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7.12.11

Mosse Vincenti (Win Win, 2011)
di Thomas McCarthy

Se il posizionamento di un film nel sistema distributivo italiano si potesse trasformare in "definizione di genere", allora Mosse Vincenti sarebbe una commedia da messa in onda su Sky o canale digitale terrestre a pagamento di domenica pomeriggio. Una commedia dai toni soffici, dall'andamento malinconico ma dalla risoluzione invariabilmente positiva. Forse la tipologia di prodotto americano più vicino alla sensibilità e al modo di fare e fruire cinema italiano.

Al centro stavolta c'è Paul Giamatti, fisico e volto che ben si prestano a questa riduzione indie, questa commedia piccola che parla di una famiglia umile della provincia del New Jersey alle prese con problemi economici da americano medio in un'era di crisi economica, che compie piccole meschinità che saprà scontare.
Ecco se c'è una caratteristica distintiva di questo tipo di film è l'irriducibile volontà di acquietare qualsiasi contrasto e regalare una cattiveria alla portata di tutti, che non disturbi e che sia sanata nei poco più di 90 minuti di racconto. I personaggi vengono presentati come umanamente fallati, se non proprio cattivi, per gradualmente mostrarsi come realmente sono, buoni come tutti gli altri, e in questo processo annacquare qualsiasi caratteristica interessante che il film (o meglio il suo trailer) poteva presentare.

Mosse vincenti in particolare utilizza la lotta greco romana in una palestra di provincia, dove non si sa se sono più perdenti gli allenatori o i ragazzi che si allenano, per raccontare una storia di seconde occasioni e ricerca d'affetto. Quando nella vita dello squallido allenatore arriva l'adolescente problematico ma bravissimo nella lotta, tutto cambia e vira verso il buonismo. 
Immaginate la smorfia di rassegnazione che avete visto mille volto sul volto del pur bravissimo Paul Giamatti: Mosse vincenti è un film così.

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