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13.5.13

A Lady in Paris (Une Estonienne à Paris, 2012)
di Ilmar Raag

A Lady in Paris è un film che finge di girare intorno ad una protagonista per nascondere quanto in realtà sia ripiegato sull'altra, ben più nota e più attraente (per il boxoffice e per l'allure intellettuale del suo passato) ovvero Jeanne Moreau. Nel film il suo ruolo non è il primo, perchè dalla trama è in realtà il personaggio di Laine Magi ad essere il collettore di tutti i sentimenti e il primo interprete delle emozioni che ogni evento lascia emergere, una donna estone che seguiamo fin dall'inizio, in Estonia, mentre arranca per tirare a campare con un marito ubriacone fino ad accettare di diventare badante di una signora (anch'essa di origini estoni) di Parigi.

Tuttavia a Lady in Paris (il titolo italiano è inglese ma come quello originale rimarca chi sia il vero centro del film) vive male la centralità di questo personaggio e ogni qualvolta ne ha la possibilità va a cercare la signora benestante interpretata da Jeanne Moreau. Se le due parlano è delle espressioni e dei problemi della Moreau che la macchina da presa si interessa, se la badante prende una decisione sarà il modo in cui questa si riflette nella vita della vecchia signora ciò che seguiremo.
Eppure, anche nel finale, la storia rimane quella della badante e non della signora, configurando la prima come il personaggio scialbo che fa unicamente da trasporto, il viatico che serve al regista per riuscire ad entrare (con l'ottica di chi ne è esterno) nella casa della vecchia signora dallo spirito giovane, combattiva ex cantante che ha rinnegato ogni legame con l'Estonia.

Non è solo una questione di maggior interesse del villain nella trama (perchè Jeanne Moreau personifica l'opposizione che la protagonista incontra nel suo soggiorno parigino) ma realmente il mascheramento della volontà inesprimibile di fare di quel personaggio lì, il vero centro della storia. 
Per questo motivo A lady in Paris non trova mai davvero una dimensione avvincente, perchè si disinteressa del suo personaggio e della sua trama principale, perchè Ilmar Raag per la gran parte del film sembra raccontare una storia che non vorrebbe mai ascoltare.

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