ALTRO CINEMA
FESTIVAL DEL FILM 2008
FESTIVAL DEL FILM 2008
Florestano Vancini è morto e comincia il recupero.
Il Festival Del Film propone il suo primio lungometraggio vincitore anche del premio miglior esordiente al Festival di Venezia. La sorpresa è che nonostante le aspettative fossero alte e nonostante una tematica abbastanza classica (nel 1960) per il nostro cinema (ovvero il "fatto di guerra") Vancini applica uno stile e una modernità di forma straordinarie.
Negli anni della nouvelle vague e in una scuola (quella appunto italica) che non può non seguire il rigorosissimo cinema della liberazione Vancini predilige senza subbio la forma applicando delle scelte a dir poco audaci. Parlo di montaggio sconnessi (molto prima di Agosti e Bellocchio), di inquadrare gli ambienti vuoti mentre si sentono conversazioni fondamentali in altri luoghi e soprattutto un finale, irrisolto e contemporaneamente risolto, degno della miglior causa.
Si respira in sostanza una visione chiara delle proprie idee e una capacità non comune di metterle in pratica.
Stupisce davvero il modo in cui nonostante uno stile che traghetta il cinema italiano classico nella modernità lo stesso Vancini mantenga fermissime le grandi conquiste dei decenni precedenti.
In pochi dicono che ha collaborato alla sceneggiatura Pier Paolo Pasolini e che la fotografia è di un giovanissimo Carlo di Palma.
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