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11.1.09

Io a vedere le rassegne in video non ci vado

Senza fare i nostalgici un tanto al chilo da "Eh ma la pellicola... Vuoi mettere che romanticismo?" che qui partiamo dal presupposto che siamo tutti amanti del cinema in quanto cinema non in quanto "immagini proiettate attraverso una pellicola di celluloide", mi sono fatto delle domande ieri sul senso che il concetto di cineclub può avere nella modernità. Su come cioè possa godere o meno delle gioie di quel digitale che ha trasformano le case, anzi i computer, di tutti in piccole sale d'essai.

Sono stato a vedere Un Condannato A Morte E' Fuggito (di cui ho scritto) perchè avevo letto al volo che lo facevano e il cineclub in questione (il più storico di Roma, il Filmstudio) era molto vicino al luogo dove sarei poi dovuto andare.
Non avendo letto nessuna indicazione particolare e sapendo di recarmi in un luogo serio come il Filmstudio ho postulato si trattasse di una proiezione in pellicola, invece arrivato mi rendo conto che era in video, ma intanto il biglietto era pagato e poi il film lo volevo vedere. Dunque me lo vedo ma un po' rosico.

Allora all'uscita mi decido a chiedere (pacatamente) come mai non sia indicato quando le proiezioni sono in pellicola e quando in video.

22 commenti:

  1. Proiezioni in pellicola e proiezioni in video? Che sono le proiezioni "in video"?

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  2. la proiezione di DVD o file

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  3. Anonimo10:51 AM

    Pensavo che tu fossi superiore a queste stupidagini, cioè un film rimane sempre un film, anche se non in pellicola, bisognerebbe rispettarlo lo stesso, anche se è una rassegna.....RASSEGNAti ahahhahhaahhahaahahaah

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  4. ho precisato subito questa cosa. Ma è più una questione di "Non vado a vedere un film in video in qualità normale perchè è identico a casa mia".
    Cioè in questo modo il cineclub non mi dà nulla che non possa avere a casa. Se manca la pellicola e manca la fruizione di massa cosa ci sta di originale che vale 5€?

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  5. Il mio animo tendente al solitario è d'accordo sulla questione pellicola e un po' meno sulla fruizione di massa, se si intende che il cinema perde un po'il suo senso se in sala si è da soli. A me è capitato una volta e..l'ho trovato affascinante..

    Certo, se mi capitasse tutte le volte sarebbe un po'dura..

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  6. più che altro cominci a chiederti cosa sia la sala e cosa sia la casa, cioè quali siano gli elementi che li distinguono e li rendono concorrenti.

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  7. Nel mio caso la differenza sarebbe sicuramente la dimensione dello schermo.
    E poi c'è il fatto che non ho un PC a casa e quindi non mi posso scaricare i film che voglio e dato che certi film non è facile trovarli a noleggio alla fine mi rivolgo ai cinemi

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  8. Anonimo12:20 PM

    Non hai un PC a casa?
    Tutti dovrebbero avere un PC a casa, così non diventerai mai schiava della tecnologia.

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  9. Infatti fino ad ora ho resistito, un po' per non diventare schiava della tecnologia, un po' perchè davanti al PC ci lavoro mediamente 8 ore al giorno e quindi forse sarebbe meglio che uscita da qui mi distaccassi dal monitor per qualche ora.

    Solo che sto cominciando a cambiare idea..

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  10. L'importante, Elisabetta, è che tu non ti iscriva a Facebook.

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  11. si ma infatti intendevo in un futuro prossimo in cui la televisione è collegata alla rete quasi per tutti. Roba di uno o due anni.

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  12. Anonimo3:44 PM

    Neanche a me piace Facebook, poi finisce che la gente comincia a farsi gli affari tuoi.
    E che tu glielo permetti, che è peggio.

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  13. Però sei tu che decidi che uso fare di facebook e quante informazioni dare

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  14. E' come dire che io posso usare un fucile d'assalto per pareggiare le gambe del tavolo.
    Facebook propone di fatto un modello di socialità che io considero non adatto all'essere umano: io penso che la socialità sia fatta di scambi, controllati e in tempo reale, mentre facebook è fatto di pubblicità della persona e delle sue "caratterstiche".

    Io non condivido con tutti i miei amici tutti i lati della mia persona. Nessuno lo fa. Se dovessi usare facebook tenendo fermo questo punto dovrei metterci sopra zero informazioni, oppure avere zero amici.

    Poi, normalmente io non devo costruire un "io" da presentare agli altri. Sono gli altri che contribuiscono a costruire il mio tramite il loro rapporto con me. Invertire il processo può portare persino a forme di alienazione (io decido che "io" voglio essere e poi lo impersono, e poi lo presento agli altri).

    Su facebook ogni cosa ruota attorno alle pagine dei profili personali: persino i gruppi assumono più importanza in quanto etichette da inserire nei profili più che per le loro attività.

    Quando si dice che si può controllare il flusso di informazioni su facebook ci si riferisce solo all'aspetto superficiale della riservatezza. Ma la verità è che si sta prendendo parte ad un tipo di socialità mai sperimentata (tutte le persone che ti conoscono accedono ad un'immagine unica, pubblica, di te) e che, per me, può portare ad effetti imprevedibili. Uno è l'isolamento di gruppi che nella realtà rimarrebbero mescolati. Ce ne si rende conto dopo che succede.

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  15. quello che dici sarebbe sacrosanto se facebook fosse l'unico mezzo con cui ti relazioni con gli altri. In realtà è un mezzo utilizzato di concerto con altri (telefono, viva voce ecc.ecc.) e dunque la tua immagine pubblica su facebook non è quella ufficiale ma una delle tante.
    Del resto più o meno ci si veste sempre nella medesima maniera a prescindere dalle persone che si frequentano (con le dovute eccezioni e contrasti lavoro/tempo libero) e l'abbigliamento è una forma fondamentale di comunicazione su se stessi.

    Semmai quello che tu dici può essere vero per le persone che non ti conoscono o ti ritrovano lì dopo decenni ed hanno solo quelle foto o quelle informazioni per farsi un'idea, ma sinceramente di quelli mi interessa poco e poi i n quel caso vale il solito discorso del "puoi anche non mettere informazioni".

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  16. quello che dici sarebbe sacrosanto se facebook fosse l'unico mezzo con cui ti relazioni con gli altri.

    Questa è un'osservazione giusta... ma io penso che anche la sovrapposizione di facebook alle normali relazioni porti ad effetti, per me, indesiderabili.
    Poi è ovvio che la cosa varia a seconda di che peso assume facebook. Un facebook pressoché svuotato di tutto non porta alcun effetto.

    In realtà è un mezzo utilizzato di concerto con altri (telefono, viva voce ecc.ecc.) e dunque la tua immagine pubblica su facebook non è quella ufficiale ma una delle tante.

    Io non direi che gli altri mezzi forniscono di me altre immagini "pubbliche". Perché il telefono, la conversazione, etc. sono uno scambio in tempo reale, con una o più persone (non tutte) che, tra l'altro, in quel momento stanno facendo la stessa identica cosa con me. Tramite questi scambi io fornisco gradualmente un'immagine personale di me, non unica, non pubblica rispetto ad un gruppo.

    Il profilo di facebook invece è un'immagine per sua natura unica e pubblica (pubblica tra gli amici chiaramente). E' un ritratto. E' il prodotto fatto a tavolino, senza il procedimento.
    E' una cosa che può andare bene per un politico o un personaggio famoso che si rivolge ad estranei. Ma da usare con i propri conoscenti e amici secondo me è una cosa che non va.

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  17. Facebook non prende il potere, anzi è assolutamente marginale, è solo un mezzo per veicolare altri contenuti. Come il blog.
    Tali contenuti sono foto, note, idee, scherzi, informazioni su di sè più o meno intellegibili da tutti ecc. ecc.
    Ma si tratta di istantanee per le quali chi conosci non ti valuta.

    Si è un ritratto di se stessi ma un ritratto a cui nessuno crede se non è simile a quello reale perchè non ne è più affidabile.
    E' davvero come lo stile nel vestire, se lo cambiassi domani nessuno mi crederebbe, nessuno penserebbe che sono cambiato anche nei miei gusti e nelle mie idee, che ho aderito ad altri gruppi sociali ecc. ecc. E' un'immagine pubblica che scegli di dare e questa cosa ha il valore che ha.

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  18. Anonimo4:59 PM

    Fabio mi insegni come si fa ad usare un fucile d'assalto per pareggiare le gambe del tavolo?

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  19. A dire la verità non lo so, non ho fatto nemmeno il militare.

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  20. Anonimo8:34 PM

    la verità è che Voi siete le pecorelle smarrite, e io sono la tirannia dei popoli malvagi.

    E ci sto provando a diventare il pastore....

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  21. dite quello che vi pare ma facebook per me è comodissimo, dato che lo spazio rimastomi per le interazioni sociali è pericolosamente tendente a zero

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