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21.7.07

Addio Al Re (Farewell To The King, 1989)
di John Milius

John Milius è uno che centellina i suoi lavori, non solo gira pochi pochissimi film (questo il suo ultimo) ma ne sceneggia anche pochi. Sarà questo o sarà che i temi a lui cari non trovano spesso possibili sbocchi, fatto sta che il suo cinema classico, conservatore e virilmente romantico è una delle cose più convincenti che ci siano.
Personalmente rimango sempre affascinato dal modo in cui Milius ritrae il rapporto tra uomo natura, empatico, silenzioso e profondo. In Milius i sentimenti non sono mai esibiti ma sempre sottointesi e manifestati con i fatti e non con le parole.
Anche Addio Al Re, sicuramente non uno dei suoi exploit migliori, nè tantomeno un film da ricordare per sempre, contiene una forza esplosiva rara.
A fronte di alcuni momenti di stanca ce ne sono altri in cui il racconto vola altissimo. E proprio la scrittura è il cuore (come in ogni opera di Milius) del film, capace di suggerire senza strepiti e insinuare i sentimenti negli spettatori a tal punto che in certe scene basta uno sguardo o la presenza di un uomo civilizzato vestito da indigeno a suscitare emozioni. E questo non grazie alla forza delle immagini o altro, ma perchè la costruzione drammaturgica del racconto è stata perfetta e ci è arrivata a quel punto come alla fine di un percorso.
Abilissimo nel creare un mood Milius riesce ad accumulare sentimenti non detti e sensazioni che attendono di essere espresse ad un punto tale che alla fine la liberazione del re, il suo tuffo e poi l'impossibile saluto dalla nave all'isola (da una distanza di chilometri) non possono non commuovere davvero.

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