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17.7.05

Cronaca Di Un'Amore (1950)
di Michelangelo Antonioni

Non amo Antonioni, lo dico subito. Anzi cito Truffaut: "Per me il cinema è un arte della prosa. Definitivamente. Si tratta di filmare della bellezza senza averne l'aria o senza avere alcuna aria, a questo tengo enromemente, ed è per questo che non posso abboccare all'amo di Antonioni, troppo indecente.".
Detto questo passo a parlare di Cronaca Di Un Amore, che è l'esordio al lungometraggio di Antonioni, ed è molto bello. Si tratta di uno pseudo-noir che nell'impostazione generale della trama ricorda Ossessione di Luchino Visconti (e quindi anche Il Postino Suona Sempre Due Volte) e che però si distacca dalla forma classica del noir cercando una via personale, che poi è lo stile di Antonioni, fatta di lunghi piani sequenza. La vicenda mostra in sottotrama la decandenza della borghesia e la futilità dei suoi valori, ma mette in scena anche un triangolo di passione e perdizione e soprattuto mostra una visione del mondo e della vita dominata dal caos, dove gli eventi si succedono senza che nessuno riesca a tenerne le fila (com'è tipico del noir).
L'ambientazione milanese è piena di idee estetiche, di luci ed ombre che la rendono una metropoli nera, dominata dall'ambiguità ed i protagonisti che vi sono inseriti si barcamenano tra la ricerca della felicità ed il benessere economico (acquisito per lei, ricercato da lui).
Gli unici difetti del film sono gli antonionismi che si intravedono ogni tanto.




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