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7.4.07

The Illusionist (id., 2006)
di Neil Burger


Lo so cosa starete pensando: "Un altro film sugli illusionisti di inizio '900?". E' la stessa cosa che ho pensato anche io: possibile dopo The Prestige fare un altro film sugli illusionisti? Si è possibile.
Ma attenzione, The Illusionist non è un film per tutti, è un oggetto strano, anacronistico che con tutta probabilità non piacerà. Si tratta di un film di forti intrecci con un impianto visivo e formale molto moderno ma contenutisticamente assolutamente fuori dal tempo (non fosse per l'espediente del colpo di scena finale in stile I Soliti Sospetti).
The Illusionist è un film realista (cioè non di fantasia) ma tuttavia poco spiegabile, la cui trama non regge molto. Ma come per i film di qualche decina d'anni fa questo importa poco (il problema è che alla maggior parte degli spettatori questo importa molto), Burger si sofferma sulla dimensione estetica (quella sì molto molto curata) e sul cinema come mezzo d'illusione (cosa già fatta a dire il vero anche da Christopher Nolan).
Solo che a differenza di The Prestige questa volta in ballo c'è tutta un'altra concezione del cinema. Non si tratta più del razionale e rigoroso cinema di Nolan, fatto di un campo profondo e della possibilità per lo spettatore di capire, scandagliare e intuire, non si tratta più della rappresentazione di un mondo che cerca di mettere nelle mani del pubblico i mezzi per la conoscenza. In questo caso l'approccio è diametralmente opposto, Burger applica filtri colorati, mascherini, effetti sfocati ecc.ecc. e in questo modo focalizza l'attenzione del pubblico esattamente dove gli serve portandolo a guardare solo ciò che vuole, che è proprio ciò che fanno gli illusionisti, far avvenire il trucco da una parte mentre il pubblico guarda da un'altra.
E il film è tutto un trucco, ma bello. Uno di quelli a cui ti piace credere.

7 commenti:

  1. Anonimo9:54 PM

    discreto, nulla di più, onesto direi.

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  2. Un po' più di onesto secondo me. Ha una voglia di fare, di sperimentare e di narrare in una forma cinematografica che sia la più pura possibile che pure se non centra perfettamente lo scopo gli fa meritare la stima.

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  3. Anonimo6:15 PM

    "voglia di fare, sperimentare.."?!
    ma se è di una piattezza e prevedibilità inaudita!

    Passi la qualità fotografica (che comunque oggi eccelle piuttosto spesso)..ma per il resto siamo di fronte ad una messinscena modesta a voler essere generosi.. ;)

    ps
    questo ad onor del vero verrebbe prima di The Prestige.
    Non per la distribuzione italiana ovviamente..

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  4. Non è piatto e prevedibile è vecchio.
    Ma questo non vuol dire che non voglia sperimentare. I diversi fuochi, i mascherini, le inquadrature vintage e tutto il resto sono un modo diverso di narrare.
    Poi la trama non è il massimo dell'originalità e anche nello schema riprende I Soliti Sospetti (sempre più un capostipite). Ma è solo la trama.

    Quanto alle uscite non sapevo che in America fosse arrivato prima di the Prestige.

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  5. Anonimo10:06 AM

    Ma che piatto, è una merda. Vive solo del fatto che ci recita la donna più sexy del mondo (secondo non so quale rivista americana con la quale mi torvo abbastanza d' accordo..)

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  6. cmq the prestige non è mica male...adoro le ambientazioni vittoriane

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  7. Anonimo8:09 PM

    A me anche il dato formale non è piaciuto poi così tanto, con quella fotografia così leccata e ricercata nel tentativo di fare un quadro anticato o una foto d'epoca. E parecchia noia nella storia. già vista, già sentita, prevedibilissima.

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