgere come Lazzaro, come la fenice, il buon vecchio cinema italiano! non escludo che possa tornare! anzi! dico solo che per risorgere ci vuole un miracolo! oggi semplicemente il cinema italiano non esiste, mi spiego meglio: esiste un pugno di bravi registi -e non sono daccordo nemmeno io sui nomi che sono stati avanzati, perchè tra quelli citati preferisco menzionare Tornatore, Salvatores o bertolucci! ( che è scappato dall'italia) che seppure bravi e capaci di azzeccare un film o due, NON SONO IN GRADO DI ESSERE COSTANTI( e qui va escluso Bertolucci secondo me).
RispondiEliminaPrendete per esempio Bellocchio, se vi ricordate bei film come i pugni in tasca o nel nome del padre, quasi non lo si riconosce nel regista di matrimoni (ammetto di non aver visto l'ora di religione).
L'impressione che ne ricavo io è di un cinema fatto di piccole personalità che non riescono a fare emergere una tendenza artistica precisa, tesi avvalorata dal fatto che all'estero di fatto non esistiamo. Senza contare che, uscendo dalle nicchie, il nostro cinema commerciale è veramente orrendo: provinciale,recitato male, scritto peggio, diretto così. All'estero la produzione media è nettamente superiore ( penso alla spagna, alla francia al regno unito) Poi, dire che un domani il buon vecchio cinema italiano possa tornare, io, come chiunque qui dentro, lo spero tantissimo. Insomma, non credo prorpio di aver detto niente di straordinario, penso che un pò tutti la pensiamo così. Io semplicemente sono stufo di vedere film italiani orribili, tanto che, se dovessi dirvi così su due piedi, l'ultimo bel film italiano uscito rispondo: the dreamers.
comunque gparker, si capisce benissimo che sei napoletano, basta sentirti sugli extra di trecento per accorgersi subito di quella allegra e simpatica cadenza patenopea che cerchi di trattenere ma che alla fine non controlli... ;)
RispondiEliminano gpark, secondo me ovosodo è meglio di pane e tulipani.
RispondiEliminacomunque il cinema italiano non è certo al suo massimo splendore ma non vedo tutta questa eccellenza nel resto d'europa...
anche in francia di titoli buoni ne escono un paio l'anno, come da noi.
ovosodo era molto piacevole...
RispondiEliminaSono daccordo con l. Spagna esclusa non è che all'estero si veda tanto di meglio. Nessuno al momento ha una tendenza forte, una corrente. Forse si può individuare in un certo cinema francofono che va da Zonca ai Dardenne, ma comunque nulla di così forte da parlare di movimento.
RispondiEliminaPer la qualità media sono daccordo anche io che non c'è e e che si vive di sporadici picchi nemmeno troppo alti. Eppure le chicchette si trovano a voler cercare, le cose belle ci sono. Per questo non si può dire che è morto, perchè il morto è totalmente senza vita.
Non si può andare a vedere un film italiano l'anno e dire che il cinema italiano è morto.
Si può eccome guarda:
RispondiElimina"il cinema italiano è in coma"
Se non considero morto il cinema italiano di oggi è perchè ci sono autori come Sorrentino, Crialese, Garrone che mi sembrano più interessanti dei vari Mazzacurati, Lucchetti, Virzì e altri del decennio precedente.Ma soprattutto è importante il fatto che la qualità del cinema medio sia alqanto migliorata. Considero più convincente della precedente anche la generazione dei nuovi attori, quasi tutti guarda caso ( favino, Rossi Stuart, ecc ) di buona scuola o esperienza tearale al contrario dei pessimi mastrandrea ecc. Se poi ci si aspetta dal cinema italiano i capolavori, la gran commedia di una volta, i fellini i Pasolini i Visconti, è chiaro che siamo ancora lontani anni luce ma non credo sia possibile un nuovo periodo d'oro come quello degli anni 50-60.ALP
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