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21.6.05

Rapporto Confidenziale (Mr. Arkadin, 1955)
di Orson Welles

Gregory Arkadin, temuto e potente multimilionario con la passione per le feste in maschera commissiona ad un uomo un rapporto confidenziale su se stesso. Egli sostiene di aver perso la memoria ad un certo punto della sua vita, di essersi ritrovato con dei soldi ed aver fatto partire da lì la sua mirabolante ascesa al potere economico, ma non sa che sia successo prima, e come sia entrato in possesso di quei soldi. Arkadin è uomo ombroso, gretto e senza scrupoli, non esita ad uccidere chi sa che conosce qualcosa del suo passato, la stessa figlia lo chiama "l'orco", agisce per vie oscure e con molta premura senza che si capiscano le vere finalità di questa ricerca sul suo passato.
Arkadin è l'ennesima declinazione di quella figura potente e debordante, shakespeariana in molti sensi, che affascina Welles da sempre, quel misto di intelligenza, audacia, spietatezza, finalizzata alla conquista ed al consolidamento del potere, fiero interprete delle cose del mondo, degli affari e delle cure degli uomini sopra i quali sostiene di ergerssi ma nella cui massa non può che ricadere (significativa la scena all'aeroporto quando non riesce a partire). Sono figure che si risolvono sempre in un universo di tenerezza, appesi ad affetti labili, le uniche cose che non riescono a controllare.
Lo stile di Welles in Rapporto Confidenziale è evoluto, inquadrature sghembe sono la regola e la deformazione è accentuata, si vedono solo soffiti ed oggetti in primo piano. Le solite difficoltà produttive non fanno che aumentare la grandezza dell'opera anche se a tratti l'appesantiscono. Orson è sempre gigantesco, penetrante, misterioso. Mi stupisco ogni volta della coscienza di sè, della propria figura e delle proprie potenzialità che quell'uomo aveva.





2 commenti:

  1. Grande Mr Arkadin! L'ho visto pochi giorni fa grazie a Fuori Orario è sono saltato sulla sedia per bellezza e la velocità del montaggio! Superlativo!

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  2. A me giusto il manierismo di Welles nella fase avanzata un po' mi ha turbato, il fatto che l'inquadratura sghemba diventi la regola non mi piace molto, certo che però tante cose sono proprio uniche.... Il pezzo dell'omicidio al porto è un gioiello di povertà di mezzi e ricchezza espressiva! Per non parlare dello spunto della trama. Ma come faceva a trovare ogni volta una trama che fosse funzionale all'indagine sulla grandezza ela potenza di un uomo?

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