Gira la leggenda che il calcio sia infilmabile, che non sia cioè possibile fare un film in cui il calcio è l'elemento fondamentale. Con l'autorevole eccezione di Fuga Per La Vittoria (che comunque è un film di calcio sui generis) infatti mai si è riusciti a fare qualcosa di convincente che ruotasse attorno al calcio giocato ai massimi livelli.
Molte le difficoltà di ordine pratico (dal riempire uno stadio, al riunire diversi campioni e farli interagire, dal mobilitare gli sponsor ad ottenere i diritti per sfruttare immagini e marchi di squadre diverse) e molte anche quelle di ordine cinematografico (una partita di calcio è oggettivamente difficile da coreografare).
A tutto questo ha tentato di porre soluzione la trilogia Goal, di cui Vivere Un Sogno costituisce il secondo capitolo. La soluzione della produzione inglese è fondere riprese (non televisive ma girate da troupe ad hoc) di partite vere con immagini girate separatamente degli attori, in modo che con un grande lavoro di fotografia e montaggio si riesca a non far notare mai che il personaggio di fantasia che gioca nel Real Madrid di Bekcham, Raul e Zidane in realtà non compare mai inquadrato con loro. E devo ammettere che a tratti il trucco riesce, anche se spesso c'è un uso veramente terribile degli effetti speciali che addirittura aumentano l'effetto di un tiro sul pallone, come fossimo in Holly e Benji.
A parte questo è comunque vero che le sequenze del film che si svolgono sul campo sono molte e a tratti ben fatte, ma non solo tecnicamente, anche e soprattutto dal punto di vista del racconto calcistico. Mentre infatti tutta la parte fuori dal campo (le crisi con la fidanzata, la crisi con il procuratore, i soldi e le donne e una improbabile famiglia che ritorna) è veramente ridicola, le dinamiche calcistiche convincono davvero.
La partita sotto la neve (dura e a tratti incomprensibile), la figura di Rutger Hauer (che funziona anche se un minimo di più si poteva impegnare) e infine il momento in cui la punta che non segna da troppo si sblocca sono momenti di calcio veri. Peccato non ci sia stata la volontà di puntare unicamente sul calcio e farne la trama, mostrare le dinamiche da spogliatoio le difficoltà della vita a contatto continuo con lo sport e le occasioni di crisi e rinascita che questo offre.
Esilarante l'eccessivo product placement e le comparsate dei calciatori reali che per lo più si sono limitati a concedere i diritti per l'uso di riprese dal vero e solo verso la fine hanno "recitato" senza pronunciare una parola ma almeno essendo presenti nelle medesime inquadrature con il protagonista.
Ridicola oltre ogni dire l'importanza data a David Beckham (presente anche nella locandina con gli attori benchè non abbia alcun ruolo nella trama) continuamente inquadrato durante le partite di calcio per ogni fesseria e nominato o indicato in ogni quando. Addirittura il momento topico del film (il gol all'ultimo minuto che fa vincere tutto) è affidato a lui e non al protagonista (che segna il gol del pareggio).
Molte le difficoltà di ordine pratico (dal riempire uno stadio, al riunire diversi campioni e farli interagire, dal mobilitare gli sponsor ad ottenere i diritti per sfruttare immagini e marchi di squadre diverse) e molte anche quelle di ordine cinematografico (una partita di calcio è oggettivamente difficile da coreografare).
A tutto questo ha tentato di porre soluzione la trilogia Goal, di cui Vivere Un Sogno costituisce il secondo capitolo. La soluzione della produzione inglese è fondere riprese (non televisive ma girate da troupe ad hoc) di partite vere con immagini girate separatamente degli attori, in modo che con un grande lavoro di fotografia e montaggio si riesca a non far notare mai che il personaggio di fantasia che gioca nel Real Madrid di Bekcham, Raul e Zidane in realtà non compare mai inquadrato con loro. E devo ammettere che a tratti il trucco riesce, anche se spesso c'è un uso veramente terribile degli effetti speciali che addirittura aumentano l'effetto di un tiro sul pallone, come fossimo in Holly e Benji.
A parte questo è comunque vero che le sequenze del film che si svolgono sul campo sono molte e a tratti ben fatte, ma non solo tecnicamente, anche e soprattutto dal punto di vista del racconto calcistico. Mentre infatti tutta la parte fuori dal campo (le crisi con la fidanzata, la crisi con il procuratore, i soldi e le donne e una improbabile famiglia che ritorna) è veramente ridicola, le dinamiche calcistiche convincono davvero.
La partita sotto la neve (dura e a tratti incomprensibile), la figura di Rutger Hauer (che funziona anche se un minimo di più si poteva impegnare) e infine il momento in cui la punta che non segna da troppo si sblocca sono momenti di calcio veri. Peccato non ci sia stata la volontà di puntare unicamente sul calcio e farne la trama, mostrare le dinamiche da spogliatoio le difficoltà della vita a contatto continuo con lo sport e le occasioni di crisi e rinascita che questo offre.
Esilarante l'eccessivo product placement e le comparsate dei calciatori reali che per lo più si sono limitati a concedere i diritti per l'uso di riprese dal vero e solo verso la fine hanno "recitato" senza pronunciare una parola ma almeno essendo presenti nelle medesime inquadrature con il protagonista.
Ridicola oltre ogni dire l'importanza data a David Beckham (presente anche nella locandina con gli attori benchè non abbia alcun ruolo nella trama) continuamente inquadrato durante le partite di calcio per ogni fesseria e nominato o indicato in ogni quando. Addirittura il momento topico del film (il gol all'ultimo minuto che fa vincere tutto) è affidato a lui e non al protagonista (che segna il gol del pareggio).
Premesso che volevo commentare prima e che non ho visto il film, basandomi sulle immagini che hai pubblicato per screenweek ho estrapolato le seguenti considerazioni:
RispondiElimina1) Hauer come allenatore del real madrid è trash.
2) un messicano che si dribbla mezza squadra in quel modo è assurdo. Da oggi non deve più essere Holly e Benji il nostro riferimento come calcio assurdo.
3) Ma è così appassionante vedere il Real che vince la Champions?
La meravigliosa illusione che ha sempre offerto il cinema è quella del più debole che vince con i più forti, qua parliamo del Real che è la squadre che ha vinto più coppe dei campioni nella storia....?
Non era meglio piazzare sto pischello in una squadretta e fargli battere il Real...?
4) Ma Beckham è veramente così importante agli occhi degli appassionati di calcio? Manco lo vogliono più in Nazionale...
Per concludere:
Messicano di merda vieni a giocare in Italia e fatti falciare da un paio di sfasciacarrozze che giocano nella nostra massima serie, anche quello è calcio. Non solo le finte di merda.
Del resto i campioni del mondo siamo noi...
1) Hauer è quello che ci sta più di tutti, è perfetto
RispondiElimina2) Si le scene con il protagonista sono assurde, ma le altre sono davvero fatte bene
3) La squadra conta poco nel film è tutto su di lui e sull'amico che ce la devono fare
4)Beckham attira tutto il pubblico meno calciofilo...
allora...
RispondiElimina1)po esse, dovrei vedere il film (ma mi rifiuto, e aggiungo che sogno un giorno di vedere un noir sul mondo del calcio con protagonista un Totti mezzo invecchiato che fa il detective privato, ma che agli occhi del pubblico rimane l' unico capitano...)
2)ok
3)che visione orribile del calcio...
4)mandria de cojoni
.... C'è ancora il personaggio del calciatore inglese trentenne mezzo decaduto che va a troie tutte le sere (cit.) ?
RispondiEliminaCome no!
RispondiEliminaE' così mezzo decaduto che gioca titolare come punta nel Real MAdrid e si scopa ogni sera una megafica diversa...
Ha proprio bisogno di aiuto. Meno male che Santiago riuscirà a fargli cambiare atteggiamento, gli prenderà il posto e lo farà smettere di scopare a destra e manca.
Questi sono gli amici.
(ride convulsamente)
RispondiElimina(dichiarazione d'obbligo: non ho visto Goal! parte 1, ma mi raccontarono il personaggio di Alessandro Nivola così)
(ridendo anch'egli per la contagiosa risata convulsa)
RispondiEliminae hanno raccontato bene, ha tutti gli stereotipi del giocatore moderno, compresa l'ossessione per la bellezza e il look...
Peccato che non ci sia nel film nessuna scena in cui si scambiano i trucchi con Beckham.
(sbragandosi anch'egli usando le parentesi perchè sembra fare fico)
RispondiEliminaTotti a sta gente non ha manco bisogno de guardalla'n faccia.
Penso che l'eccessiva importanza a Beckham sta nel fatto che il terzo episodio della saga ruoterà attorno alla vicenda del protagonista e dello stesso Bechkam che migreranno negli States. La cosa strana è che i media ci hanno raccontato che Bechkam ha deciso solo quest'anno di andare là...forse c'è un giro di soldi sotto sotto che neanche immaginiamo...mah.
RispondiEliminaSaluti
ma a dire il vero nel terzo capitolo della saga il Munez vincerà il mondiale con la sua Nazionale Messicana, infatti le scene sono state girate l'anno scorso durante i mondiali...
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