Per questo film occorre fermarsi un attimo. Non siamo di fronte a Moccia, a Neri Parenti o ad un qualsiasi altro espediente commercial-cinematografico. Il film di Silvio Muccino vuole con tutte le sue forze essere cinema alto, altissimo, vuole in ogni momento essere il miglior cinema immaginabile (anzi immaginato), non vuole fare risultato al botteghino ma commuovere tutto e tutti e non è neanche furbo. Parlami D'Amore in sostanza pretende e non raccoglie.
Vale allora la pena spendere due parole, perchè le professionalità coinvolte e la cura nella realizzazione non sono sbrigative e da quattro soldi, come capita solitamente per il cinema facile che cerca i molti incassi, qui è stato fatto un lavoro meticoloso e probabilmente anche faticoso, si sono spesi soldi e si sono cercati bravi attori ma senza la minima coscienza di cinema vero. E' a priori, prima di iniziare a girare che il film ha preso una piega da condannare.
Perchè di cinema ce n'è molto nel film di Muccino. Di cinefilia spicciola, di citazioni geografiche improbabili, frasi da romanzo harmony, controluce, scene madre e attente colorazioni la pellicola trabocca in ogni momento. Ma a mancare è una vera e autentica idea di cinema.
Quello che si vede da questo film è che il cinema per Silvio Muccino è il livello più superficiale dei grandi capolavori, è cercare di colpire lo spettatore nella maniera più diretta e scontata possibile. Non ci sono allusioni, non ci sono rimandi e non c'è rispetto, c'è la ferma volontà di essere poetico e di esserlo a tutti i costi in ogni scena. "Non puoi avere un film di scene madri" dice un vecchio adagio hollywoodiano, perchè il cinema è costruzione attenta, è racconto bilanciato anche quando è pronto ad esplodere in determinati momenti. Ecco Muccino tutto questo lo ignora per raggiungere tutto e subito.
E allora il suo personaggio non fa il restauratore ma "riporta in vita il legno", vive a torso nudo in una casa sfatta ma con dentro un pianoforte a coda, è povero ma pieno d'amore e sensibilità, si aggira solo quando piove e senza ombrello, vive di stenti ma gioca a poker (vincendo solo perchè gli entrano i punti non perchè sia abile), è innamorato della stessa ragazza da quando ha 8 anni ma non la conosce, parla solo d'amore e passa da una reazione passionale all'altra. Il risultato è chiaramente esilarante ma solo se non si pensa che il film è stato riconosciuto di interesse culturale dal Ministero (cosa incautamente sbandierata con un grosso cartello ad inizio film).
Non è cinema da quattro soldi questo, è cinema stupido. Vorrebbe essere cinema di forti passioni che mette lo spettatore di fronte ad un simulacro delle emozioni umane ma in realtà si avvicina all'orecchio di chi è in sala e urla fortissimo presupponendo che più urla, più accumula sentimentalismo spiccioli e figure retoriche emotive (la pioggia contro il vetro retroilluminato mentre una donna seminuda, ma con i tacchi alti e con i capelli bagnati suona il pianoforte), più lo spettatore si emozionerà.
Vale allora la pena spendere due parole, perchè le professionalità coinvolte e la cura nella realizzazione non sono sbrigative e da quattro soldi, come capita solitamente per il cinema facile che cerca i molti incassi, qui è stato fatto un lavoro meticoloso e probabilmente anche faticoso, si sono spesi soldi e si sono cercati bravi attori ma senza la minima coscienza di cinema vero. E' a priori, prima di iniziare a girare che il film ha preso una piega da condannare.
Perchè di cinema ce n'è molto nel film di Muccino. Di cinefilia spicciola, di citazioni geografiche improbabili, frasi da romanzo harmony, controluce, scene madre e attente colorazioni la pellicola trabocca in ogni momento. Ma a mancare è una vera e autentica idea di cinema.
Quello che si vede da questo film è che il cinema per Silvio Muccino è il livello più superficiale dei grandi capolavori, è cercare di colpire lo spettatore nella maniera più diretta e scontata possibile. Non ci sono allusioni, non ci sono rimandi e non c'è rispetto, c'è la ferma volontà di essere poetico e di esserlo a tutti i costi in ogni scena. "Non puoi avere un film di scene madri" dice un vecchio adagio hollywoodiano, perchè il cinema è costruzione attenta, è racconto bilanciato anche quando è pronto ad esplodere in determinati momenti. Ecco Muccino tutto questo lo ignora per raggiungere tutto e subito.
E allora il suo personaggio non fa il restauratore ma "riporta in vita il legno", vive a torso nudo in una casa sfatta ma con dentro un pianoforte a coda, è povero ma pieno d'amore e sensibilità, si aggira solo quando piove e senza ombrello, vive di stenti ma gioca a poker (vincendo solo perchè gli entrano i punti non perchè sia abile), è innamorato della stessa ragazza da quando ha 8 anni ma non la conosce, parla solo d'amore e passa da una reazione passionale all'altra. Il risultato è chiaramente esilarante ma solo se non si pensa che il film è stato riconosciuto di interesse culturale dal Ministero (cosa incautamente sbandierata con un grosso cartello ad inizio film).
Non è cinema da quattro soldi questo, è cinema stupido. Vorrebbe essere cinema di forti passioni che mette lo spettatore di fronte ad un simulacro delle emozioni umane ma in realtà si avvicina all'orecchio di chi è in sala e urla fortissimo presupponendo che più urla, più accumula sentimentalismo spiccioli e figure retoriche emotive (la pioggia contro il vetro retroilluminato mentre una donna seminuda, ma con i tacchi alti e con i capelli bagnati suona il pianoforte), più lo spettatore si emozionerà.
Hai confermato i miei più cinici pregiudizi. Un cinema gridato, di cui già la recitazione del trailer è urticante, per non dire della trama... Ma in fondo cosa aspettarsi da uno che ha fatto la gavetta pritetto dalle ali del fratello e si ritrova a fare il regista?
RispondiEliminaQuel che dici non è campato in aria, sicuramente questo film ha avuto una genesi facilitata (anche dal fatto che è tratto da un libro molto venduto sempre di muccino), penso e spero che fosse provenuto da una persona con un altro cognome non avrebbe avuto l'approvazione di un produttore, anche perchè film COSI' fortunatamente non se ne vedono in giro.
RispondiEliminaTuttavia solitamente non parto con i pregiudizi a causa del nome, ce ne sono di ottimi professionisti con nomi altisonanti e giuro (GIURO!) che mi ero avvicinato al film senza pregiudizi.
Se GIURI così non posso far altro che crederti.
RispondiEliminaOvviamente quello che avevo da dire l'ho già detto e dato che so che Muccino jr è un tipo rissoso spero pure che venga a trovarmi sotto casa... a parte questo riguardo al fatto che il ministero lo approvi non mi stupisce...ha dato soldi anche per " e adesso sesso"
Questo è vero.
RispondiEliminaCerto che se Muccino jr viene proprio sotto casa tua per fare a botte è quasi un mito...
Mi pare di capire che in confronto Scarlet Diva e' da rivalutare, o esagero?
RispondiEliminaConfermi che e' comunque un brutto divertente, da vedere (rigorosamente IN COPIA ILLEGALE - che per essere sicuro che e' illegale lo faccio scaricare da E-mule al mio vicino e poi gli entro in casa rompendo una finestra e gli rubo il portatile)?
Si mi sento di confermare che la visione può essere altamente soddisfacente nei seguenti casi:
RispondiEliminaa) proiezione di massa in cinema radical chic con platea che ride
b) visione per la quale non si è pagato
c) visione in compagnia di stretto nucleo di amici in vena di goliardia spicciola
d) visione in compagnia dell'autore che commenta le piccole raffinatezze di ogni scena
e) visione in compagnia di 15enne sognante
Tutti gli altri casi potrebbero scatenare violenza e disillusione nei confronti del futuro.
Ho sempre avuto un'avversione per i film-panettone-commerciale, ma se c'è una categoria che mi indispone ancora di più sono proprio i film "furbi", wannabe-autore come - da come ne parli - mi pare che sia il film di Muccino.
RispondiEliminaesatto la categoria è quella.
RispondiEliminaMa si tratta di uno dei massimi esponenti...
Prendendo il punto b) come fondamentale complemento ai punti a), c), d), e), e non come caso a parte, voglio provare tutte e quattro le esperienze. Alla fine del punto d) porto Muccino davanti al muro di "Il conformista" e lo malmeno.
RispondiEliminaE allora il suo personaggio non fa il restauratore ma "riporta in vita il legno"
RispondiEliminageppetto quindi.
geppetto postmoderno.
che genio...
geppetto...geniale
RispondiEliminaecco una buona idea per Valido, picchialo con un ciocco di legno semianimato.
RispondiEliminaTu come gli altri parli per sentito dire. Lo so, lo so... l'ho sentito dire.
RispondiEliminaadoro questo post! e odio il cinema stupido fatto di muccino, e in alternativa, di moccia e compagni!
RispondiEliminae ti linko spudoratamente!
http://www.leroseinglesi.it/public/post/parlami-d-amore-stupido-143.asp
Ma che si insulta così un film brutto? Ma cosa sono questi insultini mezzo velati radical chic?!
RispondiEliminaParlami d'amore fa rate al cazzo, e Muccino sei un coglione.
Cosi si insulta un film.
Sto giro hai tentato in tutti i modi di non insultare l'autore/il film (che leggendoti potrebbe persino pensare di non essere andato malaccio) ma credo di essere più vicino al pensiero di frankie666 (il film ancora non l'ho visto e non lo vedrò mai): è necessario, soprattutto in questo momento e soprattutto a questo paese, dare il nome giusto alle cose... se è una MERDA ti prego scrivi che è una MERDA.
RispondiEliminabella franco
RispondiEliminaDire "è una merda" mi sembrava un po' generico e poco efficace, non rispettoso della maniera tutta particolare in cui Parlami D'Amore è idiota.
RispondiEliminaComunque suppongo che la frase calzi l'occasione.
Si, Parlami D'Amore è unammerda.
La volgarità vince ancora una volta.
Deciso, investirò 5 euri e 50 e un pomeriggio di questi, messo un anonimo impermeabile, occhiali scuri e cappello in testa andrò a vederlo.
RispondiEliminaAnzi no: mi sa che dirotto i 5 euri e 50 su un mezzolitro di birra. Al resto ci penserà il mulo, che cazzo, non sia mai che qualcuno mi dirà in futuro di aver contribuito al successo di muccino.
Certo ammetto che mi farebbe comodo un infiltrato nelle sale per il primo weekend, quando c'è il pubblico che a vedere muccino ci vuole andare subito.
RispondiEliminaPerchè io ho proprio l'idea che non piacerà nemmeno a loro. Ho idea che questa volta nemmeno il pubblico che solitamente dà successo a questo tipo di cinema l'amerà. Perchè non è nemmeno furbo, anzi...
hai detto "idea di cinema"! questo la vedo bene per una visione collettiva nerd tramite skype.
RispondiEliminama questo ancora di più http://youtube.com/watch?v=l1ZLCmqg0hA
Lo sapete cosa ci vorrebbe qui? Un'ammiratrice che entra sdegnata e ribatte a tutti i vostri commenti...
RispondiEliminaSperiamo che succeda.
Eccomi sono un'ammiratrice sdegnata e ora ribatto.
RispondiEliminaScherzo.
Bella la recensione, non ho visto il film ma dipinge bene il soggetto. Quello che mi rattrista è quanto Silvio Muccino sia il gioiello patacca di un sistema Italia stupido e superficiale. E' come quei primi della classe adorati dai professori mediocri.
Certo ha infinite possibilità rispetto ai suoi meriti, ma la cosa peggiore è che anche se giovane è già retorico e vecchio, temo che che invecchierà senza maturare, come i desica i verdone, reucci della montagnola. Come quei secchioni di scuola piccoli e vecchi insieme.
Che se ne vada per dieci anni in giro per il mondo e torni a raccontarci qualcosa di vero.
Daz
O forse, e qui azzardo proprio, date le possibilità e la visibilità di cui gode e di cui godono i suoi film sarebbe opportuno che parlasse di qualcosa che conosce.
RispondiEliminaMa non del consueto mondo alto borghese romano che riempie gli schermi, a questo punto se deve fare film parlasse di famiglie, di rapporti difficili con fratelli maggiori. Dico sul serio, senza insinuare nulla, ma facesse qualcosa di intimo ed esclusivo e non di intimo banale e generalizzato.
C'è riuscito Stallone ce la potrà fare anche lui!
Ad ogni modo credo che le vedremo arrivare le fan, solitamente bisogna aspettare un paio di settimane dall'ufficio, voi non lo sapete ma c'è tutt'ora un traffico di commenti inviperiti in certi vecchi post...
RispondiEliminapotrebbe parlare della zeppola che aveva in bocca e di come è riuscito a togliersela...o poteva fare un bel film ironico su com'è la vita quando hai un fratello regista famose e tu invece fai schifo qualunque cosa fai
RispondiEliminaMuccino jr. è sfigatissimo, se non fosse il FRATELLO DI sarebbo uno dei tanti nessuno
RispondiEliminaProbabile.
RispondiEliminaPerchè ogni sentimento forte e coraggioso viene osservato con sospetto e astio? Perchè la calda luminosità del film, alcune scene oniriche e il conflitto dei personaggi viene irriso e tacciato tourt court di eccessivo, di disordinato? Perchè non proviamo, una volta tanto, a esaminare con più obiettività quel senso di novità e quella ricerca di profondità che il film dell'esordiente Muccino ci ha voluto trasmettere? Coraggio ce la possiamo anche fare a non avere paura!
RispondiEliminaDescrivo
RispondiEliminaciò che descrivo come eccessivo perchè lo trovo eccessivo, nel senso che c'è una linea oltre la quale le cose diventano eccessive, oltre la quale il ridondante, il ripetitivo, il caricaturale e la sottolineatura sono troppo. E Parlami D'Amore ritengo oltrepassi questa linea ripetutamente per tutto il film.
Le motivazioni che adduco sono molte dal fatto che una storia vada costruita precisamente e non possa essere una sequenza di supposte scene madri, la fatto che di novità io non ne vedo. Perchè lo stile messo in campo da Silvio Muccino non è nuovo è solo il solito stile più urlato.
La ricerca di profondità ci sarà anche, ma non raggiunge il suo obiettivo. Sentimenti, desideri ed aspirazioni dei personaggi sono comunicati per stereotipi andando avanti di situazione banale in situazione banale.
Una faccia offesa dovrebbe comunicarmi dolore, un urlo sotto la pioggia la sofferenza? No non bastano, possono esserci ma devono essere parte di un processo e non qualcosa che basta a se stesso.
Hai detto tutto quello che ho pensato pure io guardando questo film involontariamente comico, pomposo e così ricco di stereotipi da farmi rabbrividire di imbarazzo ogni tre battute e due inquadrature, praticamente ho avuto i brividini per due ore.
RispondiEliminahttp://ingliscprof.wordpress.com/
non mi stupisce che tutti i commenti a questo film siano maschili. non e' vero che solo le fans di muccino potrebbero ribattere a delle opinioni cosi' superficiali.non conosco i precedenti film di silvio muccino e sinceramente non credo li vedro, forse il film non e' riuscito a trasmettere cio' che nel libro cattura. Non ho mai visto film di moccia ne tantomeno letto un suo libro ma c'e' sicuramente una grande differenza. miei cari parlare d'amore e' un atto di coraggio in questo schifo di mondo. dire faccio il restauratore o dire riporto in vita il legno e' un nuovo modo di esprimersi tanto per dare passione al lavoro o a cio' che si puo' fare senza denigrarlo o sminuirlo.Imparare ad esprimersi con passione e fantasia e' un pregio probabilmente a voi negato. mi dispiace per la poverta' di questi commenti, avrebbe avuto senso una critica negativa un po' piu' "costruttiva" e meno scontato.
RispondiEliminaSono capitata qui per caso e sono rimasta inchiodata ad una recensione che trovo assolutamente sensata e calibrata, ad un'analisi lucida ed impeccabile.
RispondiEliminaSono d'accordo con la tua linea ed il giudizio asciutto !
Ed è il caso che anche un Silvio Muccino se ne accorga ...
Giorgia
Magari
RispondiEliminaGià...magari...
RispondiEliminaCiao Gparker!
Giorgia