Come non fare un horror 3D? I film di paura erano il genere che una volta regnava nel mondo del tridimensionale e ora che abbiamo migliorato tutta l'esperienza della terza dimensione ci mancava un sano film horror. Per mettere questa bandierina si è scelto il remake (soggetti originali chiaramente nemmeno a parlarne...) di un vecchio film canadese mai uscito in Italia e considerato un cult da Tarantino (strano! Ma qualcuno controlla che siano vere queste supposte dichiarazioni del regista?).
Diciamo che San Valentino di Sangue 3D è un sano horror vecchio stampo, dove per vecchio si intende quello stampo canonizzato negli anni '70/'80. C'è una morte accidentale (ma neanche troppo), un gruppo di ragazzi che va a fare baldoria dove non dovrebbe e un killer che sembra onnipotente e che non ammazza, sventra.
Se vi aspettate una qualche minima novità sarete delusissimi, il film attinge nel mare magnum del già visto senza alcuna remora. Non conta niente la trama e (a giudicare da quel che si vede) non conta niente nemmeno il film, stavolta conta il gesto, conta farle in 3D quelle solite cose e farle bene. Come nei film dei parchi giochi.
Lo splatter è il genere coatto per eccellenza, il genere in cui si esagera in tutto (donne esagerate, sangue esagerato, killer esagerati, reazioni esagerate ecc. ecc.) poteva il 3D essere sobrio?? Ovviamente no, se ne abusa dall'inizio alla fine, specialmente quando non ce ne sarebbe motivo, tuttavia io, che ho spesso criticato l'affidabilità e la qualità di questa tecnologia, ammetto che stavolta regge botta, non infastidisce e immerge abbastanza.
Alla fine però secondo me la cosa vincente davvero (di cui tanto non si accorgerà nessuno ma poco importa) non è il 3D e non è l'horror 3D, ma il digitale. Ho visto il film in un cinema bello grosso (una degli ultimi grossi monosala) e l'effetto di quel bel digitale pulito era stupendo. Ai malati preciso che è stato girato con la Red One.
Diciamo che San Valentino di Sangue 3D è un sano horror vecchio stampo, dove per vecchio si intende quello stampo canonizzato negli anni '70/'80. C'è una morte accidentale (ma neanche troppo), un gruppo di ragazzi che va a fare baldoria dove non dovrebbe e un killer che sembra onnipotente e che non ammazza, sventra.
Se vi aspettate una qualche minima novità sarete delusissimi, il film attinge nel mare magnum del già visto senza alcuna remora. Non conta niente la trama e (a giudicare da quel che si vede) non conta niente nemmeno il film, stavolta conta il gesto, conta farle in 3D quelle solite cose e farle bene. Come nei film dei parchi giochi.
Lo splatter è il genere coatto per eccellenza, il genere in cui si esagera in tutto (donne esagerate, sangue esagerato, killer esagerati, reazioni esagerate ecc. ecc.) poteva il 3D essere sobrio?? Ovviamente no, se ne abusa dall'inizio alla fine, specialmente quando non ce ne sarebbe motivo, tuttavia io, che ho spesso criticato l'affidabilità e la qualità di questa tecnologia, ammetto che stavolta regge botta, non infastidisce e immerge abbastanza.
Alla fine però secondo me la cosa vincente davvero (di cui tanto non si accorgerà nessuno ma poco importa) non è il 3D e non è l'horror 3D, ma il digitale. Ho visto il film in un cinema bello grosso (una degli ultimi grossi monosala) e l'effetto di quel bel digitale pulito era stupendo. Ai malati preciso che è stato girato con la Red One.
conta che ieri mentre vedevo il trailer pensavo di mandarti un mess per chiederti info.
RispondiEliminagrazie, ormai non serve nemmeno più interpellarti direttamente.
prevenire è meglio che curare.
RispondiEliminaQuando è il caso di rispondere alla domanda: "Andiamo a vederlo?", "Ma anche no..."
RispondiEliminaAle55andra
E UN FILM SPLATTER SCHIFOSO CHE FA RIMANERE TRAUMATIZZATI TUTTA LA VITA
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