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27.3.06

Il Grande Silenzio (Die Grosse Stille, 2005)
di Philip Gröning

Non posso fare a meno di leggere sulla pagina di Mymovies dedicata a Il Grande Silenzio che in patria il film ha battuto anche Harry Potter sbancando il botteghino..............
Ma siamo sicuri? Odio mettere in dubbio fonti ufficiali solo in base ai miei pareri ed ai pregiudizi, ma davvero è duro crederlo.
Per dirlo in due parole, Il Grande Silenzio non è un film di intrattenimento. Ogni film ha una componente piccola o grande di intrattenimento e una componente piccola o grande di impegno/meditazione/indagine ecc. ecc. Questo film non ha nulla dell'intrattenimento, non che in sè sia un male, ma mi sembra difficile che a fare il record d'incassi sia stato un film nel quale nessuno parla (il titolo non è uno scherzo) e che ritrare con minuzia documentaristica la vita dei monaci certosini.
A regnare è il silenzio generale contrappuntato dai rumori della quotidianità, ad essere rappresentata è la meditazione con i suoi tempi, i suoi ritmi e le sue ripetizioni. Due ore e mezza di silenzio, piccoli rumori e scene che si ripetono sempre uguali.
Sono stato alla proiezione stampa questa mattina, non nascondo di essermi appisolato in più d'un momento e preso dal senso di colpa mi sono guardato intorno e non ho trovato nessuno (tra quelli che potevo vedere) che per almeno un momento non abbia dormito, alcuni se ne sono anche andati dopo un'ora e mezza circa di silenzi.
Ora che vi ho messo paura abbastanza posso dire che il film è girato con molta sapienza, le immagini sono (com'è necessario che sia) molto molto belle, l'attenzione per i piccoli rumori colpisce davvero e dopo un'ora e mezza di silenzi, piccoli rumori e scene di meditazione sul serio qualcosa comincia a penetrare, cominci quantomeno a farti delle domande (non tanto su perchè stai ancora seduto e non sei uscito anche tu, ma più che altro sulla vita in eremitaggio).
In sostanza Il Grande Silenzio è un film che non consiglierei, molto lento e meditativo, che in un certo senso costringe lo spettatore ad accostarsi al mondo dei monaci, ma lo fa con una violenza (quella della ripetizione ossessiva) che non ho gradito e senza nessuna idea dietro. Non c'è lettura, non c'è interpretazione, non c'è nemmeno una volontà aprioristica di porre una lente d'ingrandimento su un aspetto della realtà, ma c'è solo la realtà messa in mostra e io non ho mai creduto nel cinema-veritè.





15 commenti:

Anonimo ha detto...

in sintesi....due palle....


gparker ha detto...

Si, ma mostruose, come non se n'erano mai viste.
E mi sono dimenticato di scrivere che ogni tanto comparivano dei cartelli su sfondo nero con dei messaggi a carattere religioso (probabilmente insegnamenti cari all'ordine certosino) in francese sottotitolati in tedesco. MA PERCHE' NON C'ERA L'ITALIANO???


Anonimo ha detto...

in realtà era un film con messaggi subliminali per invogliarti a diventare un monaco certosino.....non stai iniziando ad avere comportamenti strani e a pretendere un silenzio mostruoso in casa?!


gparker ha detto...

Quello no, ma noto che tendo a somigliare sempre di più nell'espressione e nella postura al monaco nella foto centrale....


Anonimo ha detto...

convertitevi!


gparker ha detto...

C'è poco da ridere..... E' stata una pezza mica da niente........... E ora quando mi sveglio la mattina nel più assoluto silenzio prima di bloggare dico le mie preghiere.


Anonimo ha detto...

che ovviamente rivolgi a Francesco Totti...


Anonimo ha detto...

riguardo al commento sul mio blog:

al di là delle teorie cinematografiche (che non conosco) cui ti riferisci mi trovo abbastanza d'accordo con te, gparker. l'idea su cui si basa il film è molto affascinante, ma la resa finale non mi convince più di tanto. questo "progetto" alla fine più che attrarre ed "estasiare" annoia, purtroppo. ma forse siamo noi a non essere più abituati a una vita così, appunto. però credo che il regista abbia fatto il possibile, visto i limiti tecnici con cui è stato "costretto" a lavorare. ciao, e grazie della visita.


Anonimo ha detto...

...perchè essere in grado di guardare,di porsi domande,di non dare per scontato neanche il battito delle ciglia....vi sembra un'impresa da poco?meditate gente...meditate....


Anonimo ha detto...

Stasera c'è la proiezione del grande silenzio... i miei amici ci vanno ed io non so ancora, sono indecisissimo... allora cercavo commenti sul web, tra cui anche il tuo! E mi sa che allora non vado... spero di non perdermi niente. Ciao e grazie


gparker ha detto...

Mio Dio non mi dare troppa importanza....
Alla fine è un film che ha il suo perchè, io poi sono contro questo cinema che si propone di essere oggettivo e di riprendere la realtà per come è. Ma è anche una presa di posizione.
Di certo il film non è un film facile, questo è poco ma sicuro, tuttavia è un'opera molto originale e peculiare che forse vale la pena vedere per farsi un'idea sul significato che possa assumere, se soprattutto abbia un senso o se sia un esperimento che lascia il tempo che trova. Come penso io.


Anonimo ha detto...

Vorrei lasciare una mia piccola opinione riguardo al film e al commento iniziale di questa pagina. Trovo che chi dice di fronte ad un film del genere(e qui cito): "Non c'è lettura, non c'è interpretazione, non c'è neppure la volontà aprioristica di porre una lente di ingrandimento su un'aspetto della realtà..." sia assolutamente oggento e non soggetto del film. Bisogna imparare a prendere dei dati e poi codificarli da sè e non aspettare che qualcuno ti porti ad una soluzione. Perchè siete contagiati dalla malattia che ha il suo focolare nel film americano, dove tutto è dato e nulla lasciato. Visto che il mondo di un monastero (perdippiù certosino, ossia di un ordine tra i più intrasigenti) è assoltamente inaccessibile ai più, se ci avesse mostrato solo qualcosa e non tutto, se ci avesse dato una chiave di lettura (per me quasi inarrivabile, perchè di quel modo di vivere solo chi la vive può comprenderla). Perchè c'è bisogno di tante parole. Questo film parla non solo del presente, del hinc et nunc, di ciò che viene ripreso. Qui si parla di una vita che dura da un millenio tale e quale. Di riti - e non solo in senso religioso - che vengono continuati da secoli. Un ambiente per quanto privo di parole pieno di significato, dove la parola, se c'è, è una parola importante: mai vuota, mai inutile.
E così pura questa realtà nel suo modo di essere portata alla luce, senza filtri, senza imposizioni. Oggi si è fissati con l'idea di quel buddismo ascetico tibetano... pensate che ciò succede a due ore da Milano, o anche più vicino. Gente che non si interroga su cosa sia meglio indossare la sera per uscire, ma su gente che del silenzio ha fatto una virtù! Perchè si dovrebbe commentare, perchè si dovrebbe aggiungere parole inutili. Può anche non essere il tuo genere di film è vero, caro gparker, ma vai oltre; pensa tu a cosa possa aver spinto questa gente ad un sacrificio così, ad una quotidianità che ti dà fastidio. Perchè non è il discorso delle immagini ripetute che a te dà fastidio... è, invece, proprio il nostro non sapere apprezzare anche un certo ritualismo delle azioni, fino a ottanta anni fa così presente nel nostro mondo e ad un certo punto spazzato via di colpo. Forse questo film andrebbe visto con molti meno preconcetti e molta più disponibilità!
Un grande saluto a tutti!


gparker ha detto...

Tu parli della vita monastica, fai un discorso sul suo significato ecc. ecc.
Io parlo del film. Non basta scegliere un argomento bisogna parlarne anche in un certo modo. E non condanno la non omologazione agli standard narrativi. Non condanno nulla, dico che secondo me che non è cinema. Con questo non intendo un insulto solo che la grammatica della narrazione cinematografica ha delle regole, che ci servono per distinguere cosa sia cinema e cosa la videoripresa di determinati eventi o situazioni.

Ah e non mi sento per niente contagiato dal focolare del cinema americano.


Anonimo ha detto...

...per mè, che l'ho visto già due volte, rappresenta un evento cinematografico rilevante, in quanto mostra "IL SILENZIO", come l'unica dimensione, attraverso la quale pervenire alla pace vera, interiore. Nel Silenzio, ci sono tutte le parole, che avresti voluto dire e che avresti voluto sentire...che la realtà non ti concederà mai.


Unknown ha detto...

...spero si continui nell'analisi, ne sarei molto interessato.
Saluti


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