FUORI CONCORSO
FESTIVAL DEL FILM 2008
FESTIVAL DEL FILM 2008
I tedeschi hanno deciso di venire a patti con tutto e così dopo il nazismo tocca ai loro anni di piombo in cui appunto la banda del titolo agiva più o meno come le Brigate Rosse da noi ma in maniera più violenta, strutturata e continuativa (del resto sono tedeschi).
Vedendo il film si pensa a quante volte noi abbiamo fatto opere di questo tipo (da Buongiorno, Notte a La Meglio Gioventù) con annesse polemiche sull'immagine che diamo all'estero e quanto si possano comprendere i fatti raccontati se non si è italiani.
Uli Edel si tiene in un corretto equilibrio, non condanna in toto ma mostra l'aberrazione totale a cui arriva la banda, la lacerazione interna e la stupidità profonda di molte decisioni. Condanna in sostanza i fatti e non le idee.
Dall'altro lato però condanna i fatti ma non le idee anche della Polizia. Quindi il risultato è un racconto di una vera guerra che non sembra insensata ma anzi molto sensata e quasi necessaria, come se fosse l'unica possibile soluzione di conflitti effettivamente esistenti.
Se il flim sia poi avvincente è tutto un altro paio di maniche. La Banda Baader Meinhof è lungo (due ore e mezza) e infarcito di fatti reali da riportare con attenta fedeltà, i quali ovviamente appiattiscono la narrazione. "I film non sono come la vita" diceva Truffaut citando Hitchcock, intendendo che le tante licenze che la narrazione cinematografica si prende migliorano la fruizione, la facilitano e la rendono un vero racconto. Riportare la realtà rompe le regole del racconto (perchè i fatti non sempre si svolgono secondo climax precisi o strategie retoriche) e quindi spesso appiattisce. In questo caso annoia proprio.
1 commento:
Io non sono riuscita ad annoiarmi, secondo me il film ha ritmo davvero molto incalzante ed è girato anche molto bene, oltre che ottimamente recitato e sceneggiato. Certo sicuramente si prende molte licenze, ma è cinema, gli è permesso.
Ale55andra
Posta un commento