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1.5.07

La Vie En Rose (La Mome, 2007)
di Olivier Dahan


Ecco un altro film biografico (si vede che è periodo), questa volta su Edith Piaf.
E come tutti i film biografici anche questo prende di mira una grande personalità e ne racconta la vita privata tralasciando quasi del tutto quella professionale, così che io (nel buio della sala mentre di sottofondo c'è "Non, Je Ne Regrette Rien") ritorni a chiedermi: "Ma perchè per fare i film biografici si scelgono i migliori delle proprie categorie (i migliori cantanti, i migliori calciatori, i migliori politici, i migliori pittori...) e poi non si fa accenno al motivo percui li ricordiamo a tutt'oggi? Perchè bisogna per forza prendere un grande della sua categoria e fare finta che la sua grandezza professionale fosse solo un aspetto minimo di una vita privata interessantissima?".
Anche per Edith Piaf quindi il ritratto che emerge è quello di una donna cresciuta tra mille difficoltà (genitori assenti, povertà, bordelli ecc. ecc.) che poi sapeva anche cantare.
La Vie En Rose se non altro ha almeno l'indubbio merito del film è se non altro di fornire un ritratto poco agiografico. La grande cantante francese è infatti dipinta come arrogante, superba, inaffidabile, umorale, ubriacona e tutto ciò che di peggio si possa immaginare.
Messa in scena splendente e colorata come si conviene, in piena sintonia con ogni regola di stile e forma. Non una sbafatura, non un'esagerazione, non un tentativo ardimentoso.

Comunque da quando sono uscito nella sala già mi sono scaricato (a pagamento, E CHE SI SAPPIA!) tre pezzi di Edith. Che voce...

7 commenti:

Fabio ha detto...

Ma tu pensa un film biografico incentrato sulla vita professionale... ti convincerebbe?
No, lo dico perché mi sembra che a te proprio non piacciano i film biografici e basta. :D

Se prendi Alì (che hai detto di non avere apprezzato), lì la vita professionale è mostrata parecchio, ma non l'hai salvato ugualmente. (a me è piaciuto però)


gparker ha detto...

infatti i film biografici proprio non mi piacciono e uno dei motivi è appunto che lasciano sempre l'amaro in bocca per la preponderanza della vita privata su quella professionale che spesso è più esaltante.

Alì non mi è piaciuto, però secondo me è perchè era proprio brutto, non per la diatriba vita professionale/privata...

Mi viene in mente Dragon: la storia di Bruce Lee come film biografico che si occupa per bene della vita professionale.
E mi è piaciuto.


Fabio ha detto...

L'avevi detto l'altra volta di Dragon. Eppure io lo ricordo come un film un po' commerciale... di quelli che volano basso.
Però non conoscevo quasi niente della figura di Bruce Lee quando l'ho visto. Non so se a vederlo ora mi ricrederei.


Anonimo ha detto...

Su tutti i pezzi di Piaf vince "Milord"


Anonimo ha detto...

ciao, visto che ci siamo vi invito a venire a fare un giro nel mio spazio su my space (www.myspace.com/rigorighetti) ci sono 4 pezzi da ascoltare, mi farebbe piacere sapere che ne pensate....
grazie e scusate l'intrusione.


Anonimo ha detto...

Un biopic con i difetti di tutti ( o quasi) i biopic e in più molto polpettone e molto autocompiaciuto sul versante disgrazie. Ma se ti è venuta voglia di scaricare qualke pezzo di Edith almeno un buon risultato l'ha avuto.ALP


gparker ha detto...

Magari autocompiaciuto però almeno non agiografico...


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