Il 3D: la tesi complottista (un post debeppegrillizzato)

Senza lasciarsi andare a clamorose rivelazioni su grandi manovre di cui siamo all'oscuro ci sono dei particolari inediti e interessanti che sono emersi nel corso del 3D Day di Bologna. Particolari ai quali non avrei dato nemmeno ascolto se non li avessi sentiti uscire dalla bocca del segretario generale dell'ANEC e che vi riporto etichettandoli come "tesi complottista".

Lo stesso segretario generale me l'ha messa come: "I complottisti sostengono che..." lasciando intendere che nemmeno lui creda fino in fondo che le cose stiano effettivamente così. Tuttavia come sempre un fondo di verità c'è.
Per questo ora espongo la tesi complottista e di seguito quello che a me è sembrato di capire possa essere una probabile realtà.

LA GRANDE TRUFFA DEL 3D
Intorno ai primi anni del 2000 la proiezione digitale diventa non solo una realtà ma un progetto effettivo. Proiettori digitali e soprattutto distribuzione digitale. Alta qualità di visione e abbattimento dei costi di veicolazione dei film.
I distributori sono entusiasti: se tutti adottano i proiettori digitali loro risparmiano milioni. Con questo scopo danno il via ad una campagna per l'ammodernamento delle sale, ammodernamento che tuttavia non prende piede perchè questi proiettori digitali costano parecchio e agli esercenti non ne viene nulla. Digitale o pellicola il costo del biglietto è lo stesso e di certo una visione digitale non attirerà più spettatori.
Così viene creato il virtual print fee, un sistema per il quale gli esercenti possono richiedere al distributore di finanziare l'installazione del proiettore digitale. I soldi che si risparmiano nel distribuire si reinvestono nell'ammodernare. In sostanza: "A te conviene e quindi te lo paghi".

Proprio negli anni dell'instaurazione del virtual print fee (circa due anni fa) parte alla grande il discorso del 3D. Katzenberg e altri cominciano a non parlare d'altro. Bisogna passare al 3D, tutti col 3D, i film in 3D, il 3D è il futuro ecc. ecc.

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Occorre sapere che per avere il 3D in una sala è OBBLIGATORIO avere un proiettore digitale (in sostanza la tecnologia 3D è una plugin da aggiungere al proiettore digitale), ma siccome per vedere un film in 3D si paga di più la cosa comincia a convenire anche alle sale e dunque non ci sono più gli estremi per richiedere il virtual print fee. Il modello diventa: "Ora che conviene anche a voi lo pagate anche voi!".

E così stanno le cose adesso: in linea di massima i proiettori 3D se li pagano le sale (al massimo la distribuzione partecipa con una quota) e infatti tutto va a rilento.
Non a caso però a spingere più di tutti per questa tecnologia sono gli uomini di punta delle società che più ci guadagnerebbero da una distribuzione digitale: Katzenberg (mr. Dreamworks), Spielberg (mr. Universal), Cameron (mr. 20th Century Fox), Zemeckis (mr. Disney), Jackson (mr. New Line), Burton (mr. Warner) e Lucas (mr. Guerre Stellari rieditato in 3D).
La "truffa" starebbe tutta nel fatto che si cerca di far passare al 3D quante più sale possibili dando l'idea di un futuro quasi tutto in 3 dimensioni così che il digitale arrivi nei cinema e poi in realtà il tridimensionale potrebbe (per quanto concerne ai distributori) anche essere abbandonato non dovesse funzionare commercialmente.

LA PROBABILE VERITA'
Personalmente dubito che Cameron, Spielberg e Tim Burton si stiano spendendo così tanto per questi motivi. E non perchè siano esseri umani buoni quanto perchè per una vita hanno provato di non essere primariamente uomini d'affari (nonostante Spielberg il dubbio lo metta...) e perchè stanno sperimentando tantissimo in un campo d'azione totalmente nuovo. Mi sembra difficile che Cameron dica quel che dice e si esponga così tanto annunciando l'alba di una nuova era consapevole di stare tirando la sòla. Non ci credo molto.

Credo invece che in effetti questa cosa del 3D giunga proprio a fagiolo per i distributori.
Mi sembra dunque più probabile che sia parecchio tempo (come del resto abbiamo visto) che la tecnologia stereoscopica orbiti intorno al cinema, parecchio tempo che qualcuno tenta di farla decollare e parecchio tempo che ci siano le volontà di sperimentarla seriamente (no come in passato con lo Squalo 3D).
A questo punto il problema del virtual print fee può essere stato l'ultimo passo che ha spinto molti distributori (che spesso sono gli stessi produttori) a decidersi ad appoggiare davvero il 3D, con l'idea che se dovesse andare male almeno si saranno ammodernate le sale.
In questo senso mi sembra anche probabile che in un futuro il 3D non venga abbandonato, ma che la visione stereoscopica possa limitarsi più semplicemente ad una determinata categoria di film. E questo non ci voleva il complotto per scoprirlo.

Non saranno il 100% e nemmeno il 70% dei film ad essere in 3D di qui a 6 anni, ma secondo me circa il 40%. Cosa abbastanza normale e prevedibile che tuttavia non è ciò che ad oggi si va sbandierando per convincere quante più sale è possibile ad operare il passaggio. In questo rimane una certa idea di "imbonimento" finalizzata alla copertura delle sale con il digitale spendendo il meno possibile.

Da un'altra parte però il digitale è veramente una svolta e non solo per i distributori, da una copertura buona del digitale (e il conseguente abbassamento dei prezzi dei proiettori e quindi l'arrivo di tali modelli anche in sale più piccole) ci guadagna anche lo spettatore.
Se tentare seriamente di diffondere una mentalità per il cinema in 3 dimensioni (rischiando poi che si riveli qualcosa di buono e di durevole) è il grimaldello per avere cinema digitali, alla fine io ci posso stare.