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23.10.07

Leoni Per Agnelli (Lions For Lambs, 2007)
di Robert Redford

FUORI CONCORSO
FESTA DEL CINEMA 2007

Il film politico americano. Un genere a tutti gli effetti direi ormai, con le sue figure archetipe e il suo andamento standard. Il politico corrotto ma abile, il giovane pieno di ideali che combatte per un paese migliore e il giornalista morale, tutti incastonati in un microcosmo che sembra ignorare i grandi eventi, concentrato unicamente sul quotidiano.
Redford da sempre è un appassionato di questo tipo di cinema, uno di quelli che più se n'è occupato direi, sia da attore che da autore, sempre con una prospettiva liberal naturalmente (i conservatori come Eastwood non fanno film politici con questo stile). Ma in Lions For Lambs Redford sembra quasi più conservatore dei conservatori.
Abbiamo preso in giro per una vita i francesi con il loro mito e la grandeur, ma ora gli americani stanno andando decisamente oltre. Quando un noto liberal fa un film che va contro l'amministrazione e decide comunque di puntare tantissimo sulla retorica delle lacrime davanti alla bandiera, dei "nostri magnifici ragazzi", dei saluti militari e del popolo dei coraggiosi, siamo al massimo possibile del nazionalismo.

Idealismi a parte il film è francamente noioso, incentrato su tre diverse scene che si intrecciano (l'ufficio di un professore che cerca di convincere uno studente promettente a mettersi in gioco per cambiare il paese, l'ufficio di un importante politico che in un'intervista in esclusiva cerca di convincere la reporter che vinceranno la guerra, e l'avvio di un'importante operazione militare in Afghanistan).
I tre piani del racconto gradualmente si intrecciano sia per valori e simbolismi che per motivi di trama, anche se sostanzialmente viaggiano autonomi (cosa anche apprezzabile), non fosse che poi il cuore di tutto è davvero solo la retorica di "credere nel nostro paese", fatta mostrando chi ci crede operativamente (soldati), chi crede solo in se stesso (politico), chi riscopre gli ideali (giornalista), chi li ha sempre conservati (professore) e chi scopre di averne (studente).

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