E' possibile scoprire lo snodo fondamentale di una storia d'amore andata male oppure sondarne i meccanismi più imperscrutabili grazie ad un'esposizione dei fatti che non proceda con il consueto ordine temporale ma che segua un ordine diverso, deciso arbitrariamente dal narratore?
Questo sembra chiedersi 500 Giorni Insieme, film indipendente americano che come dice il titolo stesso racconta 500 giorni nella vita del protagonista. 500 giornate non propriamente "insieme" (ma questi sono i guai della traduzione italiana), l'anno e mezzo circa sarebbe "of Summer" nel titolo originale ovvero con Summer, nome della ragazza amata che in italiano diventa Sole. 500 giorni ossessionato da lei, prima come coppia poi come zerbino e infine come apatico uomo distrutto dal dolore.
All'interno di questo anno e mezzo il regista fa continuamente avanti e indietro, prima racconta una parte, poi una più indietro, poi di nuovo più avanti, poi vicino alla fine e via dicendo, badando bene a precisare ad ogni salto in quale giorno (tra i 500 possibili) ci si trovi.
Marc Webb vuole raccontare di ordinaria sofferenza con sguardo diverso, non si tratta solo di un espediente furbetto, mischiare le carte per rendere apparentemente nuovo ciò che è vecchio, ma di un tentativo diverso perchè oltre a sfalsare i tempi Webb cerca di sfalsare anche i sentimenti.
Il suo racconto atemporale non solo non segue il flusso ordinario e logico degli eventi ma nemmeno quello sentimentale, infatti un ordine che non sia arbitrario davvero non è rintracciabile e così troviamo il protagonista prima innamoratissimo, poi di nuovo no, poi si, poi indeciso ecc. ecc.
Se l'esperimento riesca, se cioè questo modo di ricostruire una storia d'amore e sofferenza sia efficace o meno è difficile a dirsi, sicuramente però 500 Giorni Insieme trova un fascino tutto particolare nel gioco di rimandi, mostrando i momenti di dolore e subito dopo la costruzione di quelle vette di felicità senza le quali il protagonista non sarebbe potuto farsi così male. In questo modo anche situazioni e topoi usurati dal linguaggio filmico perchè visti e rivisti di continuo (la solitudine, l'apatia e via dicendo) trovano un senso nuovo.
Se ogni immagine ha senso in relazione a quella che la precede e quella che la segue qui la stessa drammaturgia di sempre ha significati diversi e anche se questi non sono poi così radicalmente innovativi poco importa perchè il percorso di ascesa, caduta e purificazione del protagonista nonostante non sia mostrato in quest'ordine risulta più convincente di tanti altri.
Questo sembra chiedersi 500 Giorni Insieme, film indipendente americano che come dice il titolo stesso racconta 500 giorni nella vita del protagonista. 500 giornate non propriamente "insieme" (ma questi sono i guai della traduzione italiana), l'anno e mezzo circa sarebbe "of Summer" nel titolo originale ovvero con Summer, nome della ragazza amata che in italiano diventa Sole. 500 giorni ossessionato da lei, prima come coppia poi come zerbino e infine come apatico uomo distrutto dal dolore.
All'interno di questo anno e mezzo il regista fa continuamente avanti e indietro, prima racconta una parte, poi una più indietro, poi di nuovo più avanti, poi vicino alla fine e via dicendo, badando bene a precisare ad ogni salto in quale giorno (tra i 500 possibili) ci si trovi.
Marc Webb vuole raccontare di ordinaria sofferenza con sguardo diverso, non si tratta solo di un espediente furbetto, mischiare le carte per rendere apparentemente nuovo ciò che è vecchio, ma di un tentativo diverso perchè oltre a sfalsare i tempi Webb cerca di sfalsare anche i sentimenti.
Il suo racconto atemporale non solo non segue il flusso ordinario e logico degli eventi ma nemmeno quello sentimentale, infatti un ordine che non sia arbitrario davvero non è rintracciabile e così troviamo il protagonista prima innamoratissimo, poi di nuovo no, poi si, poi indeciso ecc. ecc.
Se l'esperimento riesca, se cioè questo modo di ricostruire una storia d'amore e sofferenza sia efficace o meno è difficile a dirsi, sicuramente però 500 Giorni Insieme trova un fascino tutto particolare nel gioco di rimandi, mostrando i momenti di dolore e subito dopo la costruzione di quelle vette di felicità senza le quali il protagonista non sarebbe potuto farsi così male. In questo modo anche situazioni e topoi usurati dal linguaggio filmico perchè visti e rivisti di continuo (la solitudine, l'apatia e via dicendo) trovano un senso nuovo.
Se ogni immagine ha senso in relazione a quella che la precede e quella che la segue qui la stessa drammaturgia di sempre ha significati diversi e anche se questi non sono poi così radicalmente innovativi poco importa perchè il percorso di ascesa, caduta e purificazione del protagonista nonostante non sia mostrato in quest'ordine risulta più convincente di tanti altri.
13 commenti:
A me non è affatto dispiaciuto, un film leggero ma non troppo, meglio di tanta altra roba dello stesso filone. Non è certo Lubitsch, intendiamoci, ma comunque durante la visione mi ha "preso".
(però è sfalsare)
perdonami, ma domani mi laureo alla specialistica di lettere, fare il professorino mi è ormai nel dna.
si ma infatti ci sta, tuttavia trovo più interessante il tentativo di costruire cose diverse con una narrazione diversa che poi la storia in sè che, giustamente, è la solita.
odio queste necessarie correzioni
E non dici della colonna sonora o, quanto meno (a quanto ho letto) del "ruolo" che ha la musica nel film?
Sì ma è un odio che trasuda amore, ammettilo.
Mah insomma non è che abbia questo ruolo pazzesco, loro si conoscono perchè lui ascolta gli smiths però poi basta....
è un odio che trasuda altro odio
mmmmmm.... il tuo liquidare la colonna sonora mi perplime, era uno dei motivi che alzavano il grado d'interesse per il film in questione.
cmq adesso ho deciso che dovrò trovare il modo di inserire a parola topoi in un dialogo.
Mi piace come suona.
sì sì sì tranquillo nutro un attimo il mio ego tu torna a parlare di filmetti va :P
puoi usarla anche in "Avete visto che topoi che è entrata nel locale?!"
A quanto mi risulta non ci sono musiche del gruppo di zooey deschanel nè comunque hanno un ruolo importante.
Nonostante il plot mi sembrasse scontato, quando ne ho letto qui e lì, anche io ricevo buone vibrazioni da questa pellicola. Andrò a guardarla sicuramente.
Ale55andra
La solita storia di sempre raccontata in maniera nuova e divertente. Evviva. Molto piacevole la colonna sonora.
in effetti ci dovevo pensare che è un film perfetto per te...
Ma è vero che nella colonna sonora c'è un pezzo degli Zen Circus, gruppo italianissimo?
http://video.libero.it/app/play?id=67d8309463bfedb5baeacbf9dcc1468e
ecco
mi hai ufficialmente chiesto troppo
Posta un commento