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Sorvolando per decenza sull'evocativo titolo italiano, il secondo Leone D'Oro della carriera di Ang Lee (credo sia l'unico ad aver ottenuto il medesimo premio con due film di seguito) non è a livello del primo.
Benchè diretto con la consueta abilità nel dipingere personaggi e raccontare storie alle volte anche basate sul niente (e in questo Tempesta di Ghiaccio è inarrivabile) e con il consueto gusto per il cesellamento delle situazioni e dei piccoli particolari, Lussuria non ha tuttavia la medesima forza di Brokeback Mountain.
Difficile dare delle motivazioni. In Lussuria Ang Lee tenta tutto: dalla lunga analisi, alle sequenze piene di ritmo, dall'introspezione femminile a quella maschile, dalla volontà di rendere il senso della passione all'anatomia del tradimento, dalla passione di un uomo maturo per una donna a quella dei giovani per gli ideali. E forse proprio tutta questa carne al fuoco alla fine impedisce al regista di raggiungere i suoi obiettivi.
Lussuria sembra nato per essere un capolavoro, un film monumentale, mentre Brokeback Mountain nasceva per raccontare della passione e dell'amore travolgente tra due uomini, necessariamente diverso dall'amore per le donne.
Sarà poi anche che sembra pretestuosa e poco riuscita la commistione con il genere spionistico (mentre i blandi richiami al western del film precedenti erano delicati e raffinati).
Ad ogni modo rimangono spettacolari la fuga di Tony Leung appena gli sembra di aver capito che probabilmente è in pericolo (in 5 secondi dal primo piano alla macchina come neanche Jackie Chan) e le configurazioni lacoontiche a letto.
Benchè diretto con la consueta abilità nel dipingere personaggi e raccontare storie alle volte anche basate sul niente (e in questo Tempesta di Ghiaccio è inarrivabile) e con il consueto gusto per il cesellamento delle situazioni e dei piccoli particolari, Lussuria non ha tuttavia la medesima forza di Brokeback Mountain.
Difficile dare delle motivazioni. In Lussuria Ang Lee tenta tutto: dalla lunga analisi, alle sequenze piene di ritmo, dall'introspezione femminile a quella maschile, dalla volontà di rendere il senso della passione all'anatomia del tradimento, dalla passione di un uomo maturo per una donna a quella dei giovani per gli ideali. E forse proprio tutta questa carne al fuoco alla fine impedisce al regista di raggiungere i suoi obiettivi.
Lussuria sembra nato per essere un capolavoro, un film monumentale, mentre Brokeback Mountain nasceva per raccontare della passione e dell'amore travolgente tra due uomini, necessariamente diverso dall'amore per le donne.
Sarà poi anche che sembra pretestuosa e poco riuscita la commistione con il genere spionistico (mentre i blandi richiami al western del film precedenti erano delicati e raffinati).
Ad ogni modo rimangono spettacolari la fuga di Tony Leung appena gli sembra di aver capito che probabilmente è in pericolo (in 5 secondi dal primo piano alla macchina come neanche Jackie Chan) e le configurazioni lacoontiche a letto.
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