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10.9.08

Tre Scimmie (Üç Maymun, 2008)
di Nuri Bilge Ceylan

POSTATO SU

Pochi autori contemporanei sono difficili da seguire come Ceylan, cineasta turco che non teme di girare i propri film con un andamento molto lento (ma mai noioso!) e di infarcirli di moltissimi elementi diversi da seguire. Pochi hanno il coraggio di fare ancora un cinema così metaforico che usi ancora in maniera così cardinale le simbologie e che rivendichi così coraggiosamente il potere dell'estetica. E pochi girano autentici capolavori come è anche questo Le Tre Scimmie, sicuramente uno dei migliori film visti quest'anno.

Io l'ho conosciuto con Iklimer (parola che in turco significa "clima" e che sventatamente è stata tradotta da noi con Il Piacere e L'Amore) che forse è ancora più rigido di Le Tre Scimmie nel descrivere senza concessioni alla spettacolarizzazione una trama che è tale solo di nome.
Questo nuovo film (che ha vinto la miglior regia a Cannes) è invece infarcito con un intreccio più complesso (storie di debiti e tradimenti) ha più personaggi principali (4 invece di 2) ma sostanzialmente propone la stessa folgorante visione di mondo, quella per la quale cioè i sentimenti veri sono quelli non espressi dove sono gli irreali e iperbolici silenzi a comunicare più delle azioni e dove tutti sono sempre soli.
Le Tre Scimmie del titolo sono il padre la madre e il figlio di una famiglia che ognuno a suo modo non vede, non sente e non parla della verità, cioè di quello che già sanno. I loro sentimenti inespressi, le loro aspirazioni, i loro dilemmi sono tutti nelle posizioni che assumono, in come il regista decide di inquadrarli e nel tempo che è dedicato loro dal montaggio. Ci sono poche parole ma potrebbero essercene anche meno, il cinema di Ceylan è cinema puro che esprime sensazioni senza dover usare la parola ma solo con i mezzi del cinema.

Tutto quanto è filmato con un'attenzione alla messa in scena che è a dir poco mostruosa. Si ripete l'ossessione del regista per il "bagnato", l'acqua domina nei suoni (mai così importanti) e soprattutto visivamente, nella forma del mare, del sudore, dei bicchieri da bere ecc. ecc. Le Tre Scimmie è un tripudio di cattivo tempo e di assolate e asfissianti giornate (anche questo film si poteva chiamare "clima") passate a dormire, di improvvise violenze e di ricordi penetranti che si manifestano sempre con inquadrature vicinissime ai volti tese a scorgere tutte le gocce di sudore che ogni tanto procedono anche all'indietro (sic!).

Mai premio alla miglior regia fu più azzeccato perchè mai si è vista un'attenzione tale ad ogni componente della messa in scena. Tutto regge nonostante la difficoltà data dalla grande lentezza espressiva grazie ad un raffinato equilibrio dove, è evidente, ogni suono che si ode in lontananza, ogni imperfezione della pelle, ogni composizione dell'inquadratura e ogni stacco di montaggio è assolutamente fondamentale e studiatissima.

15 commenti:

  1. Anonimo7:28 PM

    Attesissimo da me! quando esce in sala?

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  2. Anonimo7:29 PM

    Niente, 12/09.

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  3. Anonimo7:32 PM

    Pare interessante anche "Shanghai Baby", sempre venerdì in uscita...

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  4. Quello purtroppo non l'ho visto in anteprima perchè era ieri sera e a sorpresa ho saputo che c'è Venezia a Roma e in contemporanea c'era proprio The Wrestler.

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  5. Anonimo9:25 AM

    esula un attimo dal film ma....per curiosità, noi odiamo cineblog? o comunque dovremmo? perchè?

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  6. No no, non odiamo cineblog (ma poi "noi" chi?).
    Ho scritto che non vorremo mica farlo vincere perchè è l'unico della cinquina che non è parte della cinebloggers connection. Nulla contro di loro, è solo blando campanilismo, come quando speri che l'Italia vinca, mica odi le altre nazioni (Francia a parte).

    Loro fanno nanpublishing, hanno una redazione, dei ruoli, sono in tanti, vengono pagati a post ecc. ecc. è proprio un'altra cosa rispetto ai blog "indie" tenuti per sola soddisfazione personale. Non a caso sono più capillari, più precisi, più rapidi nell'aggiornare, più affidabili e più presenti a festival, mostre ed eventi.
    Ma, ripeto, assolutamente non ho nulla contro di loro.

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  7. Anonimo11:14 AM

    ah ok. il noi era solo un plurale maiestatis. e comunque quando gioca l'italia di solito odio anche la svizzera, è solo una mia mania ma la odio più della francia.

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  8. Anonimo11:18 AM

    Come puoi odiare la Svizzera? ha creato gli orologi, il formaggio e poi c'è il famoso "Conto in Svizzera". La Francia invece, quello è odio puro.

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  9. Anonimo11:25 AM

    ....per non parlare della Milka, con i castori che incartano la cioccolata.

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  10. Anonimo10:58 AM

    secondo me i castori della milka sono austriaci, hanno tutto un'altro piglio rispetto ai casrtori svizzeri. non vorrei sembrare leghista, ma i castori austrici si che hanno voglia di lavorare, quelli svizzeri invece....

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  11. Anonimo8:50 AM

    mi hai assolutamente convinto. una domanda personale, quando parli di cinema metaforico, atmosfera, nuvole, ecco la domanda è questa, scusa la confusione, questo cinema ha qualche linea d'intesa con quello di Malick...?

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  12. Diciamo che usano la medesima cassetta degli attrezzi, ma in maniera completamente diversa.
    Malick, nonostante non siano molto dinamico e' comunque americano e crede molto nel potere della parola. Ceylan invece fa tutto con le immagini, i suoi film sono colmi di silenzi, cosa che e' sia una scelta espressiva sia parte della trama.

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  13. Anonimo5:50 PM

    ok. grazie

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  14. L'ho visto! In tutta milano a darlo c'è solo il cinema orchidea, che da fuori sembra un cinema porno. Almeno questo ha detto la ragazza con cui sono andato a vederlo, ed era la prima uscita...
    Cazzo, non si è nemmeno addormentata!
    Se le è piaciuto non lo sò, lei dice di si, comunque io ho fatto la figura dell'intellettuale e ho colpito. Hihihihihi...
    E mi è pure piaciuto il film!

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  15. cazzo vittoria su tutta la linea.
    Lei già si immaginava la scena del cinema di Taxi Driver...

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