PANORAMA
BERLINALE 2012
Film appartenente alla categoria "non lo vedrete mai in Italia e non lo troverete mai da scaricare".
Rentaneko procede come se aggregasse diversi episodi di una medesima serie animata giapponese. Nonostante sia un lungometraggio di 120 minuti in live action, la scansione della storia è divisa in 4 blocchi che si ripetono (variando personaggi e qualche svolgimento) secondo le stesse identiche modalità.
Lamentela di un problema personale, noleggio del gatto ad una persona sola, test sull'affidabilità della persona in questione da farsi nella sua abitazione, ritorno a casa e conversazione con il vicino, telefonata della persona, fine del noleggio del gatto.
Detto questo Rentaneko è permeato di un umorimo e, nel solo finale, di un sentimentalismo per nulla banali anche considerando, differenze e originalità della cultura giapponese in sè.
Visivamente l'idea di una casa piena di gatti è sfruttata al meglio, ovvero cercando sempre di riempire le inquadrature di punti di interesse (ogni gatto fa qualcosa di particolare, sembrano recitare) che si accompagna ad una profondità di campo che tiene sempre tutto a fuoco e quindi visibile. Gli animali stessi sono molto ben selezionati (dove l'hanno trovato il maestro Utamaru? Il Danny Trejo dei felini) ed impiegati.
In più lo scarto finale, che nega l'atteso lieto fine ribadendo una malinconia che per il resto del film era presente ma mai in maniera troppo esplicita, è una sorpresa inaspettata e piacevole.
Il suo punto forte tuttavia il film sembra averlo nell'incredibile vicino di casa, una figura, un attore, una recitazione e delle battute che per assurdità non potevano che uscire da un film nipponico. Epico.
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