Presentato a Cannes finalmente è pronto ad arrivare anche da noi C.R.A.Z.Y., film franco-canadese dal fare leggero e dagli alti proponimenti.
Parlando delle storie di una famiglia con 5 figli (il titolo è l'acronimo dei nomi dei figli), Jean-Marc Vallée, che si concentra più che alro su uno dei figli (dalle tendenze omosessuali) e sul rapporto che intrattiene con il padre, un uomo vecchio stile, disegna una serie di amabili quadretti familiari nei quali anche le controversie più difficili e più forti sono risolte grazie all'amore della famiglia. Un quadro di una società tutto sommato benevolente che premia il buoncuore.
Tutto bene se non fosse che il film cerca pedissequamente l'approvazione dello spettatore, lo arruffiana in tutti i modi possibili (basti dire che colonna sonora trabocca di successi anni '70 dai Rolling Stones, ai Pink Floyd a Bowie) tracciando un percorso che attraversa la storia della moda e dei costumi (da quando il quarto genito nasce ai suoi ventunanni passando tutti gli anni '70). Il risultato è indubbiamente piacevole, anche perchè altrimenti non ci sarebbe arruffianamento, ma con sempre maggiore insistenza durante la visione ci si rende conto che sotto non c'è nulla e ogni segmento, ogni scenetta, ogni sfogo è lì per catturare lo spettatore. L'esempio più forte in questo senso lo si ha nel finale quando compare il titolo e ad ogni lettera si sostituisce il nome di uno dei figli, così finalmente si ha il senso (apparente) del film, ma in realtà è anche questo un artificio per accattivarsi lo spettatore poichè il film non parla del rapporto tra 5 figli o della loro famiglia, il film parla di due di loro e del padre gli altri tre sono appena abbozzati.
E' un cinema che pretende di affrontare temi difficili con un approccio leggero (che in sè non è un male, anzi...) ma alla fine il risultato ricorda molo Mysterious Skin, un accumulo di situazioni emozionali dal quale automaticamente dovrebbe scaturire il senso del film che invece stenta a vedersi.
Uhm... guarda "La Quinceanera". Dovrebbe rientrare in questo genere di film, ma con un approccio molto più sincero.
RispondiEliminaCiao!
Penso che la tua analisi, da spettatore italiano ed europeo (quindi: smaliziato e competente) sia sostanzialmente corretta, ma devi anche tenere conto che il film e' stato fatto per un pubblico canadese, che e' meno superficiale di quello statunitense, ma non cosi' strutturato e critico come quello delle elite europee.
RispondiEliminaProbabilmente il film sarebbe un successo per lo spettatore medio italiano, che ne dici?
Non credo che ci siano nazioni più critiche e nazioni meno. Da noi C.R.A.Z.Y. è stato spinto poco e quindi non avrà molto successo tuttavia sono convinto che ai pochi che lo vedranno piacerà, proprio perchè è ruffiano e tenta in tutti i modi di comprarsi lo spettatore con tecniche di bassa lega che spesso e volentieri funzionano.
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