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8.11.06

Marie Antoinette (id., 2006)
di Sofia Coppola


Eppure ci speravo tanto.
Lontano da Lost In Translation, lontano da Il Giardino Delle Vergini Suicide questo terzo capitolo dedicato alle adolescenti sole di Sofia Coppola prende tutt'altra strada.
Ci viene mostrata una Maria Antonietta effettivamente sola, austriaca in terra francese, in una corte che non è la sua alle prese con riti e obblighi che non conosce e non condivide e immersa in un ambiente infido e pettegolo. Sposata ad un uomo che non conosce e che ha poca voglia di metterla incinta, viene accusata continuamente di non saper stimolare in lui il germe della passione. Poi le feste, lo sfarzo, i vizi fino alla subitanea e improvvisa rivoluzione francese.
L'intento chiaramente è di mostrare un mondo a parte (come era la casetta di provincia delle recluse o il Giappone) talmente lontano da tutto da accorgersi all'ultimo momento della rivoluzione. Sofia Coppola vuole mostrare un mondo interiore fatto di dolcetti, scarpe, casette di campagna, abitini e pettegolezzi, vuole mostrare i tentativi di supplire alla solitudine, il processo interiore di adattamento ad una realtà dalla quale si preferirebbe fuggire.
Come negli altri film il contesto è dato e le protagoniste non si possono ribellare ma si devono adattare. Ma a questo punto meglio davvero Lost In Translation (che esce rivalutatissimo dal confronto), più ritmato (benchè abbia un andamento abbastanza lento) più sincero, vitale e pieno di cose da dire. Perchè al di là di una prima immagine bellissima (quella in basso a sinistra che però nel film è virata sul blu scuro ed è inquadrata decisamente da più in basso) capace di comunicare più di tutto il film (tanto da farmi venire voglia di alzarmi e urlare al capolavoro (e meno male che non l'ho fatto)) non c'è altro, il film poteva finire dopo 40 secondi.
Un peccato, anche perchè ci sono molte idee di visione moderna del '700 che sono interessanti (capigliature e abiti fuori tempo, inquadrature che non si addicono, musiche rock ecc. ecc.) ma si perdono a fronte di un film vuoto.
Ah, nessuno l'ha detto ma ha una bella parte Asia Argento.

9 commenti:

  1. Anonimo9:58 PM

    Me lo state stroncando tutti, grazie per avermi fatto risparmiare soldi e tempo! ;o)

    La Coppola/Impacciatore mi era piaciuta ne "Il giardino delle vergini suicide", ma "Lost in translation"... troppo sopravvalutato (e venni anche deriso per questo)...

    Ciau!


    BenSG

    P.S. Asia Argento? Ma si doppia da sola o la doppia la Bellucci? Brrrr....

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  2. Anonimo1:05 AM

    ma è vero che rutta (l'argento)?

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  3. Anonimo9:58 AM

    "- Tes nom et prénoms, citoyenne ?
    Et, trempant sa plume dans l'encre improvisée, il s'apprêta à écrire au bas de la page, déjà pleine aux sept huitièmes, l'écrou de la nouvelle venue ; tandis que, debout derrière son fauteuil, la citoyenne Richard, femme aux regards bienveillants, contemplait, avec un étonnement presque respectueux, cette femme à l'aspect à la fois si triste, si noble et si fier, que son mari interrogeait.
    - Marie-Antoinette Jeanne Josèphe de Lorraine, répondit la prisonnière, archiduchesse d'Autriche, reine de France.
    - Reine de France ? répéta le concierge en se soulevant étonné sur le bras de son fauteuil.
    - Reine de France, répéta la prisonnière du même ton.
    - Autrement dit, veuve Capet, dit le chef de l'escorte."

    Alexandre Dumas "Le Chevalier De Maison Rouge".

    Ma quale Sofia Coppola.

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  4. L.: si è ufficiale rutta.

    Frankie: si era tentato qualcosa di leggermente diverso da Dumas...

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  5. Anonimo3:47 PM

    oh.
    Come avrò fatto a non rendermene conto.
    Eppure ho letto la tua recensione, alcuni articoli sul giornale e ho ADDIRITTURA viso i manifesti per strada.
    Come ho fatto a lasciarmi ingannare così?
    COME?!

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  6. Tranquillo capita...

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  7. Anonimo7:02 PM

    Se Dio vuole, anche l'IMDb sbaglia!

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  8. Ho atteso che si palesasse il titolo nei titoli di testa del film e poi ho pensato a te.

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  9. Anonimo11:29 AM

    Io l'ho trovato un film straordinario e non solo per le scene e la colonna sonora e non solo per la parentela tra Marie Antoinnette e le altre protagoniste della Coppola ( Lost in Versailles si potrebbe dire )ma per l'idea geniale di non rappresentare la rivoluzione ,se non con qualche grido e qualche voce di corridoio, ma di farne sentire lo stesso fortemente la presenza proprio attraverso la sua assenza- alp

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