Mi auguro che i cinebloggers (o chiunque altro sia poi desideroso di commentare online) vadano a vedere in massa il film in questione (lo dico perchè solitamente, e con buone ragioni, evitano questo tipo di produzioni) perchè vorrei (e auspico) una stroncatura di massa, una mobilitazione seria.
Lo dico perchè nella conferenza stampa a seguito del film sono state spese molte belle parole per descrivere il film, molti elogi alla sceneggiatura, all'originalità, alla recitazione e all'audacia di proporre un western metropolitano in Italia. Una cosa che sinceramente mi stava facendo rantolare sulla sedia.
Certo la colpa è mia, non dovrei dare troppo valore ai commentucoli non richiesti dei cronisti di cinema (ben altre pesanti stroncature mi aspetto invece dalla critica), eppure non posso fare a meno di chiedermi come sia possibile che gente che ha visto i film internazionali che vengono girati su questi temi l'abbia giudicato anche solo decente.
Cemento Armato parte da un soggetto molto molto buono (lo dico senza ironia) che questa volta racconto solo per far capire come ritenga che è il risultato che è un disastro e non le premesse.
E' la storia di due ragazzi della periferia di Roma immersi in un ambiente appunto di speculazione edilizia e quindi di cemento armato (che poi non si sa perchè nel film diventa la parte più carina di Garbatella, senza parlare degli interni borghesissimi come le facce degli attori), ambientazione che già da sola non è male. Uno dei due nei suoi scoattamenti da bulletto rompe lo specchietto della macchina sbagliata, quella di un palazzinaro che traffica fa impicci e tiene le redini di molta malavita, il quale non accetta che non ci sia timore nei suoi confronti nella sua città. Così senza che il ragazzo lo sappia lui comincia a cercarlo furiosamente (cosa resa difficile dal fatto che il ragazzo compie piccoli furti e altre stupidaggini che impediscono di risalire a lui da motorini, telefonini e altre proprietà).
Senza dire come finisce (comunque anche l'idea per il finale in teoria non era male) si capisce che è un buono spunto per una storia metropolitana cattiva e dura che invece sullo schermo è diventata una storiella all'acqua di rose, dove tutto è falsato da una ricerca esasperata della sensazione e di una banale emotività.
Ogni scena è una scena madre, ogni furto è un dramma incredibile, ogni morto una cosa pazzesca (quando invece nei film metropolitani e duri (come in Scorsese) la cosa che stupisce è proprio che la gente muoia senza che ci sia enfasi, con la massima normalità e rapidità), ogni atto dei protagonisti (che dovrebbero essere al centro di un turbine di eventi durante due giorni di inconsapevole caccia) è seguito da immagini di smarrimento, sguardi persi nel vuoto, pianti esistenziali ecc. ecc. ecc.
Ma soprattutto è la scrittura a far accapponare la pelle, le frasi e le parole messe in bocca agli attori (che recitano tutti peggio del loro solito) sono da manette immediate! E questo fa il paio con la pochissima fiducia che si ripone negli spettatori ai quali vengono spiegate e mostrate pedissequamente anche le cose più ovvie, come quando un poliziotto vede una targa su una scena di un crimine e la confronta con un'altra in suo possesso, si tratta di un numero di targa che ci ha ossessionato tutto il film e intorno al quale è imperniato lo snodo di trama e che per di più sappiamo già che corrisponderà (diamine ce l'avete fatto già vedere voi!!!) e il poliziotto che fa? Le guarda una accanto all'altra e dice stupitissimo: "Ma sono uguali!".
L'esempio era per far capire il mood del film, lontano anni luce dalla resa arguta e sagace dei migliori exploit del genere. Però, come ho detto subito, ha delle cose buone, ha idee interessanti (moooolto alla base proprio).
Fortunatamente origliando le discussioni dei presenti alla proiezione dopo il film mi sono imbattuto anche in Marco Giusti il quale non l'ha sopportato (e me ne sono stupito perchè solitamente non concordiamo) e sottolineava giustamente come tra le altre cose questo film guardi molto al cinema di Hong Kong stile Johnny To ma poi si soffermi stupidamente su cose all'italiana del tipo i ragazzetti che si vogliono bene, il rapporto con la mamma a casa ecc. ecc. E in effetti io lì ho ripensato con un sorrisino che ad un certo punto c'è la tipica scena di lui che sa che sta per avvenire un omicidio a qualcuno che conosce e corre disperato per salvarlo (con montaggio alternato dell'approssimarsi dell'assassino alla vittima), ma non si tratta della ragazza o di un amico, bensì più italicamente ad essere in pericolo è la mamma....
Ammetto infine che una sequenza (ma una sola!) è veramente bella, ma bella sul serio. Quella che riprende per la prima volta il protagonista che gira per Roma in motorino. L'intento è rendere il fatto che vive in una zona oppressa dal cemento armato e ci riesce benissimo mostrando con colori desaturati (come tutto il film del resto) e con telecamera che lo prende dall'alto la marcia sulle sopraelevate delle città. Veramente bella.
Lo dico perchè nella conferenza stampa a seguito del film sono state spese molte belle parole per descrivere il film, molti elogi alla sceneggiatura, all'originalità, alla recitazione e all'audacia di proporre un western metropolitano in Italia. Una cosa che sinceramente mi stava facendo rantolare sulla sedia.
Certo la colpa è mia, non dovrei dare troppo valore ai commentucoli non richiesti dei cronisti di cinema (ben altre pesanti stroncature mi aspetto invece dalla critica), eppure non posso fare a meno di chiedermi come sia possibile che gente che ha visto i film internazionali che vengono girati su questi temi l'abbia giudicato anche solo decente.
Cemento Armato parte da un soggetto molto molto buono (lo dico senza ironia) che questa volta racconto solo per far capire come ritenga che è il risultato che è un disastro e non le premesse.
E' la storia di due ragazzi della periferia di Roma immersi in un ambiente appunto di speculazione edilizia e quindi di cemento armato (che poi non si sa perchè nel film diventa la parte più carina di Garbatella, senza parlare degli interni borghesissimi come le facce degli attori), ambientazione che già da sola non è male. Uno dei due nei suoi scoattamenti da bulletto rompe lo specchietto della macchina sbagliata, quella di un palazzinaro che traffica fa impicci e tiene le redini di molta malavita, il quale non accetta che non ci sia timore nei suoi confronti nella sua città. Così senza che il ragazzo lo sappia lui comincia a cercarlo furiosamente (cosa resa difficile dal fatto che il ragazzo compie piccoli furti e altre stupidaggini che impediscono di risalire a lui da motorini, telefonini e altre proprietà).
Senza dire come finisce (comunque anche l'idea per il finale in teoria non era male) si capisce che è un buono spunto per una storia metropolitana cattiva e dura che invece sullo schermo è diventata una storiella all'acqua di rose, dove tutto è falsato da una ricerca esasperata della sensazione e di una banale emotività.
Ogni scena è una scena madre, ogni furto è un dramma incredibile, ogni morto una cosa pazzesca (quando invece nei film metropolitani e duri (come in Scorsese) la cosa che stupisce è proprio che la gente muoia senza che ci sia enfasi, con la massima normalità e rapidità), ogni atto dei protagonisti (che dovrebbero essere al centro di un turbine di eventi durante due giorni di inconsapevole caccia) è seguito da immagini di smarrimento, sguardi persi nel vuoto, pianti esistenziali ecc. ecc. ecc.
Ma soprattutto è la scrittura a far accapponare la pelle, le frasi e le parole messe in bocca agli attori (che recitano tutti peggio del loro solito) sono da manette immediate! E questo fa il paio con la pochissima fiducia che si ripone negli spettatori ai quali vengono spiegate e mostrate pedissequamente anche le cose più ovvie, come quando un poliziotto vede una targa su una scena di un crimine e la confronta con un'altra in suo possesso, si tratta di un numero di targa che ci ha ossessionato tutto il film e intorno al quale è imperniato lo snodo di trama e che per di più sappiamo già che corrisponderà (diamine ce l'avete fatto già vedere voi!!!) e il poliziotto che fa? Le guarda una accanto all'altra e dice stupitissimo: "Ma sono uguali!".
L'esempio era per far capire il mood del film, lontano anni luce dalla resa arguta e sagace dei migliori exploit del genere. Però, come ho detto subito, ha delle cose buone, ha idee interessanti (moooolto alla base proprio).
Fortunatamente origliando le discussioni dei presenti alla proiezione dopo il film mi sono imbattuto anche in Marco Giusti il quale non l'ha sopportato (e me ne sono stupito perchè solitamente non concordiamo) e sottolineava giustamente come tra le altre cose questo film guardi molto al cinema di Hong Kong stile Johnny To ma poi si soffermi stupidamente su cose all'italiana del tipo i ragazzetti che si vogliono bene, il rapporto con la mamma a casa ecc. ecc. E in effetti io lì ho ripensato con un sorrisino che ad un certo punto c'è la tipica scena di lui che sa che sta per avvenire un omicidio a qualcuno che conosce e corre disperato per salvarlo (con montaggio alternato dell'approssimarsi dell'assassino alla vittima), ma non si tratta della ragazza o di un amico, bensì più italicamente ad essere in pericolo è la mamma....
Ammetto infine che una sequenza (ma una sola!) è veramente bella, ma bella sul serio. Quella che riprende per la prima volta il protagonista che gira per Roma in motorino. L'intento è rendere il fatto che vive in una zona oppressa dal cemento armato e ci riesce benissimo mostrando con colori desaturati (come tutto il film del resto) e con telecamera che lo prende dall'alto la marcia sulle sopraelevate delle città. Veramente bella.
21 commenti:
Te l'avevamo detto tutti noi. E tu che continui a sperarci.
Ma c'era la combinazione trama veramente azzeccata e gente giovane. Ero autorizzato a sperare stavolta.
Cioè non avevo sperato in un buon film di Neri Parenti!
Non ti rispondo solo perchè non si parla male di conoscenti comuni in loro assenza
Ma che centra??
Io posso fare un capolavoro pure con Boldi, è chi sta alle leve creative che conta non chi esegue gli ordini!
un po' me l'aspettavo, peccato però altra occasione sfumata.
tu hai visto nazareno?
anche io me l'aspettavo dati i soggetti coinvolti, ma lo stesso ci speravo.
Nazareno non lo conosco, che è?
Sai che sono contrario a questo tuo anti-attorialismo.
beh senti se vuoi convincermi che un gruppo di attori (nemmeno uno solo, mi voglio rovinare, diciamo un gruppo) influisce su come un film è scritto, sul soggetto, sui dialoghi e la scelta degli esterni, degli interni e di come rappresentare le scene avrai vita dura.
Bhe scusa allora come giustifichi il successo di Mortal Kombat e Mortal Kombat 2?
Quelli si che sono attori!
Calma parker.
Anche io ero attratto dall' idea (e tienilo a mente).
Ma se vuoi convincermi che OGGI in ITALIA si possa fare un NOIR METROPOLITANO serio, con NICOLAVAPORIDIS allora avrai vita dura.
Ma dai cazzo, non hai sentito odore di porcata solo a vedere che c'erano Faletti e Vaporidis (Ma Faletti poi è milanese doc, che CAZZO fa il palazzinaro malavitoso alla Garbatella?).
Io non sono antiattorialista. Ma qui mancano proprio i professionisti. Manca la gente che sto lavoro lo sa fare. Vaporidis non è un'attore, non è un cazzo di niente per dio...
Secondo me si può fare un noir o un qualsiasi altro tipo di film con chiunque, anche con le zappe, le pietre e la gente in coma vegetativo, tutto sta a sapere che uso farne, avere un'idea e un modo per applicarla.
Del resto si è fatto di peggio, si sono fatti capolavori (non bei film, ma capolavori) con gente che non sapeva recitare e alle volte anche che non riusciva a parlare l'italiano corretto e andava sottotitolata per quanto era stretto il loro dialetto.
E che sono attori quelli? E che non è meglio Vaporidis?
Garrone ha realizzato L'Imbalsamatore con due zappe vere (chiaramente non parlo del nano, Ernesto Mahieux), due che se li vedi in altri film sono inascoltabili per come recitano male, ma a lui servivano quelli e li ha usati al meglio, in quel film ci stanno da morire. Sono perfetti.
Un punto per te niola in effetti l'imbalsamatore è un gran film nonostante il giovane frocione(che poi frocio non è in realtà)che oltre ad usare un fastidioso dialetto napoletano è proprio incapace come attore
e pure lei è terribile. Io l'ho vista in molti altri film ed è insostenibile, ma lì è perfetta.
Cristo IDDIO.
NICOLA VAPORIDIS LEGGI QUESTO POST E VIENIMI A CAGARE IL CAZZO!
johnny to?
JOHNNY TO?!!!!
JOHNNY TO!!!!!
CO FALETTI E VAPORIDIS PER DIOOOOOOOOOOOO!
lei ha fatto anche "provincia meccanica" o sbaglio...madonna quello è un film che fa veramente schifo..
OT: ho visto oggi al lavoro(lavoro una cifra) l'ultima legione...MA E' MOLTO PEGGIO DI COME HAI DETTO TU.....è orripilante...franco...è molto peggio del film di merda con raul bova..quello almeno aveva un filo logico..qui da un momento all altro gli ostrogoti attaccano il castro pretorio,così dal nulla...mentre nella scena appena prima i protagonisti si dicono amenità varie...
No forse ti confondi con H2Odio.
Cmq si è terribile L'Ultima Legione. Ma è forte perchè è terribile da subito da quando si vede il ragazzino sulla spalla della statua, già lì era irrecuperabile il film, neanche se lo prendeva in mano Scorsese si risollevava.
ahhhh. Purtroppo da quando l'heroic fantsy è arrivato al cinema. Ogni scusa è buon per dirigere cazzate...
Per questo nel suo piccolo io reputo
Il Tredicesimo Guerriero, un gioiellino vero.... Se vi leggete il libro di Michael Chricton, scoprite che è una merda, il film è grande, perchè a dirigerlo c'è un grande.
Mi aspettavo anch'io , o meglio mi auguravo,un film più duro, più nero. Il regista tecnicamente è bravo ma non ha avuto voglia di osare di più, la sceneggiatura è la cosa meno convincente insieme agli attori.è sbagliata proprio la distribuzione dei ruoli.Lasciamo perdere Vaporidis che forse puo' fare un ragazzo di buona famiglia in una commediola ma non è credibile come coatto tosto o la Crescentini che mi pare la Pfeiffer dei poveri. Purtroppo anche alcuni grandi come Maria Paiato, una delle attrici di teatro più brave che ci siano, non puo' essere una madre della garbatella e Faletti ha l'ambiguità ma non la terribilità di un boss.Insomma i difetti sono tanti per fortuna la critica è stata per la maggior parte ostile ma davvero non capisco come uno studioso eccellente come il De Bernardinis abbia potuto parlare di film " necessario " e Rondi addirittura gli ha dato 4 stelle.Al confronto Arrivederci amore ciao di Soavi, tanto per citare un altro film di genere recente, è un capolavoro.
Arrivederci Amore Ciao a me era piaciuto. Cmq si sono proprio tante le cose che non vanno nel film, che lo rendono orrendamente annacquato anche se si intravedono le possibilità del soggetto.
Il fatto se questo film fosse o no necessario è un discorso complesso sul quale non so ancora pronunciarmi. Il punto è: Per arrivare ad avere una produzione di genere decente, non è forse opportuno partire da cose commerciali in modo da creare interesse su questo tipo di film, aumentarne la produzione e a quel punto, nel mucchio ottenere anche risultati migliori?
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