Il festival di Berlino è finito di sabato. Il giorno dopo, domenica, il primo volo per l'Italia è quello delle 10.30, prevedibilmente è pieno di giornalisti di cinema. Meno prevedibilmente, mentre mi sto avviando al metal detector del piccolo aeroporto di Schonenfeld, vedo entrare dalla porta principale i fratelli Taviani, Grazia Volpi (la produttrice) e Nanni Moretti (intervenuto alla cerimonia di premiazione in qualità di distributore della pellicola).
Già l'idea che i vincitori dell'Orso d'Oro viaggiassero low cost con EasyJet aveva scatenato in me un misto di ilarità e stima (l'austerità scatena sempre stima). Quello che non avevo calcolato era l'altro particolare, il fatto che ci saremmo trovati in un aereo di giornalisti di cinema e, vista la compagnia aerea, non dei più "spesati" (in realtà mi sbagliavo, in mezzo c'era anche il principale cronista di cinema del Corriere). Avevo anche ingenuamente sperato in una dinamica da volo di ritorno dei Mondiali '82, ma ovviamente non è stato così.
Per quanto già fosse strana la situazione, il momento veramente assurdo si è consumato al gate, in quell'attesa tra il superamento del metal detector e la chiamata per entrare nell'aereo.
Si trattava di un gate abbastanza lontano e isolato, una stanzetta separata da tutto. Arrivati i Taviani e Moretti, tra gli ultimi, il pubblico si è contenuto per circa 10 minuti. Nanni si era seduto molto in disparte, casualmente di fronte a me, e al telefono diceva cose del tipo "Si, lo so, ci sono stato in giuria insieme una volta non è molto simpatico...", dall'altra parte della sala i Taviani, dietro richiesta dei presenti, avevano già tirato fuori l'Orso d'Oro (tenuto a portata di mano evidentemente) tra gli applausi generali.
E mentre Nanni dava sempre le spalle al tutto, io vedevo la scena di una giornalista non riconosciuta (non sono ferratissimo sulle correlazioni nomi/volti del settore) che faceva la scena di consegnare il premio ai fratelli (WTF?!!) tra reiterati applausi e festeggiamenti anche di altri passeggeri non giornalisti, che non credo avessero capito di cosa si stesse parlando.
Il culmine lo si è però raggiunto quando chi al microfono dà l'annuncio dell'imbarco (in un italiano misto di accento straniero) al quale evidentemente era stata spiegata la situazione, dopo aver precisato come sempre che chi ha il biglietto con priorità entra prima, ha anche aggiunto che i vincitori dell'Orso d'Oro sarebbero potuti entrare anch'essi tra i primi e ovviamente faceva i suoi complimenti. A quel punto, ai complimenti fatti al microfono, è partito l'ennesimo applauso al quale nemmeno Nanni (che era comunque di spalle) si è potuto esimere.
Ovviamente, qualora ve lo steste chiedendo, sull'aereo poi Moretti è salito per ultimo. Ma ultimo davvero, ne sono sicuro perchè standogli seduto davanti mi sono impuntato e non mi sono alzato finchè non si è alzato lui (dunque sono entrato per penultimo, battere il maestro mi sembrava fuori luogo). E lo si è notato di più.
Tu lo sai, sì, che se si accorge che gli hai fatto 'sta foto ti chiede i danni?
RispondiEliminasono un reporter coraggioso
RispondiEliminacerto che fai davvero uno sporco lavoro...;)
RispondiEliminache ce voi fa... è 'na missione.
RispondiEliminaPezzo bellissimo. Dovresti parlare di più dei siparietti che si creano ai Festival, meritano una letteratura tutta loro.
RispondiEliminaa conoscerli! Non sono così inserito nei backstage...
RispondiEliminaChe mito gparker :)
RispondiEliminaSia i vincitori, sia i Moretti, sia i giornalisti, vivono di questo.
RispondiEliminaMa la cosa più importante:
qual'è il secondo GParker il progetto più interessante, il regista più audace, il film più bello del festival?
chi ti ha conquistato, chi ha ti ha vinto?
E' stato un festival abbastanza moscio, non ho visto nulla di veramente esaltante.
RispondiEliminaC'era Rentaneko che era se non altro una cosa veramente strana. Giapponese dentro. I documentari erano terribili, per non parlare dei film più audaci.
Alla fine, pare incredibile dirlo, ma i Taviani erano davvero la cosa migliore. Quello e le animazioni di Meteora, però stiamo a parlà di robetta eh, nulla per la quale strapparsi i capelli.