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24.1.07

Dreamgirls (Dreamgirls, 2006)
di Bill Condon


Eccolo il film pronto per gli Oscar.
Tecnicamente impeccabile, grande intrattenimento, un'ottima colonna sonora (peraltro originale), grandi attori, qualche intensa interpretazione, una storia di passione e riscatto dove buoni e cattivi sono facilmente individuabili, facili sentimenti a poco prezzo e un po' di finto impegno. In più un comico che dà prova di essere un grande attore per vincere l'Oscar come miglior attore non protagonista.
In Dreamgirls c'è tutta la Hollywood dei neri addomesticati dai bianchi. Questa è un'espressione bruttissima ma tremendamente vera. Se c'è ancora una certa forma di razzismo questo film lo dimostra. Non amo parlare di questioni extrafilmiche ma questa volta due parole le spendo volentieri non per condannare o puntare il dito, assolutamente no, ma per far notare che questo è un perfetto esempio di quel cinema che altri come Spike Lee, Denzel Washington (a tratti), Mario Van Peebles, Wesley Snipes ecc. ecc. disprezzano e condannano, perchè è il cinema che utilizza gli stereotipi della cultura nera mutandoli, cambiandoli e adattandoli alla cultura bianca mainstream e finendo quindi per impoverirli veicolandone un'immagine errata, superficiale e quindi inevitabilmente razzista.
Gli americani tuttavia non sono nuovi a questa forma di appiattimento, lo fanno con tutto. Con i libri (Codice Da Vinci, Signore Degli Anelli...), con la musica (i vari biopic), con la storia (Le Crociate, Il Gladiatore ecc. ecc.), percui nulla di particolarmente eccezionale, solo che in questo caso i diretti interessati si potrebbero ribellare, questa volta chi viene svilito è parte dei meccanismi di svilimento stesso.

Il film per il resto, come ho detto, è tecnicamente perfetto ed esattamente quello che ci si aspetta.
E' la storia della Motown, casa di produzione di Detroit (poi spostata a Los Angeles) che negli anni '60-'70 ha cambiato il mondo della musica nera, espandendola e mutandola per renderla accettabile e fruibile anche dai bianchi (la medesima operazione del film) fino a che non è implosa sotto varie spinte tra cui la fine di quel tipo di musica e l'impossibilità di portare avanti il suo inconfondibile modus operandi cioè la strutturazione di una family che cura tutti gli aspetti dei suoi protetti.
In Dreamgirls i nomi sono tutti diversi ma si capisce che i personaggi in questione sono Diana Ross e le Supremes, i Jackson Five ecc. ecc. Anche se non ho ben capito chi sia Eddie Murphy, forse Little Richard anche se a tratti sembra più Marvin Gaye.
Dal punto di vista dello stile e della storia dei musical è interessante perchè, penso proprio per la prima volta, si uniscono due maniere di fare i film musicali, quella classica di Broadway dove i personaggi parlano e mandano avanti la storia cantando (qui accade a tratti) e quella invece dei film rock e dei biopic, dove la musica entra quando è eseguita all'interno della trama del film. Qui ci sono tutte e due le modalità e i due tipi di musiche sono diverse, quelle in stile Broadway sono orrende mentre quelle che i personaggi cantano quando si esibiscono molto carine.
Unico elemento di vero grande fastidio è la messa in cattiva luce del personaggio di Jamie Foxx, che non fa veramente nulla di male ma passa per il lupo della situazione. Che qualcuno mi dica qual è stato il suo peccato!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

ho deciso. Agli Oscar faccio il tifo per Eddie Murphy...


gparker ha detto...

E' capacissimo che vince. Qui fa la perfetta interpretazione da Oscar come non protagonista: divertente, sopra le righe, originale e alla fine drammatico.


Anonimo ha detto...

lui per me rimane Axel Foley di Beverly Hills Cop.
Certo anche il Bambino D' Oro...


Mariolone ha detto...

Axel foley tutta la vita.....l'ultima sua performnce degna è stata in bowfinger....gran film


Anonimo ha detto...

Axel Foley è un mito.


Anonimo ha detto...

beh... tratta con la mafia e toglie personalità ai suoi artisti per imporli alla comunità bianca e li gestisce da padrone... non è proprio un santo!

comunque è particolare che tu accusi il film di fare quello che il film stesso denuncia... però, per certi versi, hai ragione.

Detto per inciso, a me sono piaciute molto di più quelle che tu definisci le canzoni "stile Broadway" che non le altre. Le prime passionali e intense, le seconde canzonette divertenti ma un pò tutte uguali.

PS: Il codice da vinci era già piatto il libro, il film in linea... :-)


gparker ha detto...

No non gli toglie personalità, gli dice come fare per avere successo (che è quello che vogliono!), paga i DJ per evitare che li discrimino in quanto neri. Compie anche dei crimini, certo, ma per far emergere i suoi artisti, mica unicamente per il bieco fine economico.
Gli mette a disposizione un bravissimo compositore e gli da la possibilità di enrare in concorrenza agli artisti bianchi.
Lo dico anche perchè il personaggio a cui è ispirato (il numero 1 della Motown) è stato un grande.


Anonimo ha detto...

Murphy m'è piaciuto molto, anche se forse mi aspettavo ancora di più. Non so perché m'ero gasato a mille per questo suo ruolo. E bravo è bravo, ma credo che dipenda anche dal fatto che interpreti un personaggio atipico x i suoi standard.


gparker ha detto...

Anche secondo me è più l'effetto sorpresa che altro.


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