I film d'azione hollywoodiani, anche quelli che puntano molto sul non prendersi sul serio e sui toni da commedia, hanno quasi sempre un problema: suonano datati e un po' stupidi nel modo in cui dispongono i rapporti di forza tra maschile e femminile. Nel mettere in scena la classica dinamica uomo forte/donna da salvare è difficile che si trovi la chiave più giusta per non sconfinare nel maschilismo, cioè quella che consente alla "donna da salvare" di essere tale solo nominalmente e contribuire al proprio salvataggio senza scadere nel ridicolo.
Innocenti Bugie questo problema lo supera a piedi pare con un doppio salto mortale interessantissimo, reso possibile da una sceneggiatura magistrale che mette le pezze anche su un direzione scadente come poche (ma perchè?? Mangold era uno capace!) e due protagonisti totalmente fuori parte e svogliati, i quali solo alla fine riescono ad essere plausibili, cioè dopo che il piacere della narrazione ha preso il sopravvento sulla totale inadeguatezza.
Si racconta dell'incontro tra un uomo e una donna, lei subito rimane affascinata dal savoir faire di lui, dal suo essere uomo forte, ma tempo 5 minuti e si trova coinvolta in iperbolici inseguimenti e sparatorie perchè in realtà lui è un agente segreto accusato di tradimento e ricercato dall'FBI.
Ciò che però differenzia Innocenti bugie dai molti altri insipidi film sul tema che abbiamo visto è un punto di vista davvero femminista sulla questione (tuttavia lo script è opera di un uomo). Non quel femminismo d'accatto che fa fare la parte dell'uomo alla donna, ma quello che mantenendo fisso e classico il ruolo della donna, ne aumenta l'importanza portandola a livelli realistici e plasmando un mondo visto attraverso i suoi occhi.
Innocenti bugie dunque è tutto visto dal punto di vista della donna (la tipica persona comune in circostanze straordinarie) mentre l'eroe del caso (il knight del titolo originale) è solo inizialmente desiderabile, in virtù del suo charme, ma in seguito, approfondendo la conoscenza, si rivela sempre più cretino, infantile e vanaglorioso sebbene superumano. Insomma accumula tutti quei difetti che le donne spesso percepiscono quando l'uomo ha esagerati atteggiamenti machisti.
Senza rinunciare ai suoi desideri più basici (per l'appunto l'idea di un uomo forte) la protagonista, vittima di eventi più grandi (lei non è certo un agente segreto), non si fa salvare ma lotta a modo suo, anche goffo magari, per il proprio destino.
Fin dal titolo (originale) dunque Innocenti bugie è una revisione, al limite dello spoof, del mito del principe azzurro o cavaliere dall'armatura scintillante, che vede uno 007 reaganiano per lo scemo che è, senza però negarne il fascino primordiale (il montaggio rapido del viaggio fatto mentre lei è incosciente è esilarante, come anche il pezzo in cui pretende di essere baciata nel mezzo della sparatoria).
Innocenti Bugie questo problema lo supera a piedi pare con un doppio salto mortale interessantissimo, reso possibile da una sceneggiatura magistrale che mette le pezze anche su un direzione scadente come poche (ma perchè?? Mangold era uno capace!) e due protagonisti totalmente fuori parte e svogliati, i quali solo alla fine riescono ad essere plausibili, cioè dopo che il piacere della narrazione ha preso il sopravvento sulla totale inadeguatezza.
Si racconta dell'incontro tra un uomo e una donna, lei subito rimane affascinata dal savoir faire di lui, dal suo essere uomo forte, ma tempo 5 minuti e si trova coinvolta in iperbolici inseguimenti e sparatorie perchè in realtà lui è un agente segreto accusato di tradimento e ricercato dall'FBI.
Ciò che però differenzia Innocenti bugie dai molti altri insipidi film sul tema che abbiamo visto è un punto di vista davvero femminista sulla questione (tuttavia lo script è opera di un uomo). Non quel femminismo d'accatto che fa fare la parte dell'uomo alla donna, ma quello che mantenendo fisso e classico il ruolo della donna, ne aumenta l'importanza portandola a livelli realistici e plasmando un mondo visto attraverso i suoi occhi.
Innocenti bugie dunque è tutto visto dal punto di vista della donna (la tipica persona comune in circostanze straordinarie) mentre l'eroe del caso (il knight del titolo originale) è solo inizialmente desiderabile, in virtù del suo charme, ma in seguito, approfondendo la conoscenza, si rivela sempre più cretino, infantile e vanaglorioso sebbene superumano. Insomma accumula tutti quei difetti che le donne spesso percepiscono quando l'uomo ha esagerati atteggiamenti machisti.
Senza rinunciare ai suoi desideri più basici (per l'appunto l'idea di un uomo forte) la protagonista, vittima di eventi più grandi (lei non è certo un agente segreto), non si fa salvare ma lotta a modo suo, anche goffo magari, per il proprio destino.
Fin dal titolo (originale) dunque Innocenti bugie è una revisione, al limite dello spoof, del mito del principe azzurro o cavaliere dall'armatura scintillante, che vede uno 007 reaganiano per lo scemo che è, senza però negarne il fascino primordiale (il montaggio rapido del viaggio fatto mentre lei è incosciente è esilarante, come anche il pezzo in cui pretende di essere baciata nel mezzo della sparatoria).
ma la locandina...... cosa ricorda, per diamine?!
RispondiEliminacharlie's angels?
il bianco e nero sparato?
Mr. and Ms. Smith?
COSA?
Una pubblicità Calvin Klein
RispondiEliminaMa una cosa mi sono sempre chiesto: perchè vai a vedere questi film?
RispondiElimina1) Perchè ti va (e giustamente sono anche fatti tuoi).
2) Perchè lo devi fare per lavoro dovendoli poi recensire.
3) Per il gusto di vedere tutto e di tutto, e poi in caso giudicare.
4) Perchè qualcuno ti ci ha costretto o ti ha chiesto un favore.
No te lo chiedo perchè io non uscirei mai di casa per andare a vedere un film del genere, e credo di non conoscere nessuno che lo farebbe, e sono curioso di sapere cosa spinge una persona cinematograficamente colta a vedere l'ennesimo film che apparentemente non serve a nulla.
Ritrovarsi sorpresi a fronte di un pregiudizio negativo alla fine è una di quelle cose che più risvegliano la magia dei film.
RispondiEliminaRicordo una sera tardi, accendo la tv e su rete4 mi imbatto in un film. Prima scena: dei ragazzini, quattro o cinque, discutono tra loro dentro una casetta su un albero.
La tv non si vedeva molto bene e, nell'impossibilità di giudicare bene la fotografia, avevo battezzato il film come il tipico prodotto anni '90/'00 per ragazzi, di quei film insignificanti, eredi poveri del genere dei Goonies o di Explorer.
La visione prosegue, vengo colpito dai dialoghi, ben scritti, dalle psicologie insolitamente delineate e dall'immersione totale nell'età dei protagonisti.
Alla fine il film era un gioiello, non era degli anni 90-'00, ed era...
Stand by me
RispondiEliminaRisposta esatta. :)
RispondiEliminale so tutte
RispondiEliminaI film scandinavi per bambini che danno la mattina su Rete4 sono una categoria cinematografica (e ontologica direi) a parte, tipo i porno "gonzo", gli "esordi italiani" (grande gparker, parole sante) e i b-movies giapponesi.
RispondiEliminaNon c'entra niente e anzi chiedo scusa in anticipo, ma volevo chiedere una cosa a Fabio che se non ricordo male è palermitano e illuminato: sono settimane (da qui: http://iosonobarakaldo.blogspot.com/2010/09/parlare-di-arancine-favignana-con-i.html) che sono ossessionato dalle arancine e in particolare su dove si mangiano le migliori arancine a Palermo, vorrei conoscere anche la tua opinione. Grazie.
Sì, senor dionigi, sono di Palermo... illuminato non saprei. Ma credo di sì, visto che noi palermitani in genere abbiamo problemi solo con l'acqua.
RispondiEliminaLe arancine della foto sono in realtà arancini di riso, come si fanno nella sicilia orientale.
A Palermo trovi le arancine, più grandi e dalla forma sferica (o al massimo leggermente allungata, per distinguere il ripieno).
Io personalmente non sono un amante di questa specialità, visto che ho una leggera intolleranza al riso. Ad ogni modo, per chiara fama le arancine più buone sono quelle del Bar Mazzara, della Pasticceria Oscar e del Bar Accardi.