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BERLINALE 2012
In Russia un collettivo di artisti noto come Voina (che significa "guerra") compie azioni di protesta estemporenee e le filma per poi metterle online. La ripresa dell'evento è la documentazione dell'opera d'arte metropolitana che per sua natura è fugace (come per Banksy, le foto sono importanti tanto quanto l'opera in sè).
Il documentario li riprende mentre studiano e mettono a punto una delle loro opere più note, il rivoltamento di un'auto della polizia russa, simbolo della necessità di soverchiare un regime costrittorio. Come prevedibile gli appartenenti al collettivo (che comprende un marito e una moglie con bambino di meno di un anno), sono scoperti e catturati dalla polizia. Dopo 3 mesi di prigione uno di loro è liberato mentre l'altra sarà portata in centrale, non senza una scarica di botte, durante una manifestazione.
L'idea del documentario è mostrare la violenta repressinoe della polizia agli atti del Voina. Molto si concentra sulle ingiustizie, i metodi da gestapo, la privazione di libertà e la violenza. Eppure tutto sa di pretestuoso.
Nonostante la situazione russa sia nota e nonostante le opere di Voina siano molto interessanti, questo documentario lo è molto meno. Tomorrow è un corollario cronachistico che insiste sulla componente più becera e ruffiana (il bambino della coppia è costantemente in primo piano lasciando intuire che subisce traumi per quel che accade ai genitori), colpendo basso lo spettatore tanto quanto la polizia fa con il collettivo.
Inutile come valore aggiunto delle loro opere, parziale come opera di cronaca, noioso come racconto e ruffiano come film, Tomorrow vale poco da qualsiasi parte lo si guardi.
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