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27.10.11

Melancholia (id., 2011)
di Lars Von Trier

Vicinissimo per stile e suggestioni ad Antichrist ma anche molto ricalcato su certe dinamiche familiari tragiche tipiche del primo DOGMA, il primo catastrofico di Von Trier è il consueto incrocio tra fascino per una tematica inedita nelle mani di un autore austero come il sopracitato, furbizia di marketing e distruzione sentimentale.
Mai prima d'ora un film di Von Trier si era aperto con tale meraviglia visiva, nemmeno il ralenti di Antichrist (che pure era bello e la cui forma ritorna in questo ralenti per scene) era a livello dei piccoli quadri iniziali utilizzati per raccontare per astrazione sentimenti, confusioni e velleità dei personaggi (che poi regolarmente non si verificheranno) all'accadere dell'evento poi paventato per tutto il film, la collisione del pianeta Melancholia con il pianeta Terra.

Riprendendo molti dei suoi luoghi comuni come la divisione del film in quadri con un titolo o i fili di piombo dall'alto o ancora il matrimonio come momento cardinale, Von Trier gira sempre il medesimo film (grazie a Dio!) raccontando la medesima umanità smarrita davanti all'assoluto. Un assoluto che può essere la pena di morte, come l'umiliazione da parte di una comunità o infine l'arrivo di un pianeta ad impattare il nostro. In questo realizzando pienamente l'ideale di cinema danese tracciato da Dreyer a suo tempo.

Ma quello che in Melancholia invece delude è proprio ciò che in passato aveva esaltato, ovvero l'audacia. Dopo la fenomenale sequenza d'inizio infatti il film si ripiega su una struttura molto dialogata e poco immaginativa (giusto le fughe nel grande campo da golf lasciano immaginare qualcosa di migliore), che all'uso audace della vista sostituisce quello meno audace (per colpa della scrittura) dell'udito. 
Nemmeno Dogville, che era pure estremamente dialogato e ripiegato sulla parola, era così scarno dal punto di vista immaginativo. 
Melancholia purtroppo è un film pigro, che ripropone quel che Von Trier conosce e sa fare, e che proprio per questo non sfocia nel totalmente noioso ma riesce a regalare qualche contentino.

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