Pages

12.4.13

Oblivion (id., 2013)
di Joseph Kosinski

PUBBLICATO SU 
Che la cartella stampa distribuita all'anteprima del film si apra con un invito a non diffondere dettagli riguardanti la seconda parte della trama, già è un indizio di serietà. Oblivion vuole fare della meraviglia e dello stupore riguardo la trama un punto di forza, tuttavia, visto il film, è chiaro che questo non sarà vero per gli spettatori più assidui o per gli appassionati di fantascienza. Il film di Joseph Kosinski infatti non solo attinge a diverse opere sci-fi per molti elementi ma in particolare prende il colpo di scena fondamentale della trama da un altro film molto apprezzato (e dal budget infinitamente minore) di pochi anni fa.

Se è dunque la novità e il rigore della trama ad interessarvi forse il nuovo film di Kosinski non fa per voi. Come del resto già ampiamente dimostrato con Tron: Legacy, il regista non ama molto il rigore della sceneggiatura e non è spaventato dal lasciare diversi buchi nella trama, qualche implausibilità o snodi facilmente criticabili. Ad una sceneggiatura inattaccabile preferisce una messa in scena potente, e non esita a sacrificare la prima quando non si concilia bene con la seconda.
Oblivion non è certo il delirio sperimentale e sinestetico che era Tron: Legacy, tuttavia molti elementi di quel film sono ripresi e normalizzati in una trama e uno svolgimento più ritagliato sulle caratteristiche dell'eroe in stile Cruise. Ritroviamo la medesima idea di design e lo stesso rapporto con la colonna sonora (questa volta non i Daft Punk ma gli M.8.3.).

Attento alle invenzioni visive, alle tecnologie future e al design degli elementi Oblivion appare come quel che è: una graphic novel (in realtà mai realizzata). Della forma fumettistica autoconclusiva ha tutte le caratteristiche migliori, quelle che culminano nella capacità di immaginare uno scenario futuro e descriverlo con la minuzia necessaria a dargli vita e respiro.
Quella di Kosinski è dunque la miglior fantascienza contemporanea, anche quando è contaminata dall'eroismo stelleestrisce iniettato da Tom Cruise, anche con le sue trame tutt'altro che solide, perchè è uno delle poche in grado di guardare un futuro non nella plausibilità del suo avverarsi ma nella meraviglia che riesce a suscitare. Nelle sue visioni c'è la sete di un futuro e non solo un pretesto narrativo avventuroso.
Immagini come la casa tra le nuvole, i macchinari che risucchiano le risorse naturali o la Luna distrutta nel cielo (e il racconto di cosa sia successo con la sua distruzione) o ancora la comparsa del Tet, sono insomma espressioni della parte più sensata del fare fantascienza avventurosa e apocalittica.

5 commenti:

  1. mannaggia a te gabrie'!
    ti leggo senza timore di spoiler, ma stavolta m'hai fregato...
    di film sci-fi low-bugtet recenti ce ne sono proprio pochi (non me ne vengono in mente altri oltre QUELLO in verita') e l'ho capito subito il colpo di scena.

    RispondiElimina
  2. no dai non ce n'è uno solo!!
    Ad ogni buon conto se ti può consolare, sgami tutto dopo 10 minuti di film quando gettando la base della trama e spiegando la situazione, perchè già quella è uguale al'altro film (e ad altri 100 prima di lui), dunque non sarebbe un colpo di scena lo stesso.

    RispondiElimina
  3. Ehm. Ma il famoso film dal budget infinitamente minore quale sarebbe?

    RispondiElimina
  4. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

    RispondiElimina
  5. no, Moon. Che c'ha gli stessi elementi di trama

    RispondiElimina