Girato da un inglese che vive da molto tempo in America Death Of A President è un falso documentario (in tutto e per tutto verosimile) sull'assassinio di Geroge W. Bush avvenuto durante una manifestazione anti-Bush particolarmente numerosa in occasione di un suo discorso a Chicago.
La parte iniziale del film è frutto di un attento e scrupoloso collage di immagini di repertorio del presidente americano. Discorsi, apparizioni pubbliche e interventi vari sono uniti insieme per creare dal nulla un evento che non si è mai svolto. Ci sono anche alcune scene di raccordo in cui il presidente di spalle è impersonato da qualcun altro (ma sono evidenti solo ad un occhio smaliziato), giusto per dare verosimiglianza al tutto. Le scene della manifestazione invece sono state girate ex novo avendo cura di invecchiarle e rovinarle per renderle della medesima qualità dei filmati di repertorio e avendo cura di farle sufficientemente male per essere amatoriali.
Tutto quanto è contrappuntato (come in tutti i documentari che si rispettino) da attori che impersonano alcune persone vicine al presidente e che raccontano e spiegano lo svolgersi degli eventi. C'è un capo della sicurezza, un poliziotto, un'assistente del presidente e via dicendo.
Dopo l'attentato invece il film non usa quasi più immagini di repertorio (giusto il funerale di Reagan per simulare quello di Bush) e parte con gli eventi successivi alla morte, che sono il vero cuore del film. La caccia all'assassino, l'intolleranza, l'approvazione di misure di sicurezza drastiche dal neo presidente Dick Cheney ecc. ecc.
Se nella prima parte come ci tiene a precisare anche il regista si cerca di dare un'immagine del presidente il più buona possibile, nella seconda le conseguenze della sua uccisione sono molto critiche verso la situazione attuale. L'estremizzarsi di certe tendenze e alla fine le motivazioni e l'identità dell'assassino sono molto indicative.
Sulla carta è dunque un ottimo progetto, nella realtà un documentario molto noioso. La perizia tecnica della realizzazione è ammirabile (anche se la riuscita sconta un budget limitato) ma la narrazione è pessima. Ci dovrebbe essere una suspense che non c'è nel ricostruire la storia della caccia all'assassino e ad un certo punto sopraggiunge molta noia e disinteresse...
Un'occasione persa.
La parte iniziale del film è frutto di un attento e scrupoloso collage di immagini di repertorio del presidente americano. Discorsi, apparizioni pubbliche e interventi vari sono uniti insieme per creare dal nulla un evento che non si è mai svolto. Ci sono anche alcune scene di raccordo in cui il presidente di spalle è impersonato da qualcun altro (ma sono evidenti solo ad un occhio smaliziato), giusto per dare verosimiglianza al tutto. Le scene della manifestazione invece sono state girate ex novo avendo cura di invecchiarle e rovinarle per renderle della medesima qualità dei filmati di repertorio e avendo cura di farle sufficientemente male per essere amatoriali.
Tutto quanto è contrappuntato (come in tutti i documentari che si rispettino) da attori che impersonano alcune persone vicine al presidente e che raccontano e spiegano lo svolgersi degli eventi. C'è un capo della sicurezza, un poliziotto, un'assistente del presidente e via dicendo.
Dopo l'attentato invece il film non usa quasi più immagini di repertorio (giusto il funerale di Reagan per simulare quello di Bush) e parte con gli eventi successivi alla morte, che sono il vero cuore del film. La caccia all'assassino, l'intolleranza, l'approvazione di misure di sicurezza drastiche dal neo presidente Dick Cheney ecc. ecc.
Se nella prima parte come ci tiene a precisare anche il regista si cerca di dare un'immagine del presidente il più buona possibile, nella seconda le conseguenze della sua uccisione sono molto critiche verso la situazione attuale. L'estremizzarsi di certe tendenze e alla fine le motivazioni e l'identità dell'assassino sono molto indicative.
Sulla carta è dunque un ottimo progetto, nella realtà un documentario molto noioso. La perizia tecnica della realizzazione è ammirabile (anche se la riuscita sconta un budget limitato) ma la narrazione è pessima. Ci dovrebbe essere una suspense che non c'è nel ricostruire la storia della caccia all'assassino e ad un certo punto sopraggiunge molta noia e disinteresse...
Un'occasione persa.
ecco un'altro film che non vedrò...
RispondiEliminae fai bene
RispondiEliminaMa ce n'è pure uno su Berlusconi se non erro.
RispondiEliminasi, Shooting Silvio.
RispondiEliminaQuello però non sono riuscito a vederlo, peccato me volevo fà er dittico.
Ma probabilmente mi sarei risparmiato l'umiliazione di un prodotto uguale ma più provinciale e scadente.
ma quale uguale
RispondiEliminase questo è mediocre, Shooting Silvio è proprio una cagata pazzesca
ne scrivo da me cmq, se fossi interessato
si molto interessato, ho mancato l'anteprima perchè avevo altri impegni e ho rosicato. Mi dispiace sempre perdere l'occasione di poter esprimere giudizi con acredine su queste cacate.
RispondiEliminaMah...'sti docufiction o mockumentary che dir si voglia a me convincono sempre poco. Al di là dei virtuosoismi stilistici non ci vedo molto. Forse, in linea con l'operazione televisiva di Minoli del 1990 (il broglio del referendum del '46), dovremmo semplicemente cogliere che allo stesso modo possano essere falsi anche i documentari veri degli osannati Moore e Al Gore...
RispondiEliminaAlla fine sono un altro modo di raccontare, un'altra forma di cui si serve il cinema per raccontare quello che vuole.
RispondiEliminaNon per niente vengono da Fellini, uno che se ne fregava abbastanza dei rimandi politici o dei discorsi sulla realtà ma badava unicamente a trasmettere la sua visione del mondo.
Adesso un finto documentario mi sembra una forma come un'altra per raccontare. Come lo usa Herzog.