FILM SORPRESA
FESTIVAL DI VENEZIA 2009
FESTIVAL DI VENEZIA 2009
Herzog ha due film a Venezia e questo non è chiaro in che sezione stia (perchè due in concorso non penso proprio sia possibile), ad ogni modo era il film a sorpresa, e che sorpresa! Per chi non ricollegasse immediatamente questo film è quello che per un certo periodo è stato noto come "il film che fa Herzog e che produce Lynch" e il risultato è quel che si immagina.
Se Il Cattivo Tenente è un prodotto hollywoodiano filtrato attraverso il mondo herzogiano questo è un prodotto autoriale e di nicchia alla statunitense, fatto da Herzog ma concepito da Lynch (non so se sia davvero così ma è quel che sembra). Racconta di un uomo già mezzo squilibrato che ha un rapporto ossessivo con la madre e che dopo aver partecipato alla rappresentazione teatrale dell'Orestea si immedesima nel personaggio e uccide proprio quella madre che sembrava venerare.
La storia è raccontata dal punto di vista della polizia che assedia l'uomo barricatosi in casa dopo il fatto e attraverso i racconti cerca di capire che è successo (un po' in stile Quarto Potere, per l'alternarsi del tempo presente e del tempo passato e per l'avvicinarsi graduale dei racconti al punto focale senza tuttavia giungere ad una vera soluzione).
E' palesemente un film sul raccontare, sullo storytelling. La polizia cerca la verità nelle storie e il protagonista viene piegato da un racconto, vittima della rappresentazione di sè o di un altro sè che vincono sulla realtà e gli danno una certa forma.
Lo stile è molto molto rilassato, i rumori di fondo sono lynchani (come quello classico che sembra venire da un condizionatore da quattro soldi in funzione) al pari dello stile recitativo e delle inquietanti ambientazioni borghesi suburbane. Ci sono Willem Dafoe, Udo Kier, Michael Shannon e soprattutto Grace Zabriskie, volto lynchanissimo già visto in Cuore Selvaggio, Twin Peaks e INLAND EMPIRE.
Di herzogiano c'è l'idea di un uomo preso in un turbine di follia per uno scopo, che non riesce a gestire quel che ha in testa e che viene trasportato dagli eventi in qualcosa di più grande di sè. E ovviamente ci sono moltissimi animali con cui il personaggio intrattiene un rapporto quasi di amore/odio.
Alla fine della fiera è un film piccolo e molto americano, con di sfondo Los Angeles e nel quale si percepisce una sincera volontà di aderire allo stile statunitense per tradurre in quella forma le proprie idee.
Sembra davvero interessante! Spero proprio che venga incluso nella imminente rassegna milanese...
RispondiEliminadovrebbero perchè una distribuzione italiana non è scontata
RispondiEliminacazzo io invece spero che arrivi pure qui in England....
RispondiElimina