Combattere la retorica militarista con la retorica?
Sembra un po' questo Flags Of Our Fathers. Del resto uno dopo aver azzeccato Mystic River e Million Dollar Baby poteva permettersi anche un scivolone.
Più che altro Flags Of Our Fathers per larghissimi tratti non sembra un film di Clint Eastwood, ma più uno di Spielberg (che produce). Non so se mi sono lasciato influenzare dal fatto che so che il buon Steven era presente nel progetto ma a me è proprio sembrato che non solo le scene di attacco all'isola fossero molto debitrici a Salvate Il Soldato Ryan (a cui in ogni caso va tributato l'onore della grande idea di mostrare la guerra con colori desaturati) ma più che altro ci ho visto quelle figure tipiche di Spielberg, su tutti l'incaricato del governo di portare i tre "eroi" nel tour promozionale. Spero che qualcuno mi sappia confermare o smentire questa mia impressione.
Per il resto fondamentalmente le cose da notare sono due una buona e una cattiva.
Primo Eastwood si dà senza se e senza ma alla retorica. Quella retorica dei reduci che non dimenticano il fronte, la retorica militarista dalla parte dei soldati e contro i grandi capi, la retorica dei fratelli uniti dalla guerra, del fronte interno che non li accetta, di un'America di brave persone, di un governo che deve portare avanti la nazione e dell'infinita solidarietà sul fronte.
Secondo è l'unica vera grande idea del film, non mostrare quasi per nulla i giapponesi se non in qualche sporadico incontro. Per il resto sono figure nell'ombra, cannoni che escono da nascondigli e cespugli e proiettili che arrivano. Una visione assolutamente unilaterale del nemico che attendo prenda invece forma nel prossimo film di Eastwood, Letters From Iwo Jima, quello incaricato di vedere il medesimo scontro bellico dalla prospettiva giapponese.
Propio l'attesa di questo secondo episodio mi fa sperare in una parziale ripresa di un progetto che per il momento mi sembra abbia veramente poco da dire.
Sembra un po' questo Flags Of Our Fathers. Del resto uno dopo aver azzeccato Mystic River e Million Dollar Baby poteva permettersi anche un scivolone.
Più che altro Flags Of Our Fathers per larghissimi tratti non sembra un film di Clint Eastwood, ma più uno di Spielberg (che produce). Non so se mi sono lasciato influenzare dal fatto che so che il buon Steven era presente nel progetto ma a me è proprio sembrato che non solo le scene di attacco all'isola fossero molto debitrici a Salvate Il Soldato Ryan (a cui in ogni caso va tributato l'onore della grande idea di mostrare la guerra con colori desaturati) ma più che altro ci ho visto quelle figure tipiche di Spielberg, su tutti l'incaricato del governo di portare i tre "eroi" nel tour promozionale. Spero che qualcuno mi sappia confermare o smentire questa mia impressione.
Per il resto fondamentalmente le cose da notare sono due una buona e una cattiva.
Primo Eastwood si dà senza se e senza ma alla retorica. Quella retorica dei reduci che non dimenticano il fronte, la retorica militarista dalla parte dei soldati e contro i grandi capi, la retorica dei fratelli uniti dalla guerra, del fronte interno che non li accetta, di un'America di brave persone, di un governo che deve portare avanti la nazione e dell'infinita solidarietà sul fronte.
Secondo è l'unica vera grande idea del film, non mostrare quasi per nulla i giapponesi se non in qualche sporadico incontro. Per il resto sono figure nell'ombra, cannoni che escono da nascondigli e cespugli e proiettili che arrivano. Una visione assolutamente unilaterale del nemico che attendo prenda invece forma nel prossimo film di Eastwood, Letters From Iwo Jima, quello incaricato di vedere il medesimo scontro bellico dalla prospettiva giapponese.
Propio l'attesa di questo secondo episodio mi fa sperare in una parziale ripresa di un progetto che per il momento mi sembra abbia veramente poco da dire.
6 commenti:
già è uscito? bene bene......
l'hai visto in anteprima...? per me million dollar baby non è azzeccato...
Era un'anteprima credo che esca venerdì.
Million Dollar Baby non azzeccato? A me poche cose sono sembrate più azzeccate di quel film praticamente perfetto.
Mi sento di uniformarmi completamente alla tua recensione [specie su quell'unica vera idea originale]. E mi fa piacere leggerla perché altrove mi sono sentito quasi un alieno.
La cosa che stupisce è quanto i detrattori siano compatti nel rimproverare al film le stesse precise falle.
io non sono d'accordo,il film mi e' piaciuto piu' di molti altri film di guerra e mi ha dato l'impressione che vi sia trattato tra gli altri un argomento (quello della "non esistenza" degli eroi, cosi' come sono intesi dai piu',non sono in guerra ma tra gli uomini in generale) che viene appunto affrontato senza voler cadere nella retorica. Per la prima volta (e forse dipende solo dalla mia non vastissima cultura cinematografica) ho avuto davvero la sensazione che la pellicola sia permeata da questa convinzione, che parole come quelle che chiudono il film non siano vuote ma sentite dal regista e che cerchino di trasmettere un'idea che ha delle fondamenta solide, per questo non mi sento di poterne parlare come di una semplice vittoria della retorica.
Lungi da ritenerlo un capolavoro, penso solo debba essere salvato come opera piu' originale di come tu l'hai descritta.
Tommaso
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