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4.3.12

Gli sfiorati (2012)
di Matteo Rovere

In una cornice alto borghese in cui si dice poco e si sottende molto, due fratelli attratti sessualmente l'uno dall'altro si resistono (più o meno). Mentre una rimane chiusa in casa per timore di uscire, l'altro nel suo lavoro di esperto di grafologia viene a conoscenza della categoria umana scoperta dal collega, quella degli sfiorati, superficiali che prendono parte a tutto senza vivere nulla davvero (così a grandi linee). Inevitabilmente capirà di essere parte anche lui di questa categoria con il suo padre, proprietario un po' coatto di una squadra di calcio, che si sposa e porta la famiglia in giro su una decappotabile d'epoca, l'amico donnaiolo arrivista e la buona società che lo circonda.

A metà tra alcuni personaggi secondari di un film banale di Visconti, un'atmosfera vagamente anni '60 da film di Risi e tutta la possibile irrisolutezza del cinema italiano degli ultimi 20 anni, quello che tanto vorrebbe ma così poco riesce a mettere sullo schermo, Gli Sfiorati sembra districarsi con un forte senso della morale ma molto arretrato, che oggi appare quasi di stampo cattolico.
Funestato da ambizioni intellettuali totalmente fuori portata e intenzionato a girare un film che suggerisce molto per analogia, ellissi, metafora e via dicendo, quello che Matteo Rovere gira (a partire da un libro di Sandro Veronesi da lui sceneggiato per lo schermo) è un film in cui l'ammiccamento sessuale da parte di giovani donne è segno di perdizione, in cui i silenzi sono segno di introspezione e in cui si emettono giudizi sui personaggi.

In tutto questo si inseriscono personaggi più semplici e riusciti (quello di Miriam Giovanelli) al pari di altri abbozzati e più simili a ideali non realmente esistenti che a figure credibili (quello di Asia Argento). Soprattutto l'idea che sembra rimanere è che si tratti di un'umanità fuori dal tempo e dall'attualità, che agisce, si emoziona, si esalta e si spaventa per eventi, accadimenti e fatti che non suscitano più reazioni così radicali. Un film fuori dal tempo senza il beneficio del vintage.

8 commenti:

  1. ah t'avessi letto in tempo gp, li mortacci loro e di questo cinema italiano....:-)

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  2. That's what you get for thinking with your own head!
    E che ti sia di lezione!

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  3. non lo faro' mai piu', smettero' di pensare!

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  4. Anonimo2:18 PM

    Ragazzi,ma l'avete visto sul serio? Mi Sa di no..... Se l'aveste visto,non sareste cosi' negativi.... Il film e' bello invece. Molto piu' del libro,che pure ho letto. e Bosca e Riondino sono spettacolari.

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  5. io di certo l'ho visto e confermo il mio giudizio, lieto però di sentire che i fan del libro ritrovano gli stessi elementi che avevano amato.

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  6. io sono cosi' negativo (TOTALMENTE) proprio perche' l'ho visto. se non l'avessi visto, mi sarebbe rimasta la sensazione di un film forse bello che mi ero perso.
    ma ti pare che commentiamo un film senza vederlooooo?

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  7. Osceno. E io ti avevo anche letto gparker...

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  8. Ma tu sei pazza! Io almeno non avevo pagato!
    Ad ogni buon conto il regista, due giorni prima dell'anteprima mi aveva chiesto l'amicizia su Facebook (che già non è carino) e due giorni dopo la recensione mi manda un messaggio privato e stizzito in cui coregge un mio errore (che in realtà si è scoperto essere un errore di imdb).

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