C'era grande attesa nel mondo dei fan per l'arrivo sullo schermo di Silver Surfer un personaggio decisamente di nicchia nell'universo dei supereroi Marvel eppure amatissimo.
Ma come si poteva pensare di dare una visione completa e soddisfacente di un personaggio così romantico, complesso e sfaccettato come Silver Surfer in 90 minuti?
Come al solito quello che i fan vogliono è un film che parli a loro, come i fumetti, tralasciando di spiegare tutto dall'inizio ma fornendo solo un'ulteriore visione del personaggio, magari da altre angolature, mentre quello che i produttori e gli sceneggiatori (giustamente) vogliono è scrivere una storia per chi non ha mai sentito parlare di Silver Surfer, dovendo quindi ricominciare dall'inizio. E dal tentativo di soddisfare anche gli spettatori fumettari poi derivano tutte le accozzaglie superficiali e semplicistiche.
Certo è innegabile anche che a far sprofondare il film nel baratro contribuiscano anche una sceneggiatura che mette in scena 4 stereotipi e la volontà di non osare nemmeno quel minimo sindacale richiesto.
Il film dunque è quello che è, ma se proprio bisogna dirne qualcosa di buono forse è più opportuno parlare di Galactus per la cui rappresentazione Tim Story ha optato per la versione più moderna, cioè non quella in stile Jack Kirby con il grande casco fucsia, ma quella sotto forma di gigantesca nube stellare che avvinghia i pianeti per divorarli.
Destino come al solito si guadagna tutte le stime possibili senza fare nulla, solo in virtù del suo status.
Ma come si poteva pensare di dare una visione completa e soddisfacente di un personaggio così romantico, complesso e sfaccettato come Silver Surfer in 90 minuti?
Come al solito quello che i fan vogliono è un film che parli a loro, come i fumetti, tralasciando di spiegare tutto dall'inizio ma fornendo solo un'ulteriore visione del personaggio, magari da altre angolature, mentre quello che i produttori e gli sceneggiatori (giustamente) vogliono è scrivere una storia per chi non ha mai sentito parlare di Silver Surfer, dovendo quindi ricominciare dall'inizio. E dal tentativo di soddisfare anche gli spettatori fumettari poi derivano tutte le accozzaglie superficiali e semplicistiche.
Certo è innegabile anche che a far sprofondare il film nel baratro contribuiscano anche una sceneggiatura che mette in scena 4 stereotipi e la volontà di non osare nemmeno quel minimo sindacale richiesto.
Il film dunque è quello che è, ma se proprio bisogna dirne qualcosa di buono forse è più opportuno parlare di Galactus per la cui rappresentazione Tim Story ha optato per la versione più moderna, cioè non quella in stile Jack Kirby con il grande casco fucsia, ma quella sotto forma di gigantesca nube stellare che avvinghia i pianeti per divorarli.
Destino come al solito si guadagna tutte le stime possibili senza fare nulla, solo in virtù del suo status.
ma che palle nun te piace mai'n cazzo...
RispondiEliminaNon è vero! Una cifra tra gli ultimi film mi sono piaciuti!
RispondiEliminaSentirai quello di domani.........
ma no cazzo!!! Io volevo andare a vederlo solo per vedere Galactus.... ma che delusione...
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