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29.6.07

Arizona Dream (id., 1993)
di Emir Kusturica

L'incursione americana di Kusturica (apprezzata tanto quanto disprezzata) convince solo a tratti. Se in un certo modo non vuole (giustamente) tradurre necessariamente tutto il suo universo simbolico e semantico in America, dall'altra parte va alla ricerca di un romanticismo e di un'esasperazione dei sentimenti e delle velleità poetiche che non solo non gli appartengono in questi termini ma che soprattutto appiattiscono tutto.
Molte cose sono veramente belle, tutto il contrappunto del sogno con il pesce egli eschimesi e le mille piccole irrealtà di cui Kusturica dissemina la sua realtà non sono solo l'ennesima riproposizione di un modus operandi ma hanno un ruolo effettivo, sono utili oltre che belle. Ma è poi la storia d'amore, la diatriba tra le due donne e i sogni di volo (!!!) che rendono melenso e molto lento (inutilmente) il film.
Anche i continui rimandi al cinema, epliciti e palesi, risultano più pedanti del solito, anche se non posso non ammettere che l'ossessione del personaggio di Vincent Gallo per Intrigo Internazionale è una delle cose in assoluto più riuscite.
Ecco forse Arizona Dream convince di più quando devia dal tracciato principali e tratta i personaggi di contorno (anche lo zio interpretato da Jerry Lewis è un personaggio non stupido nè banale) che quando si concentra sulla storia tra i due protagonisti, noiosa e trita.
Peccato che alla fine rimanga poco esplorato tutto il rapporto del protagonista con la metropoli che mi aveva interessato da morire.

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