Che titoli...
Non sempre Chabrol centra il bersaglio, ha il merito di fare ancora tantissimi film, ma non sempre riesce nei suoi intenti. L'Innocenza Del Peccato è un caso virtuoso.
Vero e autentico cinema d'altri tempi, nell'accezione migliore del termine: scritto molto bene e girato in maniera assolutamente funzionale, Chabrol sorprende con piccole scelte, spiazzando pochissimo ma costantemente lo spettatore. Non si capisce mai dove vada a parare ma l'attenzione rimane comunque viva grazie a dei personaggi ritagliati benissimo, specie i comprimari.
E' il solito universo Nouvelle Vague di cui non mi stancherei mai, dove seguiamo figure che fanno lavori intellettuali nella parte panica e sentimentale della loro vita.
Non ci sono quasi mai comportamenti virtuosi ma sempre peccaminosamente condivisibili, debolezze comprensibili e desideri umani.
Come i migliori exploit di tanta scuola francese L'Innocenza Del Peccato racconta una storia, nel senso più semplice e disarmante. Seguire il film è come seguire il racconto fatto da un amico di un fatto strano o particolarmente significativo. La sospensione dell'incredulità è totale, per usare altre parole.
E' un cinema abilissimo, totalmente invisibile, dove sembra non esistere regia (e invece è fortissima) e dove i fatti sembrano dispiegarsi naturalmente sotto gli occhi dello spettatore.
Personalmente quasi mi commuove vedere che il vecchio Chabrol ancora usa le tecniche prese in prestito da Lang e da quel tipo di cinema cui si rifacevano lui e i suoi amici nei primi anni '60. Alcuni movimenti di macchina a stringere, forti, virili e inesorabili mi fanno ridere e al tempo stesso mi commuovono, perchè mi sembra che in fondo nulla sia cambiato per loro...
Non sempre Chabrol centra il bersaglio, ha il merito di fare ancora tantissimi film, ma non sempre riesce nei suoi intenti. L'Innocenza Del Peccato è un caso virtuoso.
Vero e autentico cinema d'altri tempi, nell'accezione migliore del termine: scritto molto bene e girato in maniera assolutamente funzionale, Chabrol sorprende con piccole scelte, spiazzando pochissimo ma costantemente lo spettatore. Non si capisce mai dove vada a parare ma l'attenzione rimane comunque viva grazie a dei personaggi ritagliati benissimo, specie i comprimari.
E' il solito universo Nouvelle Vague di cui non mi stancherei mai, dove seguiamo figure che fanno lavori intellettuali nella parte panica e sentimentale della loro vita.
Non ci sono quasi mai comportamenti virtuosi ma sempre peccaminosamente condivisibili, debolezze comprensibili e desideri umani.
Come i migliori exploit di tanta scuola francese L'Innocenza Del Peccato racconta una storia, nel senso più semplice e disarmante. Seguire il film è come seguire il racconto fatto da un amico di un fatto strano o particolarmente significativo. La sospensione dell'incredulità è totale, per usare altre parole.
E' un cinema abilissimo, totalmente invisibile, dove sembra non esistere regia (e invece è fortissima) e dove i fatti sembrano dispiegarsi naturalmente sotto gli occhi dello spettatore.
Personalmente quasi mi commuove vedere che il vecchio Chabrol ancora usa le tecniche prese in prestito da Lang e da quel tipo di cinema cui si rifacevano lui e i suoi amici nei primi anni '60. Alcuni movimenti di macchina a stringere, forti, virili e inesorabili mi fanno ridere e al tempo stesso mi commuovono, perchè mi sembra che in fondo nulla sia cambiato per loro...
Anch'io ne vorrei sempe di più di film francesi e soprattutto di film francesi del genere che ricordano così genialmente la geniale stagione da cui è nato anche Chabrol.
RispondiEliminaAd onor del vero va ammesso che nemmeno a loro riescono sempre così. tuttavia quando lo imbroccano è un vero piacere...
RispondiElimina