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11.3.07

Peggy Sue Si E' Sposata (Peggy Sue Got Married, 1986)
di Francis Ford Coppola

Dopo i successi di Il Padrino, La Conversazione, Rusty Il Selvaggio e Apocalypse Now, a metà anni '80 Francis Ford Coppola gira questo Peggy Sue Si E' Sposata, film ambiguo e solo superficialmente scontato.
Lontano eppur vicino alle atmosfere sperimentatrici dei film precedenti in questo film c'è la dimostrazione del concetto di messa in scena, di cosa voglia dire saper dirigere ogni membro di una troupe per realizzare un'opera come la si ha in mente. La visione registica applicata alla realtà.
Peggy Sue Si E' Sposata doveva essere una commediola all'americana, innocua e consolante su una donna con un matrimonio fallito alle spalle che si sente male alla festa di reunion della vecchia classe del liceo e si risveglia negli anni '50, adolescente ma con la testa da adulta ed ha l'occasione per cambiare il suo futuro.
Eppure il risultato è un film di un'empatia rara, dove ogni cosa che può apparire scontata (rivedere i propri genitori da giovani o i propri nonni deceduti) è invece una piccola gemma trattata con importanza, dove i sentimenti sono la cosa più importante e la "dimensione nostalgia", che solitamente è egemone in questi film, è relegata in un angolo.
Anche il travagliato rapporto con il suo ragazzo del liceo, poi marito traditore e infine compagno divorziato è rivissuto con un'intensità ed una sincerità rare nel cinema. E l'impossibilità di cambiare il proprio futuro diventa una riflessione sull'impossibilità di reagire ai sentimenti.
Anche le cose più banali sono interessanti, come la difficoltà per una donna adulta dentro di trovare un ragazzo con cui avere un rapporto sessuale negli anni '50 o di relazionarsi con le proprie amiche (che addirittura la giudicano immatura...).

Nel film praticamente ci lavora tutta la famiglia Coppola, che comprende anche Nicholas Cage e la figlioletta Sofia che interpreta la sorellina 13enne...
Più un giovanissimo Jim Carrey.

1 commento:

  1. Anonimo6:25 PM

    Sono d'accordo: è un film di un'empatia rara. Un'empatia di qualità speciale, seducente, insinuante. Inquietante.
    In grado di attivare un meccanismo di identificazione sottile quasi perverso nella sua semplicità. Anche se i ricordi di Peggy Sue (a cavallo tra i '50 e '60 americani) non appartengono agli standard e modelli culturali di una quarantenne europea di quest'epoca, non è improbabile che la sua visione riesca a coinvolgere questa eventuale spettatrice quarantenne in un ipnotico vortice di dolcezza e malinconia che commuove fino alle lacrime. Il film, seguendo percorsi subliminali, riesce a parlare direttamente all'inconscio, riattivando emozioni abitualmente sopite e controllate, legate ai personalissimi vissuti di ciascuno. Coppola è davvero un mago del cinema.

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