Si direbbe che arrivati al quarto episodio la saga di Fast and Furious abbia ancora poco da dire, ma non è così. Innazitutto perchè quella di Fast and Furious non è una vera saga ma più un brand che viene appiccicato a film diversi tra loro.
Il primo era il classico film sulla seconda occasione all’americana, il secondo un buddy movie e il terzo un divertissment tecnico. Non sempre i protagonisti e il cast sono rimasti i medesimi come anche le storie.
Questo quarto film è invece un vengeance movie. Torna Vin Diesel ad interpretare Dominic Toretto e torna Paul Walker nella parte della sua nemesi/amico infiltrato della polizia. Ma non siamo dalle parti del primo film.
A dirigere c’è Justin Lin, già regista dell’episodio precedente, che si era fatto notare per tecnica, abilità e onestà intellettuale (nessuna presa in giro, solo azione ben fatta davvero, macchine e virilità come dice il titolo) e che non tradisce. Se possibile questo quarto episodio è ancora più maschilista di tutti gli altri, ma in una maniera così onesta e genuina che è difficile prendersela.
Fast & Furious (la cui appendice italica "Solo parti originali" non vuol dire niente. Niente!) è un film senza toni di grigio, dove tutto dall’inizio alla fine è messo in scena nella sua versione estrema. Tutto.
L’azione è furiosa, iperbolica e improbabile, i caratteri sono estremi e senza compromessi, i momenti non di azione vogliono essere introspettivi più che possono (scene in cui al massimo della malinconia corrisponde anche il minimo del movimento intellettuale e ci si interroga moltissimo su interrogativi banalissimi).
Macchine tirate al massimo, uomini tirati al massimo, donne oggetto nell’accezione più piena oppure angeli del focolare che dicono preghiere prima di mangiare (tutto basta che non si immischino). Non c’è spazio per compromessi nel film ma è possibile accettare quel mondo perchè ci viene mostrato nella maniera migliore.
L’azione è realizzata veramente bene, è grandissimo intrattenimento da godere fino in fondo. Justin Lin per stile esagera in tutto ma può farlo perchè ha davvero il pieno controllo della situazione. Non si tratta solo di controllo filmico ma anche di controllo del ritmo e rispetto dei personaggi.
Fast & Furious - Solo parti originali (ma non i titoli) dimostra come per fare un film di puro intrattenimento che metta al bando ogni forma di riflessione occorra riflettere tantissimo al momento di girarlo.
Il primo era il classico film sulla seconda occasione all’americana, il secondo un buddy movie e il terzo un divertissment tecnico. Non sempre i protagonisti e il cast sono rimasti i medesimi come anche le storie.
Questo quarto film è invece un vengeance movie. Torna Vin Diesel ad interpretare Dominic Toretto e torna Paul Walker nella parte della sua nemesi/amico infiltrato della polizia. Ma non siamo dalle parti del primo film.
A dirigere c’è Justin Lin, già regista dell’episodio precedente, che si era fatto notare per tecnica, abilità e onestà intellettuale (nessuna presa in giro, solo azione ben fatta davvero, macchine e virilità come dice il titolo) e che non tradisce. Se possibile questo quarto episodio è ancora più maschilista di tutti gli altri, ma in una maniera così onesta e genuina che è difficile prendersela.
Fast & Furious (la cui appendice italica "Solo parti originali" non vuol dire niente. Niente!) è un film senza toni di grigio, dove tutto dall’inizio alla fine è messo in scena nella sua versione estrema. Tutto.
L’azione è furiosa, iperbolica e improbabile, i caratteri sono estremi e senza compromessi, i momenti non di azione vogliono essere introspettivi più che possono (scene in cui al massimo della malinconia corrisponde anche il minimo del movimento intellettuale e ci si interroga moltissimo su interrogativi banalissimi).
Macchine tirate al massimo, uomini tirati al massimo, donne oggetto nell’accezione più piena oppure angeli del focolare che dicono preghiere prima di mangiare (tutto basta che non si immischino). Non c’è spazio per compromessi nel film ma è possibile accettare quel mondo perchè ci viene mostrato nella maniera migliore.
L’azione è realizzata veramente bene, è grandissimo intrattenimento da godere fino in fondo. Justin Lin per stile esagera in tutto ma può farlo perchè ha davvero il pieno controllo della situazione. Non si tratta solo di controllo filmico ma anche di controllo del ritmo e rispetto dei personaggi.
Fast & Furious - Solo parti originali (ma non i titoli) dimostra come per fare un film di puro intrattenimento che metta al bando ogni forma di riflessione occorra riflettere tantissimo al momento di girarlo.
21 commenti:
ah le gnola' methodologique, le formalisme gnolesque, ahhhhh!
j'adore
se posson faire les plus grndes puttanates, mais il faut de la classe,
je concorde
esatto! Non esistono storie belle e storie brutte ma storie raccontate bene e storie raccontate male.
Non riesco a dire di no a Vin Diesel
Come fai a dire di no a quel visino??
Vincenzo Gasolio è il numero uno.
e su questo non si discute (anche per non rischiare una poterosa testata dall'uomo dalle 500 risse).
condivido in pieno la tua valutazione anche se non ho visto il film. il fatto è che sono convinto che sia opportuno valutare un film per come rispetta i suoi propositi. un discreto film pretenzioso fa infinitamente più cagare di un onesto film pacche-pugni-e-pedate.
A me non piace entrare in discorsi sui giochi/film educativi/diseducativi. Però non posso tacere del fatto che, almeno dalle mie parti, questa saga ha fatto nascere o comunque crescere il fenomeno del tuning e moltiplicare gli imbecilli che usano la strada come pista personale.
Non è colpa dei film. Non ho abitudine di fare la morale e preferisco parlare di causa.
Tipo quelli che l'altra sera alle due di notte hanno preso male la curva che sta sotto casa mia e si sono ribaltati.
Vabbè dai esistono anche storie brutte...
Prendiamo Troppo Belli... O Alex l'Ariete..
Dai...
no Alex l'ariete è la storia di un poliziotto che deve proteggere un testimone. Lei è ritenuta una mitomane e ma nel viaggio che fanno assieme lui si rende conto che è perseguitata davvero, la rapiscono e lui la va a riprendere.
Gli americani ci avranno fatto 160 film così. Ma nessuno male come quello....
E Troppo Belli è la storia di due poveracci ma belli che tentano la scalata sociale al mondo dello spettacolo. Sulla loro strada un procuratore senza scrupoli li sfrutterà ma il vero amore li salverà.
Pure de queste quante se ne so' viste di decenti?
4 righe per storia!!!! 4! E orribile!!!
Mi spiace io qursto totale rifiuto della trama a favore della modo di raccontarla non lo posso avallare. Sono sul 50 e 50.
Che centra? qualsiasi trama si può riassumere in 4 righe!
Un archeologo avventuriero decide di partire alla ricerca dell'ara dell'alleanza per trovarla prima dei nazisti.
Un cassa contenente oro al centro delle ricerche di tre uomini. Un pistolero, un bandito e un ex colonnello pronti ad aiutarsi e farsi fuori.
Il punto è che i film migliori della storia del cinema messi in mano ad uno pessimo venivano delle schifezze, la loro trama non li avrebbe salvati. Mentre i film peggiori messi in mano ad un grande potevano comunque venire capolavori. La trama di Alex L'Ariete diretta da John Woo, Troppo Belli fatto da Werner Herzog.
ahahahhaha Alex l'Ariete diretto da John Woo, io me lo vederei.
*vedrei
No vabbè, mi stai mettendo sullo stesso piano....?!?!?!?! Hai OSATO mettere sullo stesso piano....?!?!?!?!
No vabbè.
No, non posso continuare....
non saprei se il pubblico e' cosi cattivo e soprattutto sofisticato come dici tu parker...
il pubblico ama la trama molto piu che la fine tecnica cinematografica,
la sfida per me, e' quella di eastwood oppure scorsese o leone o hitchcock, che facevano grande tecnica (soprattutto alfred) per gli appassionati, grandi trame per il pubblico, e messaggi simbolici/di significato comprensibili a strati, dal semplice al complicato, il tutto senza essere banali.
ecco l'ho detto
la mia piccola rude e grezza idea di cinema
lodonuccio
beh si chi concilia ha vinto.
Però se è l'obiettivo finale che interessa anche chi non concilia e sceglie solo la strada più difficile (come per dire il più illustre Bergman) lo stesso arriva a quelle punte o quelle profondità abissali che sono il vero centro della questione.
Non so se c'entra, ma comunque mi va di citare Stephen King: "Non è la storia, ma chi la racconta".
Esselodice lui! :-)
ammetto che quando ho letto Alex L'Ariete non ho fatto in tempo a rimanere serio.... però effettivamente quello che dici è vero, a parità di trama il film interpretato da Alberto Tomba non rende come il film con Bruce willis... Troppo Belli, no... non ha giustificazioni. Costantino e l'altro sono troppo.
Inquisition: mi genufletto e mi faccio un segno della croce
Ace: Si certo sono esempi estremi di cinema estremo. Ma in un certo senso (perverso) non è meglio quel cinema lì, estremo ed estremamente brutto che altri film realizzati molto meglio ma in fondo ingannatori, che si propongono come opere intellettuali e di riflessione e in realtà ripropongono e reiterano stereotipi e banalità?
parker... concordo!
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