Come spesso capita per le discussioni virali della rete (quasi tutte autoreferenziali) c'è un tema che sta girando per i blog nazionali e internazionali ed è "il codice di comportamento per blogger", una cosa di cui ha parlato per primo O'Reilly e che è piaciuta a molti.
Da noi è Luca De Biase a prendere lo spunto e sottolineando la giusta impossibilità di un codice di comportamento (impossibilità applicativa) ne recepisce lo spirito e stila un elenco di regole che lui applica a se stesso, conscio che ognuno (volendolo o meno) applica le sue al proprio blog. Lo seguono a ruota Mantellini, Valdemarin e chi più ne ha più ne metta. Anche se Luca Conti se ne tira fuori perchè trova tutto un po' pleonastico.
Secondo me più che pleonastico è concettualmente errato. Siamo daccordo che nessuno mai imporrà nulla a nessuno, ma anche a livello di speculazione teorica un codice di comportamento per blogger è proprio errato in quanto manca di considerare l'unità del discorso.
Anche se stilato da me e inconsciamente applicato, il codice di comportamento non può essere tale perchè presuppone una fissazione, mentre il mio blog è mio e libero per definizione, dunque domani posso cambiare tutto, dalla grafica alla politica riguardo i commenti.
Una simile prospettiva (quella del codice) tende a considerare il blog più o meno come una testata mentre è più come una persona, nel senso che è espressione di una personalità e non di una visione del mondo (come è una testata), che poi spesso un blog esprima anche una visione del mondo è un altro conto.
Ma in primis il blog è quello che tu sei, è espressione di chi lo scrive e del fatto che questi non abbia altri doveri se non quelli che sente, cosa che nel tempo può mutare. Io mi ritengo più o meno regolare con me stesso e penso si rispecchi nel blog, ma domani potrei cambiare idea e cambiare tutto, non per questo contravverrei ad un patto fatto tra me e i miei lettori. Che una condotta ci sia nel tenere un blog è ovvio (come dice Pandemia) ma da qui a fissarla o dichiararla, rendendo il concetto di codice di comportamento utile ad una speculazione teorica ce ne deve passare.
E' come con gli amici: io ho un'etica, li tratto tutti in una certa maniera perchè penso sia giusto, ma non ho un codice di comportamento. Domani potrei cambiare totalmente atteggiamento.
Da noi è Luca De Biase a prendere lo spunto e sottolineando la giusta impossibilità di un codice di comportamento (impossibilità applicativa) ne recepisce lo spirito e stila un elenco di regole che lui applica a se stesso, conscio che ognuno (volendolo o meno) applica le sue al proprio blog. Lo seguono a ruota Mantellini, Valdemarin e chi più ne ha più ne metta. Anche se Luca Conti se ne tira fuori perchè trova tutto un po' pleonastico.
Secondo me più che pleonastico è concettualmente errato. Siamo daccordo che nessuno mai imporrà nulla a nessuno, ma anche a livello di speculazione teorica un codice di comportamento per blogger è proprio errato in quanto manca di considerare l'unità del discorso.
Anche se stilato da me e inconsciamente applicato, il codice di comportamento non può essere tale perchè presuppone una fissazione, mentre il mio blog è mio e libero per definizione, dunque domani posso cambiare tutto, dalla grafica alla politica riguardo i commenti.
Una simile prospettiva (quella del codice) tende a considerare il blog più o meno come una testata mentre è più come una persona, nel senso che è espressione di una personalità e non di una visione del mondo (come è una testata), che poi spesso un blog esprima anche una visione del mondo è un altro conto.
Ma in primis il blog è quello che tu sei, è espressione di chi lo scrive e del fatto che questi non abbia altri doveri se non quelli che sente, cosa che nel tempo può mutare. Io mi ritengo più o meno regolare con me stesso e penso si rispecchi nel blog, ma domani potrei cambiare idea e cambiare tutto, non per questo contravverrei ad un patto fatto tra me e i miei lettori. Che una condotta ci sia nel tenere un blog è ovvio (come dice Pandemia) ma da qui a fissarla o dichiararla, rendendo il concetto di codice di comportamento utile ad una speculazione teorica ce ne deve passare.
E' come con gli amici: io ho un'etica, li tratto tutti in una certa maniera perchè penso sia giusto, ma non ho un codice di comportamento. Domani potrei cambiare totalmente atteggiamento.
MA che amici tutti alla stessa maniera bugiardo! Due pesi e due misure!!! DUE PESI E DUE MISURE!!!
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